Eliana Di Caro, Il Sole-24 Ore 29/11/2009;, 29 novembre 2009
TENNIS A PROVA DI RECESSIONE - I
grandi del tennis mondiale danno spettacolo alla O2 Arena di Londra, dove oggi l’argentino Juan Martin del Potro e il russo Nicolay Davydenko si giocheranno la finale dell’Atp World Tour Finals, l’ultimo degli appuntamenti imperdibili del tennis agonistico 2009. Ma intanto c’è chi si accaparra i biglietti per andare a vedere, da martedì al 6 dicembre, le vecchie glorie alla Royal Albert Hall. Dove si ritrovano anche in 35mila, tutti gli anni, per inchinarsi davanti a miti intramontabili come Stefan Edberg e Pat Cash, Goran Ivanisevic e Henry Leconte.
Dietro questa chiusura in grande spolvero della stagione, c’è un dato. Che ha poco a che fare con la poesia delle racchette ma è rassicurante: Un fiume di denaro che si ramifica in mille direzioni, dagli sponsor ai diritti televisivi, dalle vendite di abbigliamento a quella dei biglietti. Alimentato da un fuoco di fila di tornei e appuntamenti (63 in 32 paesi), da saghe agonistiche
AP/LAPRESSE
che catturano anche gli spettatori più pigri, da innovazioni grandi e piccole. Il tetto mobile che copre il centrale di Wimbledon, in barba a chi lamenta la perdita di fascino dell’epica competizione, ha messo fine all’incubo della pioggia assicurando un più regolare svolgimento del torneo, per la felicità di tutti. E l’occhio di falco, con la sua zoommata, tiene con il fiato sospeso non solo i giocatori.
I numeri parlano chiaro: il totale dei montepremi messi in palio quest’anno nel solo circuito maschile ha raggiunto gli 82,3 milioni di dollari, venti in più rispetto a tre anni fa. E cresce il numero di appassionati che vanno a guardare le partite: nell’ultima edizione Wimbledon ha staccato oltre 500mila biglietti (33mila in più del 2008) e gli Us Open oltre 720mila. Magliette, scarpe, racchette, palline, polsini valgono quasi 900 milioni di vendite all’anno. L’Atp (l’associazione internazionale dei professionisti), escludendo i quattro appuntamenti del Grande Slam, dai soli nove tornei più importanti ha ricavato quest’anno 87 milioni di dollari grazie all’abbinata sponsor-tv. E la partnership da 34,6 milioni che gli Us Open hanno stretto con Mercedes Benz il mese scorso è indicativa della quantità di denaro che eventi del genere possono muovere.
Money money money, allora. Lo sa bene Roger Federer, il numero uno del mondo che nel solo 2009 ha guadagnato 6,4 milioni di dollari, qualcosina in meno della collega Serena Williams (6,5 milioni), in testa alla classifica delle donne. Lo svizzero, seguito nel ranking mondiale da un appannato Rafael Nadal, stacca lo spagnolo di ben tre posizioni nella classifica dei quattrini accumulati fino a questo momento: è al primo posto con 51 milioni, davanti a Pete Sampras (che resiste con 43,3 milioni pur essendosi ritirato nel lontano 2002) e Andrè Agassi (31,2 milioni, racchetta appesa al chiodo nel 2006). Rafa insegue con 26,1 milioni, non male considerando che ha solo 23 anni.
Nel Masters londinese ci sono in palio cinque milioni di dollari, tanto per gradire. Ma con il vincitore sarà tutta l’economia inglese a sorridere, se le stime di Barclays si riveleranno esatte: l’evento,trasmesso dalle tv di oltre 150 paesi, frutta qualcosa come 660 milioni di dollari.