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 2009  dicembre 01 Martedì calendario

IN EUROPA IL RISCHIO DEFAULT SI PAGA PI CARO

Può il rischio di default di una piccola città-Stato araba mettere in ginocchio i Paesi europei? Chiunque, pur in un modo globa-lizzato come quello attuale, risponderebbe di no. Eppure i mercati sembrano aver risposto in modo diverso: il fantasma di Dubai ha infatti avuto l’effetto di far salire i cosiddetti credit default swap (cioè le polizze contro l’insolvenza) dei paesi europei. Mediamente – secondo il nuovissimo indice Markit SovX – assicurarsi contro il default dei Paesi europei costa lo 0,66% dell’importo da coprire: 4 centesimi in più di martedì, prima dell’annuncio di Dubai. Segno che il mercato percepisce l’Europa un po’ più rischiosa, e dunque fa pagare le polizze anti-crack più care. Effetto Dubai? Sì, ma in minima parte. I problemi sono altri.
A guardare meglio il complicatissimo mercato obbligazionario e dei derivati, si direbbe che il caso Dubai è servito come puro pretesto per un aumento delle polizze anti-default. Il primo indizio che avvalorerebbe questa tesi è dato dal fatto che il rischio-Europa saliva già da settimane: rispetto al minimo toccato il 15 ottobre scorso, a 46 punti base, l’indice Markit SovX era infatti aumentato di circa il 40% prima che sul mercato arrivasse la notizia shock di Dubai. L’annuncio dell’emirato, dunque, ha solo aumentato un percorso già intrapreso dal mercato. Ma c’è un altro elemento da tenere d’occhio: il fatto che mentre salivano i credit default swap, scendevano i rendimenti dei titoli di Stato. Prendiamo l’Italia come esempio. Da martedì scorso il credit default swap a 5 anni dell’Italia è salito da 85 a 90 punti base. Contemporaneamente, però, i rendimenti dei BTp quinquennali sono scesi dal 2,79% al 2,74%. Insomma: per gli investitori in Cds l’Italia post-Dubai è diventata più rischiosa, mentre per gli investitori in titoli di Stato più sicura. E il caso dell’Italia non è l’unico. La Germania da martedì ha aumentato i Cds di 2 centesimi a 24 punti base, mentre i rendimenti dei titoli di Stato sono scesi di 0,16 punti percentuali al 2,23%. Idem per il Portogallo: Cds in crescita 3 centesimi, rendimenti in calo di 7. Solo la Grecia ha registrato un aumento congiunto sia dei Cds (a 194 punti base) sia dei titoli di Stato.
Cosa significa tutto questo? Significa che il mercato si muove per una molteplicità di fattori. Innanzitutto il rischio-default degli Stati europei è percepito in aumento da mesi per il semplice fatto che i debiti pubblici stanno crescendo a vista d’occhio: il Fondo monetario stima che il rapporto tra debito e Pil per i Paesi industrializzati aumenterà mediamente al 110% nel 2015. Un buon motivo per far salire il rischio-Paese. Ma questo non basta. E, soprattutto, non spiega perché i rendimenti dei titoli di Stato scendano. Infatti c’è dell’altro: al timore per i debiti pubblici si unisce anche la speculazione. Tanti investitori hanno comprato titoli di Stato facendo il cosiddetto carry trade (cioè indebitandosi a tassi bassi): questo ha avuto l’effetto di ridurre all’osso i rendimenti. Ma ora, per coprirsi dal rischio derivante dal deterioramento dei conti pubblici, gli stessi investitori comprano assicurazioni sul mercato dei credit default swap:per questo ”sostengono alcuni – il costo dei Cds sale, mentre i rendimenti dei titoli di Stato scendono. Altri, più semplicemente, spiegano le divergenze con il fatto che sui due mercati agiscono investitori diversi.
Sta di fatto che Dubai in questo movimento c’entra ben poco. L’unico suo effetto,probabilmente, è stato di aumentare le tensioni. Per due motivi. Uno: le nuove perdite per le banche europee hanno aggravato preoccupazioni sulle svalutazioni in bilancio, e questo ha aggiunto ulteriore pressione sugli Stati. I più penalizzati sono stati la Grecia, l’Ungheria, l’Ucraina.Due:il caso Dubai ha riportato d’attualità la possibilità che anche gli Stati possono finire in default. Morgan Stanley, in un report di ieri, infatti si chiede: «Non siamo stati fino ad oggi troppo rilassati nel giudicare i Paesi con le sfide fiscali più dure?»