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 2009  novembre 30 Lunedì calendario

Usa, un bimbo su quattro mangia con i buoni pasto- Obesità e fame vera vanno a braccetto nell’America della Recessione moderna

Usa, un bimbo su quattro mangia con i buoni pasto- Obesità e fame vera vanno a braccetto nell’America della Recessione moderna. Il termometro più concreto di come l’economia in crisi stia mettendo sul lastrico le famiglie è l’amaro successo dello Snap. Per la gente e i giornali si chiamano sempre «food stamps», buoni federali per l’acquisto di cibo, ma il governo Bush un anno fa decise di chiamare il piano di assistenza federale per bisognosi Supplemental Nutrition Assistance Program. Stamps o Snaps che siano, queste tesserine caricate elettronicamente sono la versione del nuovo millennio delle tessere sanitarie di guerra introdotte da Franklin Delano Roosevelt dal 1939 al 1943, poi riesumate da Lyndon Johnson con la sua Great Society negli Anni 60. In disgrazia nell’America reaganiana, quando chi li utilizzava passava per un pigro che non aveva voglia di lavorare, hanno ripreso vita sotto Clinton e anche sotto il conservatore «compassionevole» George Bush. Ora, con Obama e la disoccupazione al 10,2 per cento associata al record di ex proprietari che hanno perso la casa, i buoni «nutrizionali» sono tornati in auge. Sempre più richiesti, e sempre meno bollati come una vergogna personale, tanto larga è diventata la loro diffusione. Gli aventi diritto sono i nuclei familiari con reddito inferiore al 130 per cento del livello di povertà fissato dal governo: una famiglia di quattro persone in questa condizione ottiene una somma mensile di 500-580 dollari. Le cifre variano perché possono essere combinate con altri piani di welfare, come gli aiuti ai minori e ai ricoveri di emergenza. Il numero di chi riceve i food stamps ha fatto un balzo di nove milioni dal dicembre 2007, mese ufficiale di avvio della recessione, arrivando a 36,5 milioni. E’ un record che ha polverizzato i 30 milioni dei mesi successivi a Katrina, perché l’attuale uragano economico non ha risparmiato nessuno Stato, dall’Alaska alla Florida. Un americano su otto va ora al supermercato con la «carta di credito» firmata dal governo e si calcola che, nelle case, un bambino su quattro benefici del sussidio. Le statistiche del fenomeno, rilevato da un’inchiesta del «New York Times» su base nazionale, illustrano un ricorso squilibrato su base etnica ai food stamps: li chiede il 12,5 per cento degli americani, che però sono per l’8 per cento bianchi, il 28 per cento neri, il 15 per cento latinos. Non tutti i bisognosi però hanno fatto domanda: si calcola che solo i due terzi degli aventi diritto l’abbia fatta e dunque ci siano almeno altri 15-16 milioni di persone che hanno titolo. L’ha detto al «Nyt» Kevin Concannon, sotto segretario all’Agricoltura, aggiungendo: «Questo è il periodo della massima urgenza per i nostri programmi alimentari, se si escludono gli anni della Grande Depressione. E’ tempo di guardare la realtà in faccia e rendersi conto che in questo Paese di opulenza c’è tanta gente affamata». Il Missouri ha il record nazionale di aventi diritto: in 21 contee dello Stato un bambino su due mangia grazie ai buoni. All’opposto, lo Stato con la minore percentuale di richieste è la California.