Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  novembre 28 Sabato calendario

L´americana Kraft ha lanciato un´Opa da 11 miliardi per conquistare cioccolata e dolciumi dell´inglese Cadbury

L´americana Kraft ha lanciato un´Opa da 11 miliardi per conquistare cioccolata e dolciumi dell´inglese Cadbury. Il mercato si attende una contro-offerta dall´americana Hershey; magari in tandem con Ferrero. Non è un caso isolato: le mega fusioni e acquisizioni sono tornate. Paradossale, viste le prospettive di crescita economica; come i mega debiti per finanziarle. Kraft, con 13 miliardi di debiti (metà della sua capitalizzazione), non esita ad aggiungerne 5 per finanziare l´Opa; e in Cadbury ne troverà altri 3. Hershey studia una contro-offerta, nonostante Cadbury sia grande il doppio. E l´operazione dovrà essere finanziata col debito perché la Fondazione che da un secolo governa Hershey (31% di azioni con 80% dei diritti di voto) non vuole perdere il controllo, diluendosi. Per Ferrero, non quotata, e analoga a Hershey per dimensioni, sarebbe la stessa cosa. Se c´è da finanziare una grande acquisizione, il debito è nuovamente disponibile. Così, mentre i prestiti bancari alle imprese si stanno addirittura contraendo (a settembre la crescita è stata per la prima volta negativa in Eurolandia), c´è il boom delle emissioni di corporate bond (+27%). Dunque, per chi è grande e ha accesso al mercato dei capitali, sono tornate le vacche grasse. Per chi è piccolo, e dipende da banche e fornitori, le vacche restano magre. Molta della liquidità immessa dalle banche centrali finisce, direttamente o tramite le banche, in corporate bond, oltre che in titoli di Stato. Una distorsione che fa sorgere dubbi sull´efficacia delle politiche monetarie in atto. L´Opa della Kraft ripropone poi il vecchio dilemma della crescita nel settore dei beni di largo consumo. A fasi alterne, prevale l´idea che l´unico modo per crescere sia quello di continuare ad acquisire prodotti dai marchi conosciuti, perché i grandi gruppi possono più facilmente imporli nel mondo. la storia dei colossi come Nestle, Unilever, General Mills e Kraft. Ma, dati alla mano, molte fusioni e acquisizioni non creano valore. Spesso l´euforia spinge l´acquirente a strapagare, specie in Borsa, dove gli azionisti della preda riescono più facilmente a far lievitare i prezzi. Sembrerebbe il caso Cadbury: grazie all´Opa vale quasi 2 volte il fatturato, rispetto a una media del settore di 1,5 (a parità di margini). A volte le acquisizione sono solo una via di fuga per imprese che non sanno più come aumentare le vendite dei propri prodotti; o un modo per sfruttare l´abbondanza di capitali a buon mercato. Senza contare le banche di investimento, che spingono regolarmente queste operazioni, a caccia di laute commissioni. L´alternativa è specializzarsi nel segmento d´origine, come Hershey, Cadbury o Ferrero. Qui, la difficoltà sta nell´innovare continuamente il prodotto per poter crescere nella stessa nicchia (non è facile inventare un Pocket Coffe o un Rocher ogni 3/5 anni). C´è poi il limite alla dimensione raggiungibile, col rischio di essere scalati, come Cadbury. Non a caso, Ferrero non è quotata ed Hershey, vista la sua governance, è come se non lo fosse. Ma quando società specializzate come Hershey o Ferrero decidono di cambiare strategia e puntano a crescere tramite acquisizioni esterne, come potenzialmente con Cadbury, devono prima entrare a pieno titolo in Borsa, e adeguare la governance, per poter accedere facilmente al mercato dei capitali. In quest´ottica, tempo fa suggerivo un ipotetico interesse di Ferrero per Parmalat, che ha buoni marchi (anche se dai margini più contenuti), e una presenza internazionale. Una fusione avrebbe permesso a Ferrero di quotarsi rapidamente, creare una multinazionale dall´ampio flottante, spianandosi così la strada delle acquisizioni; e in Parmalat avrebbe trovato anche la cassa per sostenere l´espansione. Oggi, le prospettive nella corsa a Cadbury sarebbero diverse. Ma puntare sulle acquisizioni senza prima passare per la Borsa, sarebbe un grave errore.