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 2009  novembre 30 Lunedì calendario

Il braccio di ferro sulle nuove moschee- La Svizzera ha detto «no» a nuovi minareti: gli islamici non potranno più pregare liberamente? No, nessun divieto a professare la religione

Il braccio di ferro sulle nuove moschee- La Svizzera ha detto «no» a nuovi minareti: gli islamici non potranno più pregare liberamente? No, nessun divieto a professare la religione. Ma non potranno farlo in vere e proprie moschee dotate di minareti. Che cos’è esattamente un minareto? Il minareto (in arabo manar, «faro») è la torre, presente in quasi tutte le moschee, dalla quale il muezzin cinque volte al giorno chiama alla preghiera i devoti di Allah. Perché un referendum per proibirli? In realtà il quesito era riferito alla configurazione tradizionale delle moschee, che prevede cupola e minareto. Che cosa accadrà ora nel resto d’Europa? Le forze politiche più conservatrici hanno già esultato. In Olanda il Partito per la Libertà chiederà un referendum simile e, in caso di risposta negativa, presenterà una proposta di legge. E in Italia? La Lega Nord ricorda l’esistenza della proposta di legge Cota-Gibelli sulla regolamentazione dei luoghi di culto non cristiani, che prevede anche l’obbligo di un referendum consultivo di fronte a qualsiasi richiesta di costruzione di nuove moschee. Quante sono le moschee oggi in Italia? Le moschee vere e proprie con cupola e minareto sono tre: quelle di Roma (la più grande d’Europa), Milano e Catania. La maggioranza delle altre, spesso definite impropriamente moschee, sono scantinati, garage, fabbriche dismesse, appartamenti privati ed altri edifici più o meno improvvisati a luoghi di culto. Un censimento ufficiale e attendibile manca, ma si stima che i luoghi di culto musulmani in Italia siano circa 700 (attorno ad 1 milione e 200 mila le persone di religione musulmana nel Paese). Qual è stata la prima moschea costruita in Italia? Quella di Segrate, inaugurata il 28 maggio del 1988. E’ stata fondata nel 1988, da Ali Abu Shwaima, che ne è tuttora l’imam e da Rosario Pasquini, decano del centro islamico. stata la prima moschea con cupola e minareto sul suolo italiano dopo la distruzione delle moschee di Lucera nel 1300. Verranno costruite nuove moschee? I progetti non mancano. A Genova e a Bologna, ad esempio. Ma pur trattandosi di due città con giunte di centro-sinistra per il momento l’opposizione della popolazione locale è stata tale da impedire l’inizio dei lavori. A Gallarate, in provincia di Varese, la moschea è stata chiusa. Che cosa contestano? Nelle moschee italiane non esiste il muezzin con il richiamo alla preghiera cinque volte al giorno che potrebbe eventualmente provocare malumori. Spesso si tratta di lamentele di ordine culturale e non sono mancati fenomeni di vero e proprio vilipendio alla religione islamica. Ci sono state aggressioni alle moschee o ai luoghi di culto islamici? Numerose. Si va dalle semplici scritte di tipo razzista-xenofobo a veri e propri attentati con bombe-carta o molotov. C’è chi sostiene che siano covi di terroristi... Un rapporto riservato del ministero dell’Interno del 2007 tracciava una sorta di censimento dei luoghi di culto musulmani e evidenziava i rischi e la pericolosità di alcuni di loro, dal Centro islamico culturale d’Italia che ha sede nella Grande Moschea di Roma, alla moschea di Villabate a Palermo, o quella di via Quaranta a Milano. L’imam della moschea di Gallarate è stato arrestato perché appoggiava il fondamentalismo islamico.  il Vaticano a fare pressioni per impedirne la costruzione? No, la Cei ha più volte ricordato che una volta nel nostro territorio nazionale gli immigrati sono persone da accogliere e che vanno rispettati i loro diritti fondamentali, fra questi anche il diritto a professare il proprio culto nelle forme che l’ordinamento democratico prevede. A patto di rispettare, precisa la Cei, le esigenze quantitative e qualitative della costruzione di nuove moschee. Gianfranco Fini e Mara Carfagna chiedono sermoni in italiano invece che in arabo. Si tratta di una misura di sicurezza, hanno spiegato i due esponenti politici. Le comunità islamiche italiane hanno protestato ricordando il diritto di pregare liberamente sancito dalla Costituzione e il fatto che, comunque, nella maggior parte delle moschee italiane il sermone viene già tradotto per i musulmani con non conoscono l’arabo provenienti da Paesi di religione islamica ma di lingua diversa da quella di Maometto come Senegal, Ghana, Pakistan, Bangladesh.