Egle Santolini, La Stampa 29/11/2009, 29 novembre 2009
Il menù classico delle Feste ha troppi grassi e poche fibre - Il fantasma dei Natali passati, presenti e futuri è un fenomeno metabolico che si chiama craving: meglio impararlo subito se non si vuol soffrire tutto gennaio e febbraio a mangiare carote per espiare i peccati di gola commessi a dicembre
Il menù classico delle Feste ha troppi grassi e poche fibre - Il fantasma dei Natali passati, presenti e futuri è un fenomeno metabolico che si chiama craving: meglio impararlo subito se non si vuol soffrire tutto gennaio e febbraio a mangiare carote per espiare i peccati di gola commessi a dicembre. I più recenti consigli su come sopravvivere alle Feste senza lievitare arrivano dall’America, dove il Giorno del Ringraziamento celebrato giovedì scorso ha aperto la stagione dell’ingrasso. Secondo le ultime ricerche, l’abitante adulto medio della società occidentale accumula tra la fine di novembre e l’inizio di gennaio tra i due chili e mezzo e i quattro di peso, pari a 20 mila calorie in eccesso, o se preferite a 550 calorie in più del necessario assunte ogni giorno. Eppure sopravvivere al Natale mantenendo la stessa taglia, assicura Susan B. Roberts, nutrizionista e psichiatra della Tufts University oltre che autrice del volume The Instinct Diet, non è una missione impossibile. Per provarci, come consiglia sul blog The Daily Beast, bisogna però imparare un po’ di fisiologia. Ed ecco entrare in scena il famoso craving, parola che significa «insaziabilità» e che fa riferimento a quel senso di mai raggiunta soddisfazione che si prova quando si assumono troppi carboidrati. In sintesi: fame chiama fame e cenone chiama cenone. Più mangi, più lo stomaco si vuota in fretta: è l’effetto che i nutrizionisti chiamano «del secondo pasto» e trae origine dalle esigenze dei nostri progenitori, che tendevano ad approfittare del cibo nei rari casi in cui ce ne fosse in sovrabbondanza.Contro questo circolo vizioso c’è una guerra tutta da combattere, senza lasciarsi prendere dall’ansia e facendosi aiutare da un prezioso alleato alimentare: le fibre. Il pentalogo della dottoressa Roberts parte però da alcune importanti osservazioni psicologiche.Primo: non farsi scoraggiare. Le sei settimane che abbiamo davanti saranno durissime, lo sappiamo, ma questo non autorizza al rompete le righe. Secondo: è l’occhio, innanzitutto, a volere la sua parte. Avete presente quei begli spot pubblicitari dei cioccolatini ripieni che ci tormentano tutte le sere in tivù? E quelle vetrine delle rosticcerie, così invitanti? Ecco, molta della colpa è da attribuire a loro.Ma visto che siamo adulti e vaccinati... Il menù classico delle Feste ha troppi grassi e poche fibre: una miscela esiziale per chi tende ad accumulare peso. Sarebbe un errore, però, affamarsi in anticipo. Meglio prepararsi un paio di giorni prima e assumere qualche fibra in più: per esempio, cereali integrali a colazione, che ci aiuteranno a stabilire un giusto senso di sazietà anche per il periodo di tempo successivo. Quando scocca l’ora x, non bisogna poi trascurare qualche elemento di feng shui. Secondo la Roberts, più commensali siedono a tavola e più tentazioni si presentano. Cercate di accomodarvi vicino alla cognata taglia 40, non al cugino grassone. Forse da lì transiteranno meno volte i vassoi da portata, e comunque sarete meno invitati a servirvene. Attenzione poi ai pranzi in piedi, o peggio sul divano del salotto. Mangiarsi il tacchino con il piatto in precario equilibrio sulle ginocchia, magari seguendo il concerto di Capodanno in televisione, ingrassa ancora di più, perché il cibo viene assimilato male: tutto fa. Altra osservazione tra lo psicologico e il pratico: non può proprio piacervi tutto del menù del 25. Eliminate, dunque, almeno la pietanza o la bevanda che vi convince di meno e che divorereste soltanto per inerzia: la mostarda? Il paté? Il torrone? Quel calice di barolo o di champagne in più? Siate forti, anche un piccolo taglio può servire. Particolarmente insidiosi sono i party aziendali, e tutte quelle occasioni di ulteriori abboffi o libagioni che si presentano nel corso della giornata, aggiungendosi ai pasti canonici. Il consiglio della dottoressa è di «fare uno spuntino prima, a base magari di frutta, o con qualche noce o mandorla o nocciola». Sul luogo del delitto, provate invece il trucco delle star hollywoodiane curate con successo dalle clinichea Betty Ford: tenete in mano sempre un bicchiere, ma riempitelo costantemente di acqua minerale, magari aromatizzata da una fetta di limone (tra l’altro, una gran quantità d’acqua servirà a diluire la quantità di alcol che vi foste concessi). Infine, la strategia del day after. Il maledetto craving vi inviterà al sovradosaggio anche il 7 di gennaio, ma voi avrete i mezzi per contrastarlo: «Cominciate coraggiosamente dalla prima mattina dopo le feste - spiega Susan B. Roberts -: una colazione a base di pane integrale, cereali, magari un piatto di ceci o di altri legumi, ristabilirà subito il giusto senso di sazietà. Questo vi darà la carica necessaria per rimettervi in carreggiata». Almeno fino ai tortelli di Carnevale, ma questa è un’altra storia.