Roberto Faben, Il Sole-24 Ore 30/11/2009;, 30 novembre 2009
ESCALATION DELLE CARTE DI CREDITO FALSE
Cresce, in Italia, il fenomeno della contraffazione delle carte di pagamento elettroniche. Da inizio 2009 la Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 122mila fra carte con banda magnetica pronte a essere adattate con parametri di carte autentiche clonate e carte di credito e di debito utilizzabili per operazioni illecite di pagamento o di prelievo di contante dai distributori bancomat. Il tasso d’incremento è impressionante: nel 2007 furono sequestrate 863 carte di pagamento false, mentre nel 2008 sono state 800.
Secondo le ultime statistiche della Commissione Ue, nell’Unione a 25 si effettuano ogni anno 158 operazioni di pagamento pro- capite con sistemi diversi dal contante e ciò costituisce terreno fertile per la malavita, che sviluppa tecniche in continua evoluzione per la clonazione delle carte di pagamento e il loro utilizzo illecito. Nel 2006 in Europa sono stati colpiti da questo fenomeno 500mila esercizi commerciali, con 10 milioni di transazioni fraudolente e un danno pari a un miliardo di euro. E l’Italia,insieme a Regno Unito, Francia, Spagna e Germania, è tra i paesi più esposti al rischio.
«La nostra attività investigativa - spiega il maresciallo capo Giuseppe Magnante Fralleone, del Nucleo speciale polizia valutaria della Guardia di Finanza- ha dovuto necessariamente intensificarsi negli ultimi anni a seguito di un’evidente recrudescenza del fenomeno».I metodi di clonazione delle carte si basano sull’introduzione di un chip nel terminale Pos di un punto vendita per catturare i dati delle carte dei clienti o sull’apposizione di scocche, con elementi elettronici per sottrarre i Pin,sugli sportelli bancomat oppure sull’impiego di cellulari per inviare in tempo reale le informazioni ai laboratori delle organizzazioni malavitose. Le carte di pagamento false, a un’attenta analisi, possono essere riconosciute da disordini e imperfezioni nei particolari grafici, dall’illeggibilità di microscritture riprodotte attraverso "scannerizzazioni" e dall’assenza di iscrizioni e loghi grafici luminescenti, visibili, nelle carte autentiche, soltanto attraverso l’esposizione alla luce ultravioletta.
Anche per le banconote si registra un aumento delle falsificazioni. Nei primi dieci mesi del 2009 le Fiamme Gialle hanno sequestrato, attraverso irruzioni in stamperie e zecche clandestinee operazioni di altro tipo, quasi 372mila biglietti falsi, per un valore nominale di 32,8 milioni di euro, in forte crescita rispetto agli 8,8 milioni del 2008. E se nei sequestri effettuati l’anno scorso il taglio più contraffatto era quello da 20 euro, nel 2009 i biglietti più falsificati risultano essere quelli da 50 e da 100, mentre sono in forte ascesa quelli da 500.
«La maggior parte delle operazioni - rende noto la Guardia di Finanza, che ha organizzato fino al 3 gennaio 2010 la mostra " Il vero e il falso" a Vicenza con esemplari monetari falsi e autentici messi a confronto - si sono svolte in Campania e hanno riscontrato la presenza di attrezzature sofisticate e di costo elevato per la riproduzione di banconote e monete, finanziate dalla criminalità organizzata».
All’attività di contrasto alla contraffazione monetaria partecipano anche il Noam (Nucleo antifalsificazione monetaria) dei Carabinieri e la Polizia postale. Segnalazioni provengono anche da banche, servizi di custodia e di trasporto valori, poste, uffici della pubblica amministrazione e in alcuni casi (121 nel 2008) anche da uffici per la riscossione dei tributi. Secondo il ministero dell’Economia, nel 2008 sono state sequestrate in Italia 298mila banconote in euro (il taglio da 50 è stato quello più falsificato) e oltre 21mila monete metalliche (con prevalenza della moneta da 2 euro), con un incremento del + 3,6% rispetto al 2007. Stando ai dati del primo semestre 2009, la falsificazione costa a ogni italiano 0,06 euro (erano 0,13 nel 2008), anche se, in virtù dei sequestri delle Fiamme Gialle, l’incidenza è destinata a salire. In media circola una banconota contraffatta ogni 632 abitanti (376 un anno fa) e a livello territoriale la Campania ha superato la Puglia come regione più colpita, mentre la Basilicata si conferma la meno esposta al fenomeno. Infine, tra le province il primato negativo va a Napoli e quello positivo a Vibo Valentia.