Vittoria Puledda, la Repubblica 26/11/2009, 26 novembre 2009
NASCOSTA LA META’ DELLE PERDITE BANCARIE
MILANO - Ci potrebbero ancora essere momenti difficili perché se le principali economie hanno imboccato la strada della ripresa, il quadro complessivo non è ancora chiarito. E a generare le preoccupazioni maggiori è proprio il sistema finanziario, quello da cui è partita l´emergenza. Le banche, insomma, sono ancora sotto accusa: «Il 50% delle perdite potrebbe essere ancora nascosto nei bilanci» ha denunciato il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn. Che ha aggiunto dettagli ancor più inquietanti: «La proporzione è più forte in Europa che negli Stati Uniti».
Insomma, secondo il numero uno dell´Fmi il sistema bancario mondiale continua ad occultare una parte dei problemi; il che significa da un lato che «non vi sarà una crescita viva e sana senza una pulizia completa dei bilanci delle banche» e dall´altra che quando i nodi verranno al pettine avranno ragionevolmente bisogno di rafforzare il proprio patrimonio. E ciò accadrà senza poter far affidamento, come nel recente passato, sul salvagente pubblico: in caso di nuova crisi finanziaria, non ci sarà più «la pioggia di centinaia di miliardi di dollari di denaro pubblico sul settore finanziario», ha detto Strauss-Kahn, «l´opinione pubblica e i parlamenti non accetteranno di pagare due volte una simile fattura».
Non a caso, ieri il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha continuato a battere sul tasto della solidità patrimoniale delle banche, come aveva già fatto alla fine della settimana scorsa, per «tornare ad essere abbastanza solide per fare il proprio mestiere». Dunque, aumenti di capitale, utili destinati a riserva anziché a dividendo, bonus limitati.
Un allarme condiviso della Bundesbank: la banca centrale tedesca ha calcolato infatti che in Germania le banche rischiano altre svalutazioni per 90 miliardi di euro a causa delle perdite su prestiti e cartolarizzazioni. «Potrebbe essere errato dichiarare che la crisi è superata», ha detto ieri un membro della Buba, Hans-Helmut Kotz, perché se le banche non risolveranno i loro problemi, non saranno in grado di accompagnare la ripresa. Un nodo che rischia di aggravarsi quando la Bce tornerà a drenare liquidità per non alimentare l´inflazione: in quel momento la banca centrale «ridurrà attivamente la sua intermediazione» e il sistema finanziario dovrà dimostrare di reggersi sulle sue gambe.
Ieri i mercati finanziari hanno dimostrato di aver poco appetito per il rischio; così, l´euro ha toccato quota 1,5096 dollari, per poi passare di mano intorno a quota 1,5062 a fine giornata mentre, sul fronte opposto, l´oro è salito a nuovi record: a New York i futures sul metallo prezioso hanno toccato i 1.184,70 dollari l´oncia, il prezzo più alto di sempre. A sostenere il metallo giallo, oltre alla debolezza del biglietto verde, sono intervenute le indiscrezioni della stampa indiana, secondo cui il paese potrebbe acquistare oro per rimpinguare le riserve.
Sempre sul fronte Usa, molte le notizie arrivate in giornata, comunque complessivamente positive: a fronte dell´unico calo inatteso degli ordini di beni durevoli a ottobre, infatti, la fiducia dei consumatori, il reddito, le vendite di case nuove e le richieste di sussidi di disoccupazione hanno tutti mostrato numeri migliori rispetto alle attese.