Mario Calabresi, La stampa 24/11/2009, 24 novembre 2009
Un invito (inusuale) a studiare in tempi di tagli e recessione- L’avvocato Gelmini è un ministro dell’Istruzione discutibile e con il quale mi piacerebbe discutere
Un invito (inusuale) a studiare in tempi di tagli e recessione- L’avvocato Gelmini è un ministro dell’Istruzione discutibile e con il quale mi piacerebbe discutere. Mi piacerebbe, ad esempio, provare a capire come faccia a pensare di combattere il precariato rendendo precaria la figura del ricercatore. Mi piacerebbe che il Ministro mi indicasse la fonte da cui ha desunto l’errata convinzione secondo la quale in università si può diventare di ruolo solo a partire dai 36 anni. Mi piacerebbe chiedere al Ministro come possa affermare di voler eliminare la baronia universitaria lasciando, di fatto, in mano a un pugno di baroni la gestione dei concorsi. E anche come intenda valutare la bravura dei docenti: è più bravo il docente che vive in biblioteca o quello che viene invitato alle conferenze in tv? più bravo il docente che incita alla ricerca o quello che fa semplicemente il professore ma quando spiega ti incanta e staresti ore a sentirlo? Sì, il ministro Gelmini è un Ministro con il quale varrebbe la pena discutere. Tuttavia, anche se il dialogo non è dal Ministro ben accetto, le manifestazioni di intolleranza nei suoi confronti, le inutili occupazioni, le aggressioni alla sede del PdL, gli scontri con la polizia non fanno che avvalorare la sua causa e far ritenere al Governo che non abbia alcun senso investire nella preparazione dei giovani i cui genitori non hanno denaro sufficiente per pagare le rette di prestigiose università private (lautamente finanziate, quelle sì, dallo Stato). Pensateci ragazzi: non è a spintoni che abbatterete il Governo. L’unica via è quella di studiare e, se anche non avremo più i soldi per riscaldare le aule, studieremo lo stesso. Se anche non avremo più aule, studieremo lo stesso. Se anche il Governo ci ridurrà all’indigenza e - come già accade - non potremo acquistare il toner per le stampanti o la carta o i gessi, studieremo lo stesso. Solo così, con la forza della conoscenza si potrà costruire un futuro di persone pensanti e noi - professori «fannulloni» - ci adopereremo per aiutarvi in questo cammino. DANIELA SANTUS UNIVERSIT DI TORINO, FACOLT DI LINGUE Di questa lettera, a cui ammetto di non saper dare risposte (ma per fortuna le domande non sono rivolte a me), mi piace l’invito a studiare. Sempre e comunque. Invito inusuale, soprattutto in tempo di tagli e recessione, in tempi in cui si preferisce giocare in difesa e usare le difficoltà come alibi. Barack Obama lo ha detto chiaro agli studenti americani nel primo giorno di scuola: qualunque siano le condizioni di partenza solo studiando potrete costruire il vostro futuro. «Cosa farete della vostra possibilità di ricevere un’istruzione deciderà il futuro di questo Paese. Ciò che oggi studiate domani sarà fondamentale per decidere se noi come nazione sapremo raccogliere le sfide che ci riserva il futuro».