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 2009  novembre 30 Lunedì calendario

SI ALLARGA LA TRIB DELL’ITALIA CHE NON DORME

«La gente della notte fa mestieri strani, certi nascono oggi e finiscono domani» cantava nel 1990 Jovanotti, mettendo nel novero baristi, spacciatori, prostitute e «giornalai, poliziotti, travestiti, gente in cerca di guai». Ma anche «padroni di locali, spogliarelliste, camionisti, metronotte, ladri e giornalisti, fornai e pasticceri, fotomodelle ». Una fotografia che vale quanto mille ricerche. A guardare meglio, però, le ore piccole degli italiani sono popolate anche da altri tipi di insonni. Rispetto ad allora, poi, è comparso internet.
Dal tramonto all’alba
L’elenco avrebbe potuto continuare con operai e farmacisti, infermieri e cuccettisti, albergatori e tassisti, e ancora con addetti alle pulizie, operatori ecologici, lavoratori degli autogrill. In tutto si arriverebbe a due milioni e mezzo di persone che, abitualmente o saltuariamente, sono occupati dalle 23 all’alba. un numero in aumento rispetto a una decina di anni fa, visto che la percentuale sul totale dei lavoratori è passata dal 9,2 del 1996 all’11,6 per cento,soprattutto per l’aumento dal 4,3 al 5,1% di quelli abituali. Ma ancora (e forse non è un male vista l’alta incidenza di infortuni in quelle ore) sono numeri inferiori alla media europea e soprattutto a paesi come il Regno Unito, dove i nottambuli forzati sono il 21% dei lavoratori e addirittura il 27% degli occupati maschi. A tutti questi numeri andrebbero poi aggiunti quelli che sfuggono alle classifiche, non solo per le "professioni" illegali. Ma anche per i fenomeni di abusivismo. Basti pensare che le centinaia di venditori ambulanti di panini che popolano le città di notte ufficialmente non esistono, perché la legge vieta l’esercizio ambulante da mezzanotte alle 5, se non in presenza di concerti o altre manifestazioni.
Locali ai ferri corti
Ma per fortuna di notte non si lavora e basta. Si balla, per esempio. Ma, rispetto agli anni Novanta, è cambiato quasi tutto. Oggi le discoteche attive nel territorio nazionale sono poco più di 2.400, nelle quali si riversano due milioni di clienti almeno una volta alla settimana. Dieci anni fa gli esercizi erano il doppio e i clienti 5 milioni. Non c’è stata una illuminazione collettiva sulla via di Damasco. Semplicemente i pub e i discobar, che prima servivano principalmente da punto di passaggio prima della discoteca, hanno cominciato ad attrarre sempre più persone fino a notte. Luciano Zanchi, presidente di Assointrattenimento, associazione che rappresenta i "discotecari", parla senza mezzi termini di «un’espansione anomala di abusivismo, che ha dirottato la maggioranza dei clienti dei locali da ballo in pseudo locali che assomigliano alle discoteche: circoli, feste, rave-party difficilmente controllabili. C’è poi l’iniqua legge che inibisce solo alle disco l’erogazione di alcol dopo le due. Il provvedimento non ha toccato l’attività di bar e circoli contribuendo a creare il fenomeno del nomadismo notturno e paradossalmente ad aumentare il rischio di incidenti».
Un’analisi condivisa anche dal segretario della Fipe (federazione pubblici esercizi), Edi Sommariva, per il quale «la politica per combattere il fenomeno degli incidenti stradali si concentra non sulle cause ma sugli effetti. Vietando di somministrare l’alcol dopo le due trasferisce tranquillità alle famiglie ma ridu-ce l’attrattività delle discoteche, che stanno chiudendo".
Nel frattempo la notte è diventata più controllata, visto che gli etilotest sono passati in pochi anni da 100mila a due mi-lioni, perché non bisogna scordare che di notte, e in particolare alle 5 del mattino, secondo l’Aci, si concentra la mortalità più elevata sulle strade.
Insonnia mediatica
Non tutti, però, fanno le ore piccole uscendo. Ci sono, per esempio, gli insonni casalinghi televisivi. Una specie tutt’altro che rara, se è vero che 3 milioni e 300mila persone ogni giorno (anzi, ogni notte) si piazzano davanti all’ex tubo catodico da mezzanotte alle sei del mattino. Il "popolo delle tenebre" in questo caso è composto per lo più da ultra-65enni, seguiti da chi ha tra i 35 e i 44 anni, pari tra uomini e donne. I picchi di ascolto, fino a due milioni di spettatori su un solo canale, li fanno Porta a Porta, il Grande Fratello e gli speciali calcistici, ma anche i film. Nel mese di ottobre 25 pellicole mandate in onda di notte sono state seguite da più di mezzo milione di persone e una, "Nati Stanchi" di Ficarra e Picone, è arrivata quasi a due milioni. Ma c’è anche chi punta la sveglia per non perdersi dei programmi notturni: sono stati ad esempio 350mila i gli appassionati del motomondiale che hanno seguito le prove del gran premio di Australia e pochi meno quelle in Malesia.
Il vero fenomeno mediatico notturno è però internet: sono8 milioni gli utenti unici che ogni mese si connettono alla Rete dopo mezzanotte, più di un terzo del totale. Sono studenti, operai, venditori o rappresentati e disoccupati, in maggioranza maschi. Rispetto alle ore diurne vedono di più siti per adulti, giocano online, si danno a scommesse, a siti di sport e all’instant messanger.
Di notte risuona anche il gracchiare della radio, tra case, auto, camion e sale controllo. Gli ascoltatori nel giorno medio sono 1,8 milioni da mezzanotte alle tre e 1,1 milioni dalle tre alle sei. I profili in questo caso sono leggermente diversi dalla tv: se fino alle tre ascoltano la radio più della media giornaliera gli studenti e i giovani fino ai 34 anni (gli stessi che fanno balzare l’ascolto al sabato a tre milioni di persone), andando verso il mattino è il turno degli operai, che quasi in 400mila ogni notte si tengono compagnia con la modulazione di frequenza. Ma tra gli ascoltatori notturni c’è anche un esercito di "beghine". Se tra gli uomini è schiacciante il peso dei canali Rai (RadioUno in particolare con il 19% di share), tra le donne il 13,7% (pari a 51mila persone), dalle tre alle sei ascolta Radio Maria, contro un più modesto 2,4% maschile.