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 2009  novembre 29 Domenica calendario

«RIMPATRIO 2,1 MILIONI: CHE COSA MI OFFRITE?» - S

ono un imprenditore (non è vero), ho una piccola impresa che produce vaschette in plastica ( non è vero), devo riportare in Italia, con lo scudo fiscale, 2,1 milioni ( magari). E "scudare" la villa di mio padre in Svizzera, valutata 3,5 milioni di franchi, che al cambio attuale valgono (solo) 2,31 milioni di euro. Ho fatto un tour in cinque tappe tra banche e Sgr milanesi per sanare, depositare e far gestire questo mucchio di soldi che sicuramente non riuscirò mai ad avere. Chiedo consigli, voglio sapere i costi e valutare proposte per la gestione patrimoniale. Mi aspetto tappeti rossi, tartine al caviale o qualche costoso gadget come ringraziamento: porto, non dimentichiamolo, un paio di milioni di euro.
La sorpresa è piuttosto amara: i miei sedicenti 2,1 milioni ( più la villa) sono pochi, quasi una " poveracciata", rispetto a chi scuda veramente. E su cinque istituti, solo un paio si dimostrano effettivamente interessati ai miei soldi. Gli altri si comportano come quando noi comuni mortali apriamo un conto corrente con 3 4mila euro: la pratica si fa, ma senza perderci troppo tempo, avanti un altro.
Mi presento senza appuntamento per «una consulenza sullo scudo fiscale». Più di sette ore complessive di colloqui, consigli e indicazioni al limite del fuorigioco. Niente d’illegale, per carità. Ma la legge sullo scudo sicuramente non aiuta a sanare la mia villa a Carona, splendida vista sul lago, a 7,5 chilometri da Lugano se si usa la strada cantonale, un po’ di più se si fa una bella passeggiata trai boschi. Di fatto regolarizzare una casa intestata a una persona fisica è quasi impossibile, soprattutto per chi si presenta, come il sottoscritto, tre settimane prima del fatidico 15 dicembre. Un vero peccato per il fisco italiano, visto che città come Lugano o St. Moritz sono ricche di case comprate da italiani ansiosi di regolarizzare fino all’ultimo mattone.
Nel mio piccolo tour ho trovato cortesia formale e, anche, occhi esperti in antropologia industriale. Un banker è andato sul sicuro: «Si vede subito che quelle sono mani d’imprenditore».Un altro ha intuito le ragioni del mio claudicare (per i postumi di una frattura estiva): «Di sicuro un incidente in fabbrica». Sì, mio figlio impara a guidare il muletto per movimentare i pallet.
Francamente mi aspettavo di più. Tanto più che la pratica non è per niente complessa: la "dichiarazione riservata delle attività emerse" si compone di due paginette. Sedici righe da compilare, oltre ai dati del dichiarante e dell’intermediario. Tempo necessario: mezz’ora,ma solo se si vuole essere maniacalmente precisi. Servono più firme, e più carte, per aprire un conto corrente.
Insomma,mezz’ora per incamerare 2,1 milioni. Un bel lavorare. Per questo volevo i tappeti rossi. E se proprio bisogna essere operativi fino in fondo, mi aspetto che i miei 2,1 milioni mi diano diritto a uno sconticino. Me ne hanno offerto solo in un caso, ma la base di partenza era più alta che in altri casi. E lo 0,20% in meno può andare bene a chi deposita 350mila euro, non per chi porta 2,1 milioni di denaro sonante.
Ma cosa bisogna fare per essere trattati bene, da signori, in banca? Perché il parallelo è semplice: se sono ricevuto con sufficienza quando porto 2,1 milioni (e la villa), è facile immaginare come sarà trattato il vero piccolo imprenditore che porta 300mila euro, e risollecita la pratica più e più volte, noioso come una mosca, per eccezionali esigenza di liquidità.
Forse dovevo dichiarare qualche (finto) milione in più. Un commercialista che mastica di queste cose e sta "scudando" come un matto, mi aveva consigliato di portare almeno dieci milioni, meglio di più. Ma dieci milioni, anche se finti, sono tanti, troppi per l’immaginazione di una persona normale.
Da notare, infine, che nessuno mi ha fatto presente le regole antiriciclaggio. Solo un paio di accenni, quasi di sfuggita. Nel primo caso con una battuta in stile leghista: «Certo che se lei si presentasse da Caserta dovremmo fare qualche verifica in più. Ma di un piemontese ci fidiamo a occhi chiusi». Nel secondo caso il discorso si è concentrato sulla politica: «Nella sua autocertificazione dovrà dire se ha rapporti diretti con partiti o politici. Ma non si preoccupi, è solo una formalità, tutti dichiarano di non conoscere nessuno».
A bankers e consulenti dico di chiamarmi Bernocchi, imprenditore Giovanni Bernocchi. Con mio fratello ho una piccola impresa nel basso Piemonte che produce vaschette di plastica per la grande distribuzione. Devo fare lo scudo- 2,1 milioni di titoli di stato italiano, svizzero e statunitense- ma non con le banche locali perché voglio tutelare l’immagine di mia sorella, candidata alle prossime elezioni regionali. Mio padre ha una villa a Carona, splendida vista sul lago, quotata 3,5 milioni di franchi svizzeri. Si tratta di una perizia informale, prendendo come parametro il nostro vicino che ha messo in vendita una casa analoga a 3,7 milioni: lui ha una piscina esterna, noi un po’ più di terreno, ecco perché pensiamo a 3,5 milioni di franchi.
Trecentomila euro ci servono per la liquidità operativa perché il grosso del lavoro sarà sotto Natale e la grande distribuzione paga, quando va bene, a 140-150 giorni. I restanti 1,8 milioni li utilizzeremo a fine 2010- primavera 2011 per l’acquisizione di un’azienda complementare (vaschette in polistirolo) o per una piccola diversificazione. Per questo non vogliamo impegolarci in investimenti finanziari di lunga durata.
Cosa ci proponete? E a quali costi? Ecco, in sintesi, le proposte, i consigli e i costi dati all’imprenditore Bernocchi.
1.


