dagospia 30/11/2009, 30 novembre 2009
Cosa c’è dietro l’insistenza di Massimo D’Alema contro la ricandidatura di Niki Vendola in Puglia? "Dobbiamo candidare chi ha più chance di vittoria", è la linea decisa da Bersani per le regionali
Cosa c’è dietro l’insistenza di Massimo D’Alema contro la ricandidatura di Niki Vendola in Puglia? "Dobbiamo candidare chi ha più chance di vittoria", è la linea decisa da Bersani per le regionali. E in Puglia, dice la vulgata dalemiana, si può vincere solo alleandosi con l’Udc e quindi cambiando cavallo. Vendola Non risulta, però, che la stessa foga di cambiamento venga usata in altri contesti come quello di Bassolino in Campania o di Loiero in Calabria, e il mago Dalemix ci ha tenuto a far sapere che il suo discorso non sarebbe rivolto nemmeno alla governatora del Piemonte Mercedes Bresso. E allora una spiegazione allo scontro diretto del duo D’Alema/Casini contro il presidente uscente della Puglia, la cui giunta è stata toccata da indagini della magistratura allo stesso modo di altre regioni governate dal centrosinistra (Campania, Liguria...), prova a darla lo stesso leader della sinistra. In un’intervista a "Repubblica" di oggi Vendola spiega che i veti contro di lui potrebbero essere dovuti "ai miei no": "Al nucleare, per esempio, quando l’Enea ha indicato la Puglia come il sito migliore in Italia. Oppure alla privatizzazione di un bene fondamentale com’è l’acqua. Abbiamo toccato interessi forti: leggo sui giornale economici che all’operazione Acquedotto Pugliese erano interessati importanti gruppi nazionali, come per esempio quello che fa capo a Caltagirone". Marco Staderini Insomma, dietro alle manovre per defenestrarlo, Vendola vede la longa manus di Calta-papà. D’altronde i rapporti dell’editore del "Messaggero" con i due principali oppositori alla riconferma sono noti. Di Pierferdinando Casini è suocero e principale sponsor economico. Con D’Alema l’amicizia è di lunga data. PIERFERDINANDO CASINI CON FRANCESCO GAETANO E AZZURRA CALTAGIRONE - copyright Pizzi Una conferma della triangolazione Calta-Casini-D’Alema la si è avuta di recente proprio su altro colosso che si occupa di acqua, Acea. Al momento del rinnovo delle cariche, l’azienda romana di proprietà del Campidoglio, di cui Caltagirone è influente socio di minoranza, ha visto premiare per la minoranza un dalemiano di ferro, il direttore di "ItalianiEuropei" Andrea Peruzy, a discapito degli accordi presi con la corrente veltroniana e popolare che all’epoca governava il partito. E chi è l’amministratore delegato di Acea? Nientemeno che Marco Staderini, casiniano di piombo, ex consigliere Rai in quota Piercasinando. Con neanche il 10% Calta ha in mano i fili dell’azienda, e certamente non gli dispiacerebbe poter replicare il "Modello Roma" anche in Puglia...