Johann Rossi, la Repubblica 24/11/2009, 24 novembre 2009
Raddoppiati in 25 anni Ecco come aiutarli a crescere in autonomia- Se ne sono accorti prima nei reparti di neonatologia e poi nelle scuole materne, a cui arrivavano sempre più coppie e triplette di gemelli
Raddoppiati in 25 anni Ecco come aiutarli a crescere in autonomia- Se ne sono accorti prima nei reparti di neonatologia e poi nelle scuole materne, a cui arrivavano sempre più coppie e triplette di gemelli. Un trend che negli ultimi trent´anni è diventato un vero e proprio boom, complice l´aumento del ricorso alla procreazione medica assistita e all´età più avanzata delle mamme. «Nel Lazio nel 1982 i parti plurimi erano l´1,4% mentre nel 2007 sono balzati al 3,08% - dice Mario De Curtis, ordinario di pediatria alla Sapienza di Roma -. La quota di nascite da donne con più di trentacinque anni è passata dal 9% (1982) al 34% (2008). Il che ha portato a problemi di ordine sanitario: in più della metà dei casi questi bambini nascono prima della trentasettesima settimana di gestazione e il 10-15% ha un peso alla nascita molto basso che impone cure speciali nelle terapie intensive neonatali. Ma nel Lazio mancano venti posti letto, carenza che mette a rischio la possibilità di curarli in maniera adeguata». I gemelli si distinguono in monozigoti (MZ) e dizigoti (DZ): i primi nascono quando un uovo fertilizzato si divide durante le prime due settimane di gestazione in due individui geneticamente identici e rappresentano un terzo di tutte le nascite gemellari. I dizigoti quando due spermatozoi fertilizzano due diversi ovociti, e i feti hanno patrimoni genetici diversi. I gemelli, in particolare i monozigoti, da anni sono un prezioso strumento di studio perché permettono di osservare quanto i fattori genetici piuttosto che quelli ambientali influiscano sullo sviluppo delle caratteristiche fisiche, psicologiche e sull´insorgenza di patologie. «Nel 2000 viene strutturato il Registro nazionale dei gemelli che partecipa al network dei registri europei (www. genomeutwin. org) e che possiede un database di circa ventimila gemelli di tutte le età, di cui duemila al di sotto dei dodici anni - spiega Maria Antonietta Stazi dell´Iss (Istituto superiore di sanità) -. Di recente è possibile iscriversi al registro anche online (www. gemelli. iss. it) per partecipare a indagini mediche e scientifiche. Abbiamo arruolato duecento coppie di gemelli con più di novant´anni per un progetto europeo sulla longevità». «I gemelli sono un esperimento di natura - afferma Gian Vittorio Caprara docente di Psicologia alla Sapienza -, rappresentano una società naturale in cui è necessario imparare a dosare la presenza dell´altro, che può essere di sostegno o invasiva. Ma soprattutto questi bambini possono avere difficoltà ad acquisire una propria individualità, rischiano di essere sempre confusi con l´altro, identico nell´aspetto ma non necessariamente nella personalità. Secondo una teoria, i gemelli tendono a dividersi i compiti: uno domina all´interno della coppia e l´altro gestisce i rapporti con l´esterno». Piera Brustia, docente di Psicologia dinamica all´Università di Torino e responsabile del Progetto gemelli della Regione Piemonte che segue i genitori di gemelli sin dalla gestazione e fornisce supporto alle famiglie, spiega: «I tempi sono cambiati, prima i gemelli si diluivano in famiglie più grandi in cui non erano considerati così straordinari, i figli si trattavano tutti allo stesso modo. Oggi una coppia dopo due gemelli decide di fermarsi, di non avere altri figli, e assume comportamenti particolari: non è raro infatti che esista il gemello preferito perché ha un carattere migliore, o piuttosto che ci sia il gemello "della mamma" e quello "del papà", o ancora che vengano considerati una unità indivisibile, cosa che può aumentare la dipendenza che spesso hanno uno dall´altro». Come comportarsi allora? «Prevedere - conclude Brustia - che alcuni momenti della loro vita vengano vissuti separati: un pomeriggio possono essere divisi tra due zie, tra due nonni, ma soprattutto è importante costruire con questi bambini dei momenti in cui il rapporto con la mamma o con il papà sia "uno a uno". La diade va spezzata perché anche i gemelli abbiano piacere di ritrovarsi».