Attenzione ai dollari: lasciano troppe tracce

p La banca è grande, ma non devo aspettare. Il funzionario spiega secco i meccanismi dello scudo, entra nei particolari del meccanismo delle plusvalenze maturate ipoteticamente dal 1?gennaio 2009 al giorno della dichiarazione: su questo guadagno dovrò calcolare le imposte oltre al 5% previsto dalla legge. In un’operazione fatta il giorno prima sono state calcolate nell’ordine dell’1,31%, su cui dovrò pagare l’imposta del 12,5% avendo io solo titoli di stato. l’unico a mettermi in guardia sui dollari: meglio vendere i treasury bond americani perché ogni transazione con dollaro passa necessariamente attraverso una banca degli Usa. Questa intermediazione lascia tracce in base alla normativa antiterrorismo. E si sa, meno tracce si lasciano, meglio è. La banca non è attrezzata per il rimpatrio degli immobili, soprattutto se intestati a persona fisica, e in questi mesi assicura di non avere mai ricevuto una richiesta del genere. Il consiglio, in sostanza, è di lasciare perdere la casa di Carona.
I costi? La banca non chiede commissioni per fare la pratica, le cifre scudate vanno su un conto corrente infruttifero, si pagano solo i bolli,60-70 euro l’anno,e le imposte dovute.
2.


