L. Man, Il Sole-24 Ore 27/11/2009;, 27 novembre 2009
PACE FATTA CON SAN MARINO
Italia e San Marino «si impegnano a prestarsi reciproca assistenza ed effettiva collaborazione in particolare per quanto riguarda la vigilanza nei settori bancario, finanziario e assicurativo, l’analisi finanziaria e l’attività investigativa contro il riciclaggio, il controllo sui movimenti transfrontalieri di denaro contante e valori assimilati e contro gli abusi di mercato». Così recita il primo dei 5 articoli dell’accordo in materia di collaborazione finanziaria firmato ieri a San Marino dal segretario agli Esteri, Antonella Mularoni, e dall’ambasciatore italiano, Giorgio Marini.
L’attesissima firma dell’accordo - fortemente agganciato agli standard internazionali - getta le basi per un articolato sistema di scambio di informazioni tra i sistemi finanziari del Titano e italiano, con ciò stesso aprendo la strada a operazioni finora impossibili. Si può dire, in buona sostanza, che l’antica Repubblica circondata dal territorio italiano ha sottoscritto ieri l’impegno ad accettare che occhi estranei scrutino nei caveau del Monte.
Il prossimo passo sarà un ulteriore protocollo d’intesa che recherà in calce le firme di Via Nazionale e della Banca centrale di San Marino. A quel punto, spiega il direttore di quest’ultima, «gli organismi di vigilanza dei due Paesi potranno verificare la regolarità dell’operato di soggetti sammarinesi in Italia o di soggetti italiani attivi a San Marino». Il tutto regolato da paletti molto rigidi e - sembrerebbe- non agevoli da aggirare. Per esempio, l’articolo 3 impegna «le competenti Autorità italiane e sammarinesi» a scambiare, «su richiesta, informazioni sull’esistenza, la tipologia e il numero di rapporti giuridici finanziari presso intermediari operanti in ciascun Paese, intestati a un determinato individuo o ente, nel termine di dieci giorni lavorativi, escluso il giorno della richiesta».
Oggi, poi, a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, incontrerà i capitani reggenti della Repubblica di San Marino, Francesco Mussoni e Stefano Palmieri. Non è però prevista la firma su altri accordi.
Intanto, però, è omprensibile la soddisfazione del ministro degli Esteri Mularoni, secondo cui la firma apposta ieri «riordina e rende più organico gli elementi di collaborazione già esistenti. Questo nuovo passaggio- continua – dimostra che per il nostro Governo l’unica strada valida è quella della trasparenza e dell’adeguamento agli standard internazionali». Oltre a ciò, l’Esecutivo del Titano vede più vicine le soluzioni di casi spinosi come quello del minacciato ritiro di carte di credito e Bancomat distribuiti da Iccrea ma, molto più attesa, «la definizione dell’accordo per la vendita di Delta», il gruppo bancario bolognese al centro dell’inchiesta forlivese (si veda l’articolo qui accanto)che ha portato all’azzeramento del vertice della Cassa di risparmio di San Marino.
Più prudente il direttore della Banca centrale, Luca Papi, tra i più attivi tessitori dell’accordo firmato ieri: d’ora in poi la Banca si troverà al centro di una fittissima rete d’impegni per i quali uomini e risorse potrebbero ben presto rivelarsi sottodimensionati. Inoltre, è noto che banche e operatori finanziari di San Marino non abbiano mai molto amato i controllori, nemmeno quelli di casa ed è prevedibile che il sistema fatichi ad abbandonare di colpo vecchie abitudini consolidate: ma stavolta il prezzo che pagherebbeSan Marino sarebbe decisamente alto.
Un primo esame è atteso tra poche settimane, quando gli ispettori del Moneyval saliranno sul Monte per verificare sul campo l’effettività della normativa antiriciclaggio allestita in fretta e furia da San Marino per non finire in una lista nera e che il 22 settembre gli ha fruttato l’uscita dalla grey list dei Paesi poco affidabili. Proprio in polemica con l’ondivaga attuazione di questa normativa - sbandierata a Strasburgo ma poco implementata in casa - nelle scorse settimane si è dimessa il giudice antiriciclaggio del Titano, Rita Vannucci, perché, nonostante i precisi rilievi di Strasburgo, il suo ufficio è rimasto sguarnitissimo e il mese dell’esame Moneyval, marzo 2010, è ormai alle porte.