Matteo Persivale, Corriere della Sera 23/11/2009, 23 novembre 2009
Jacko, asta record per il guanto La corsa ai feticci del pop - Pagato più di 350 mila dollari. Dalle chitarre alla maglia di Sid Vicious - Lo scrittore JG Ballard, autore di Crash che raccontò il lato oscuro della celebrità del nostro tempo, interpretava la fama come un fenomeno strettamente legato alla morte – Elvis, Marilyn, la principessa Diana – e la devozione dei fans come una sorta di cerimonia funebre
Jacko, asta record per il guanto La corsa ai feticci del pop - Pagato più di 350 mila dollari. Dalle chitarre alla maglia di Sid Vicious - Lo scrittore JG Ballard, autore di Crash che raccontò il lato oscuro della celebrità del nostro tempo, interpretava la fama come un fenomeno strettamente legato alla morte – Elvis, Marilyn, la principessa Diana – e la devozione dei fans come una sorta di cerimonia funebre. E il mercato delle reliquie dei grandi della musica, i cosiddetti memorabilia, ha appena generato l’ultima follia del feticismo rock: il guanto di paillettes che Michael Jackson indossò la prima volta che ballò la sua celebre «Moonwalk» nel 1983 – la «camminata sulla luna » con i piedi che scivolano come in assenza di gravità – è stato venduto all’asta all’ Hard Rock Cafè di New York per 350mila dollari (235.658 euro), portando il totale a 420mila dollari (282.760 euro) con tasse e commissioni, vincitore un imprenditore asiatico, Fossman Ma. La giacca di pelle indossata da Jackson nel tour «Bad» del 1989, è stata venduta a 225mila dollari. Aggiudicati anche altri oggetti legati alla storia della musica, la chitarra di David Bowie e memorabilia di Beatles e Bo Diddley. Ma il guanto del «re del pop» segna il passo finale di una danza durata decenni, implacabile e un po’ folle, non sulla luna ma verso l’equiparazione con le opere d’arte di guanti, magliette (come quella di Sid Vicious dei Sex Pistols, garantita dalla casa d’aste «con tracce di sudore ancora visibili», deodorante ambientale non incluso), la cintura indiana borchiata di Jim Morrison e altri capi di vestiario. Perché se fino a poco tempo fa le cifre più alte venivano battute per le chitarre elettriche dei grandi – la celebre «Blackie», nera Stratocaster di Eric Clapton venduta a scopo benefico per 959mila dollari nel 2004 da Christie’s; 575mila per la Stratocaster «Astoria» di Jimi Hendrix,1,8 milioni per quella di Woodstock – ma ora non c’è neanche bisogno della musica, bastano le paillettes. Almeno, se si fosse trattato di capelli, ci sarebbe un legame con l’antica tradizione religiosa: come succede alle aste che periodicamente battono ciuffi e ciuffetti (15mila dollari l’uno) di Elvis Presley, che dalla celebre rasatura del cranio ai tempi del militare in poi fece delle sue chiome un oggetto da mercato nero, debitamente sottratto al cestino della spazzatura da astuti garzoni di bottega. Almeno, se si fosse trattato di lingerie, sarebbe un genere di feticismo un po’ più di massa: il celebre «bullet bra», reggiseno disegnato da Jean-Paul Gaultier per Madonna nel tour «Blond Ambition » del 1990, venne poi battuto all’asta – benefica – per 14mila dollari. A volte, lo scandalo annunciato non coinvolge neanche un’asta ma semplicemente una mostra: lo scorso maggio, a New York, la mostra dal titolo «John Lennon: the New York City Years» del Rock and Roll Hall of Fame Annex, espose gli occhialini e la giacca insanguinati che John Lennon portava quando fu assassinato la sera dell’ 8 dicembre 1980. E c’era anche un sacchetto di carta marrone, pure chiazzato di sangue, nel quale la polizia aveva messo gli effetti personali del cantante prima di consegnarli a Yoko Ono. Organizzatrice, 29 anni dopo, di quella mostra. Così tra sangue (di Lennon), sudore (di Vicious), lacrime (di chi si interessa più alla loro musica che ai loro fluidi corporei), continua la lunga marcia verso il prossimo record. Attenzione soltanto a non ripensare a quando il rock non era neppure in fasce, e tanta musica popolare veniva da Hollywood. La memoria tornerebbe a quando il feticismo per le aste delle celebrità non era ancora nato, e al cantante- ballerino più famoso di un’epoca lontana, il re del musical, Gene Kelly. A lui, sotto un finto temporale bastavano una pozzanghera, un sorriso e un lampione – niente paillettes, niente aste – per passare semplicemente alla Storia, ballando sotto la pioggia.