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 2009  novembre 30 Lunedì calendario

Dalle spie ai dvd La storia infinita di fango e veleni- Esiste o è una «bufala», per dirla con uno dei protagonisti, il video hard di Alessandra Mussolini e Roberto Fiore? Ma anche se fosse una «patacca», perché qualcuno, quel signor A

Dalle spie ai dvd La storia infinita di fango e veleni- Esiste o è una «bufala», per dirla con uno dei protagonisti, il video hard di Alessandra Mussolini e Roberto Fiore? Ma anche se fosse una «patacca», perché qualcuno, quel signor A.C. - che è indagato dalla Procura di Roma per tentata estorsione -, si è premurato di offrire il video persino a Palazzo Chigi? Ed è sempre lui che lo ha proposto al «Giornale» e addirittura ad altre testate giornalistiche e ad ambienti ex An della capitale e di Milano? E se si trattasse di un mitomane, di un millantatore? O è semplicemente un altro protagonista di quella sceneggiatura in progress che qualcuno sta abilmente scrivendo, magari a quattro mani, e che ha come soggetto «il grande ricatto»? Che storia di veleni anche questa, l’ennesima in questo autunno capitolino. Basta scorrere le cronache dell’affaire Marrazzo e adesso quelle dello schizzo di fango che colpisce Alessandra Mussolini, per tornare indietro nel tempo. Al 2005, alla vigilia delle Regionali. Sì, anche allora (come adesso) stava iniziando la campagna elettorale per la conquista della Regione Lazio. «Laziogate», fu chiamato lo scandalo che esplose dopo qualche mese. Ci rimise il posto di ministro della Salute, l’ex governatore Francesco Storace, che quando fu trascinato nello scandalo, adombrò l’ipotesi dell’esistenza di una manina dei nostri 007 («Forse è una manovra dei Servizi»). Allora si tentò di mettere fuori gioco Alternativa sociale di Alessandra Mussolini, con una manomissione degli elenchi dei sottoscrittori della lista. E finì dentro l’intossicazione politica Piero Marrazzo. Solo che quel «complotto a luci rosse» non fu portato a termine. Uno degli indagati, uno spione, Pierpaolo Pasqua, a «il Fatto quotidiano» ha ammesso: «La nostra fonte era credibile: Marrazzo aveva una relazione con un trans che si faceva chiamare Veronica». Volevano incastrarlo in una storia di trans, il futuro governatore del Lazio. E’ dunque soltanto una coincidenza la storia dei video di Marrazzo, che è stato sequestrato nella sede del settimanale «Chi» e dell’agenzia «PhotoMasi», e quello di Alessandra Mussolini, che adesso gli uomini della Digos di Lamberto Giannini stanno cercando? Questa è la stagione delle coincidenze sinistre. Fango su Piero e Alessandra. E che dire delle morti di Rino il pusher e di Brenda il trans? E degli elenchi dei clienti eccellenti dei trans che riempiono le serate dei salotti della capitale? Ministri, ex ministri, giornalisti e parlamentari. Di tutto di più. E’ forte la suggestione di evocare un’altra stagione di veleni e di ricatti. Bisogna tornare indietro nel tempo. Di molto. Agli Anni 60 e a quei dossier - 157.000 fascicoli di cui 34.000 riguardavano il mondo economico e politico - del Sifar (Servizio Informazioni Forze Armate) del generale De Lorenzo. Un altro «grande ricatto», un vero e proprio spionaggio politico per «condizionare» l’evoluzione del quadro politico, l’apertura al Centrosinistra. E’ solo una suggestione, perché i protagonisti sono diversi, e diverse le finalità. Oggi abbiamo scoperto l’esistenza di centrali di spionaggio illegale (il caso Telecom-Tavaroli-Sismi-Mancini), a fini di preservare gli interessi aziendali. O il mercato dei tabulati telefonici per conoscere magari i tradimenti dei partner. Ma adesso, l’affaire Marrazzo e quello Mussolini fanno fare un salto di qualità all’industria del «grande ricatto»: i video «hard» dei personaggi clienti dei trans. Al di là della loro esistenza, il grande ventilatore sparge schizzi di fango. Viene da chiedersi qual è l’obiettivo? Solo fare soldi? Condizionare l’esito delle campagne elettorali? Viene da sorridere, pensando ai protagonisti. A quell’«angelica» Natalie, l’amica di Piero Marrazzo, che si scopre adesso essere stata condannata per sfruttamento della prostituzione (otto mesi in carcere, nel 2004, 2005): Natalie chiedeva il pizzo agli altri trans. Ai carabinieri del disonore che adesso fanno gli innocenti accusando il defunto Cafasso il pusher? Viene da sorridere, o da piangere?