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 2009  novembre 28 Sabato calendario

LO SPLENDORE E IL POTERE


UOMO e il re. C’è indubbiamente più il secondo del primo, nella grande mostra ”Louis XIV - l’homme et le roi” che Versailles dedica, fino al 7 febbraio 2010, al Re Sole. Splendore, culto dell’immagine, raffinatezza estrema, amore per l’arte, la musica e la danza, esercizio del potere: l’universo del sovrano assoluto per eccellenza rifulge in 300 pezzi d’arte, provenienti dai musei di tutto il mondo. Molti non erano mai stati esposti in pubblico dai tempi dell’Ancien Régime. Oggi Luigi XIV è tornato a casa.
Nei saloni della reggia, nella quale i commissari dell’esposizione Nicolas Milovanovic e Alexandre Maral hanno creato un percorso tematico, accattivante e facile da seguire, si resta incantati: protagonisti sono gli innumerevoli dipinti, le sculture di marmo e i bronzi, il prezioso mobilio, gli arazzi, i tappeti, gli oggetti unici che contribuirono ad esaltare la gloria di Luigi XIV, salito sul trono a cinque anni, nel 1643, e morto nel 1715, dopo 72 anni di regno.
Il celebre busto di marmo bianco, scolpito dal Bernini nel 1665, s’impone nella prima sala. Sguardo volitivo, riccioli inanellati, drappeggi. «Maestà, sto rubando», avrebbe detto, secondo la leggenda, l’artista italiano all’illustre modello, idealizzato dallo scalpello ma non al punto di censurare la verruca alla base del naso. «Si, ma è per restituire», gli avrebbe risposto il sovrano. E il Bernini: «Però per restituire meno del rubato...». Da Alessandro Magno ad Augusto, nessun regnante aveva beneficiato di una iconografia tanto ricca ed elaborata nella quale figura perfino un ritratto in cera colorata di Antoine Benoist, di un realismo quasi terrificante per via dei capelli umani e le trine autentiche. «Dal giorno del mio insediamento, questa mostra mi è parsa necessaria per rendere omaggio alla figura del re al quale Versailles, concentrato di genialità umana, deve tanto», spiega Jean-Jacques Aillagon, ex ministro della Cultura francese e oggi presidente dell’Etablissement public di Versailles.
Monarca e mecenate, infaticabile collezionista d’arte, guerriero e difensore della Chiesa, il Re Sole amava circondarsi di bellezza ed eccellenza e aveva l’abitudine di incontrare personalmente pittori, scultori, ebanisti, cesellatori ingaggiati per abbellire, in una gara senza quartiere con le altre corti d’Europa, i saloni e i giardini di Versailles. Ecco gli stupefacenti tavoli intarsiati con pietre dure che raffigurano fiori e uccelli esotici dai colori sgargianti, manifattura dei Gobelins. S’inseguono i ritratti a olio del monarca firmati Rigaud, Lefèvre, Mignard, Le Brun. E risplendono i bronzi di Girardon, autore anche con Regnaudin del gruppo marmoreo ”Apollo servito dalle ninfe”, appena restaurato, che apre la mostra. Sorprendono le ”commodes” dorate di Amdré-Charles Boulle e i dipinti ”animalier” di Pieter Boel: struzzi, porcospini, anatre che paiono opere modernissime.
Salta a gli occhi, di salone in salone, il fatto che Luigi XIV, allievo di Mazarino, avesse sviluppato un gusto particolare per il barocco e il Rinascimento italiano. In mostra sono opere di bellezza squisita come la coppa d’oro, argento e lapislazzuli risalente alla metà del XVI secolo, uno dei pezzi più preziosi della collezione del sovrano che contava 823 gemme: molte di più, annotano gli storici, rispetto ai Medici di Firenze o agli Asburgo di Vienna. Il maestoso ”cabinet” realizzato da Domenico Cucci con la supervisione del pittore Le Brun è un trionfo di ebano, legno di violetta e pietre dure. Un valore inestimabile. Il vaso di cristallo di rocca e oro è opera di uno sconosciuto artista milanese del XIV-XV secolo che vi incise le storie di Susanna e i vecchioni e di Giuditta e Oloferne. L’armatura argentea, costruita a Brescia, fu un dono della Serenissima al re, che aggiunse alla collezione il dipinto del Domenichino ”Re David che suona l’arpa”. Nella sezione dedicata all’architettura e ai giardini, si possono poi ammirare vedute ”aeree” di Versailles, con le maestose geometrie arboree e alcuni edifici oggi spariti. Nella reggia, si continua a celebrare la gloria del Re Sole. Indubbiamente un maestro della messa in scena e, diremmo oggi, dell’arte della comunicazione.