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 2009  novembre 24 Martedì calendario

ASSEGNI VERSO L’ESTINZIONE


Che noia sarebbe la vita di Lupin senza l’eterna sfida di un assegno scoperto. Croce dei distratti e delizia degli esteti, il gesto di saldare il conto scrivendone elegantemente la cifra per esteso ha a lungo nobilitato lo scambio del vil denaro. Adesso, dopo 350 anni di onorato servizio, la Gran Bretagna si prepara a mandare in pensione il libretto che qualsiasi risparmiatore riceve da secoli insieme al numero del conto corrente.
Il 16 dicembre i 15 membri del Payment Council, che rappresenta undici banche e due organi governativi indipendenti, si riunirà per la decisione definitiva. E pazienza se le associazioni dei consumatori si oppongono allo shopping monopolizzato dalla carta di credito: l’ultimo assegno staccato da mano inglese avrà verosimilmente la data del 31 dicembre 2018.
Il problema, argomentano gli istituti di credito, è l’uso sempre meno frequente di uno strumento di pagamento che costa alla banca almeno una sterlina, quattro volte tanto un trasferimento di soldi elettronico. Troppo, considerato che tra il 1990 e oggi gli assegni made in UK sono passati da 11 a 3,8 milioni. Tra quelli versati e quelli assai più graditamente incassati, ogni suddito di Sua Maestà ne maneggia in media 5 l’anno. Sarà colpa dell’entusiasmo high tech che rende lieve l’esborso di 9 sterline a fronte della comodità di un bonifico via internet o la scarsa attitudine britannica a ragionare in contanti, ma secondo l’Apacs in Gran Bretagna ci sono al momento più carte di credito che persone (71,3 contro 60 milioni).
Certo è stato uno choc, quando travolte dalla recessione le famiglie anglosassoni hanno scoperto d’aver accumulato 53,9 miliardi di debito a forza di digitare pin senza sborsare una banconota. Ma anche scrivere una bella cifra per esteso non la mette al sicuro dallo shopping compulsivo.
«Molti pensionati utilizzano gli assegni o i contanti perchè si sentono a disagio con altri metodi che richiedono di memorizzare un codice», osserva Andrew Harrop, manager della Age Concern and Help the Aged, l’organizzazione nazionale degli anziani. La scelta radicale del Payment Council, aggiunge Vera Cottrel dell’associazione dei consumatori «Which?», taglierebbe fuori finanziariamente i nonni e tutti coloro che hanno fatto a meno della carta di credito per un’intera vita: «Resteremo contrari fin quando non avremo a disposizione validi strumenti alternativi».
Nel frattempo alcune mega catene di distribuzione come Lewis e Tesco hanno già bandito l’assegno giustificandosi con la necessità d’eliminare lunghe code alle casse. Facile, sanno di poter contare su un esercito di 146 milioni di compratori bancomat-dotati e contano di avere la meglio nella guerra economica contro i piccoli negozianti, rappresentati dalla Federation of Small Business. Perchè l’assegno è ancora la forma di pagamento privilegiata per gli acquisti minori e per gli stipendi versati dagli uffici pubblici. Non sarà facile ignorarlo.
«Siamo consapevoli che anziani e persone svantaggiate meritino un’alternativa, abbiamo bisogno di tempo per mettere in pratica il cambiamento», ammette Sabdra Quinn, direttore del Payments Council. Ci vorranno 9 anni per voltare pagina. Di certo però l’assegno è ormai un cimelio del passato come il Signor Bonaventura che dalle colonne del ”Corriere dei Piccoli” ne sventolava uno da un milione quasi un secolo fa, memoria in bianco e nero dell’illusione che la fortuna sia questione di uno zero in più o in meno».