Alain Elkann, La Stampa 29/11/2009, 29 novembre 2009
INTERVISTA AD ELEONORA ABBAGNATO
In questo momento lei è impegnata in un grande tour italiano tra danza, musica e teatro insieme a Massimo Ranieri con la regia di Scaparro. Come mai ha lasciato l’Opéra?
«Non l’ho lasciata, ho soltanto preso sei mesi di aspettativa a Parigi per poter realizzare alcuni progetti in Italia».
Perché questa voglia d’Italia?
«Perché da questo tour possono venire altre possibilità, e per me è importante tornare nel mio Paese».
Qual è il suo programma nelle prossime settimane?
«All’inizio di dicembre ballerò la Carmen a Firenze con la coreografia di Alonso. Poi, dopo il Concerto di Capodanno, con l’Opera saremo a Vienna con i costumi di Valentino».
Ha qualche progetto nei teatri lirici italiani?
«Per il momento sono al Comunale di Firenze, ho anche una consulenza artistica al Petruzzelli dove in febbraio danzerò Giselle con la Compagnia Russa del balletto di Riga».
Niente per la televisione?
«Dopo il video di Vasco Rossi che è appena uscito non ho progetti particolari».
Tra tutte le sue attività, qual è quella che l’appassiona di più?
«Al primo posto c’è sempre la danza, che è ciò che mi interessa da tutta la vita».
La sua è una vocazione infantile?
«Certo, ho cominciato a quattro anni e non ho più smesso. I primi passi li ho mossi a Palermo, dove fui vista e scoperta da Pippo Baudo. A undici anni ho incontrato il grande coreografo Roland Petit che mi ha portato in Francia. A tredici e mezzo ho seguito uno stage a Venezia, dove per caso c’era la direttrice dell’Opera che vedendomi mi ha scritturata».
Come ha fatto per continuare la scuola?
«Ho studiato in una scuola francese all’interno dell’Opera stessa, è obbligatorio. A diciotto anni c’è il diploma e poi il concorso per entrare nella Compagnia e su dieci allieve siamo state accettate in due».
Lei oggi si sente più a casa sua in Italia o a Parigi?
«In Italia ancora adesso. Forse non riesco a legare bene con i francesi. Loro sono particolari, solitari un po’ distanti».
A Palermo la chiamano ancora?
«Sì, ad aprile vado a fare una ”Coppelia”, ma ho già lavorato ad altre creazioni per esempio ”Romeo e Giulietta”».
Quali sono le regole più importanti che una ballerina deve seguire?
«Assecondare la propria passione di sempre: ballerina si nasce, non si diventa. Poi bisogna fare lavorare molto: un esercizio costante, un allenamento continuo. All’Opera facciamo otto ore al giorno di lavoro, è un grande sacrificio».
Insomma, è un po’ come la vita di un atleta. Sbaglio?
«Forse ancora più dura, per tanti motivi. La danza non è soltanto un’attività fisica, c’è molto impegno mentale».
E il rapporto con la musica?
«La danza è musica. Amo i colleghi che hanno una grande musicalità perché questo dà una straordinaria energia alla loro danza».
Quali sono i suoi musicisti preferiti?
«Per quanto riguarda la musica classica Ciaikoswki, o Stravinski nel ”Sacro della Primavera”»
E per i contemporanei?
« diverso, più che gli autori amo le creazioni musicali».
Ma quali sono le sue maggiori emozioni?
«In scena quando interpreto un altro personaggio forte. Il mio preferito è Margherita Gautier nella ”Signora delle Camelie”».
Che rapporto ha con il suo pubblico e con i suoi ammiratori?
«In Italia il pubblico mi è vicino perché mi conosce fin dagli anni della scuola. A Parigi ci seguono soprattutto i giapponesi: ogni anno andiamo a Tokyo».
Come mai?
«Perché i giapponesi sono molto appassionati del balletto classico».
E gli italiani?
«Dipende da città a città, da teatro e teatro. Naturalmente a Palermo che è la mia città, è un po’ speciale».
Ho capito che lei ha nostalgia dell’Italia. così?
«Più che nostalgia ho soprattutto voglia di tornare più spesso».
Ma vorrebbe essere anche una coreografa? Una come Pina Bausch?
«No non sarebbe possibile, è un mondo a parte, per me irraggiungibile. Pina Bausch è un mito".
Lei l’ha conosciuta?
«Sì. Ho avuto una grandissima fortuna di essere scelta da Lei nella Sagra della Primavera. Avevo diciotto anni. Era la prima volta che lei veniva in Francia dalla Germania a vedere l’Opera, mi scelse per ”Orfeo ed Euridice”: un’opera balletto».
Perché dice che Pina Bausch è irraggiungibile?
«Perché come coreografa ha inventato il Teatrodanza, è assolutamente impossibile trovarne un’altra come lei».
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