Il consiglio per la casa? Lasci perdere la sanatoria

p Per fare lo scudo fiscale sulla villa non ci sono i tempi tecnici. Bisognerebbe far fare una perizia, costituire una fiduciaria, capire se il cantone accetta il trasferimento a una società italiana, visto il sistema delle quote cantonali. «In queste settimane - assicura il
banker - gli svizzeri mettono i bastoni tra le ruote su tutti gli adempimenti, anche quelli catastali». Il consiglio: lasciare perdere la casa: « rimasta lì per quasi trent’anni, cosa vuole che le succeda? E a suo padre, 77 anni, cosa vuole che facciano?».
Il banker parla di voci su una possibile proroga dello scudo, ricorda la circolare che concede «tempi ragionevoli» per concludere le operazioni: «La durata ragionevole non è precisata, secondo noi si tratta di una quarantina di giorni ». La media dei rendimenti maturati dal 1? gennaio, secondo l’istituto, è dell’1,41 per cento. La banca non chiede commissioni per seguire la procedura. La gestione del conto, con un basso profilo di rischio, costa lo 0,20% a trimestre. Parecchio di più se si punta sull’azionario o la gestione personalizzata, «ma di questo parleremo al momento opportuno». Se lasciamo i 2,1 milioni sul loro conto, il banker si dichiara disponibile a erogare un prestito a condizioni superagevolate: «Noi non corriamo rischi con i prestiti, non è il nostro mestiere. Ma ai nostri clienti offriamo questo servizio: Euribor più l’1,5 per cento. Diciamo che il prestito potrebbe essere, alle condizioni attuali, sul 2,1-2,2%, a patto che la somma sia garantita dal vostro deposito scudato».
Un modo diverso per dire: le banche prestano i soldi a chi ce li ha già.
3.

«Faccia una fiduciaria, si dorme più tranquilli»

p Allo scudo fiscale è dedicato il secondo piano della sede milanese, a due passi dal Duomo. Salette riservate, in muratura (niente a che vedere con le pareti di vetro di altre banche) per garantire la discrezionalità, con una segretaria che smista i clienti e offre caffè in tazza vera. A Bernocchi tocca la stanza n. 12. Il banker propone subito una fiduciaria italiana per tutelare meglio l’immagine della sorella: «Lo scudo garantisce l’anonimato, la fiduciaria ti protegge ancora di più. Un doppio schermo, così si dorme meglio. Ed è tutto legale». I costi? Sui miei livelli di deposito, dovrei cavarmela con uno 0,40% annuo più lo 0,15% a trimestre per la gestione del portafoglio in titoli di stato, «costi che le assicuro sono molto più bassi delle altre banche.
E noi applichiamo rigidamente la direttiva Mifid, regolarmente disattesa, a quanto mi risulta, dalla maggior parte delle banche italiane ». Per la villa mi propone un incontro con il collega che si occupa d’immobili.Bisogna fare una fiduciaria, trasferire le quote e sanare tutto, «ma bisogna correre, perché i tempi sono stretti e là in Svizzera fanno di tutto per dilatare i tempi. Anche per le perizie catastali hanno raddoppiato o triplicato i tempi normali». Sembra ci siano voluti, a suo dire, addirittura 15 giorni per un bonifico da Zurigo a Milano. Chiedo: non si può versare il 5% del valore della villa entro il 15 dicembre e poi far rientrare le quote? «Per certi titoli, come gli hedge found, ce la giochiamo: dichiariamo una quota leggermente superiore, per stare tranquilli, e poi riportiamo tutto in Italia quando è possibile.Ma per l’immobile non lo so. Devo vedere se il mio collega mi passa questo inghippo». prevedibile una proroga, almeno per gli immobili? «Si parla di qualche mese, con un’aliquota del 7 per cento. Meglio correre adesso, faremo tutto il possibile».
4.


«Butti tutto in una polizza con base in Irlanda»

p Una receptionist scende ad accogliermi con l’ascensore foderato di mogano e legni intarsiati, l’incontro con il consulente avviene nella maestosa sala riunione: «Scusi, ma tutte le salette sono occupate». Si lavora così a pieno ritmo, in questi giorni, che il
consultant ( very old british) si lamenta: «Anche stasera non riuscirò a uscire prima delle 18,30». Devo aumentare il finto plafond da sanare perché mi hanno detto che il gruppo non accetta clienti con tagli inferiori ai cinque milioni. «Ho anche una quota di un hedge found, un improvvido investimento di alcuni anni fa ». Colui che si candida a essere il mio consulente personale mi chiede quali sono le condizioni di uscita, se ci sono sbarramenti alla vendita, quali le finestre previste. Tutte domande alle quali non sono preparato perché «io sono un uomo di produzione, so tutto sul polipropilene per alimenti, ma zero di finanza».
Il consulente spiega pazientemente gli aspetti tecnici, poi suggerisce: «Si faccia dare tutti gli elementi dalla banca svizzera, poi me mi occuperò io di queste noiose pratiche. Ma attenzione: non attraversi la frontiera con documenti in mano. Non è sicuro, soprattutto in questo periodo. Se vuole si faccia mandare il tutto al nostro fax con numero riservato ». Il consiglio: buttare tutto in una polizza assicurativa, «noi lavoriamo bene con una grande compagnia di assicurazioni basata nell’Ireland. La polizza non si può pignorare, è esente da tasse di successione, è lordista nel senso che paga le imposte solo quando si smobilizza, mentre su un normale conto si paga anno per anno». vero che si può decidere liberamente il beneficiario, tipo l’amante? «Sì». La polizza, «assolutamente regolare per il fisco italiano », costa indicativamente lo 0,40% l’anno. Stia attento, mi avverte, troverà polizze precostituite che costano lo 0,10%, ma sono strumenti che non sono personabilizzabili come il nostro. La polizza ha uno svantaggio: è più difficile lo smobilizzo in caso di necessità finanziarie. Forse è meglio, per le mie esigenze, una fiduciaria, con un costo stimato in uno 0,15 per cento. «Se le interessa, noi lavoriamo bene con un ottimo studio di commercialista, che la saprà consigliare sull’immobile».
I costi per la gestione del portafoglio? Si va dallo 0,20% per un portafoglio in bond allo 0,70% per un profilo conservativo e l’1,20% per un azionario puro. Poi c’è anche una gestione strategica molto personalizzata, con costi superiori, «di cui parleremo al momento opportuno».
Il tempo ragionevole per completare le operazioni «secondo noi scade a fine marzo- primi di aprile 2010».L’ old british, infine mi avverte che se in Svizzera io e mio fratello abbiamo il conto cointestato, dobbiamo fare un conto unico anche in Italia (quasi tutti gli altri, invece, mi hanno detto che possiamo scegliere liberamente).
5.

«Cautela con le mail, si possono recuperare»

p Ora che so tutto (si fa per dire) sui titoli illiquidi, mi porto l’hedge found anche all’ultimo incontro. Ma non conosco neanche il nome di un hedge: «Non ricordo, è lì, in perdita, da troppo tempo». Il consulente mi consiglia di mandargli tutti gli estremi via mail, con un’accortezza: «Mi scriva: un amico mi ha consigliato d’investire in questo fondo, cosa ne pensa? Così è una mail neutra e io faccio tutte le verifiche necessarie, senza insospettire nessuno». Consiglia di fare due conti personali, sono più facili da gestire perché non richiedono la doppia firma. E ognuno è padrone a casa sua. No, una fiduciaria non serve, è una cosa che consigliano le banche svizzere, ma non offre tutele ulteriori. I costi? «Noi chiediamo normalmente l’1%l’anno per gestire il patrimonio ». Sicuramente è il funzionario più interessato ai miei 2,1 milioni, vuole incontrare mio fratello entro 24 ore, «domani mattina sono ad Alessandria, nel pomeriggio la raggiungo dove crede». Sbraga: «Dall’1% posso scendere, in via eccezionale, allo 0,80%». Arriva a propormi condizioni agevolate, lo 0,12% per un conto liquidità, «molto conveniente», pur di avere il mio scudo. Mi tenta anche con un caffè alla macchinetta, in un bicchiere di carta. Ma niente, resisto.
Volevo i tappeti rossi, sognavo di essere trattato da signore, almeno una volta, dalle banche. Ora mi trovo costretto a capire se il "tempo ragionevole" scade tra 40 giorni oa fine marzo,se correre per sanare l’immobile o tenerlo fuori dalla scudo. Faccio il doppio schermo o butto tutto nella polizza? Conto cointestato o mi libero del fratello, ognuno padrone a casa sua? Meglio la gestione conservativa o scommetto sull’azionario? Tre settimane per decidere, senza neanche un tappeto rosso. Tanto vale rinunciare ai 2,1 milioni, alla villa di Carona e allo scudo fiscale.