Rory Cappelli - Emilio Orlando, la Repubblica 22/11/2009, 22 novembre 2009
Sconcerto. Sgomento. Incredulità. La Roma dei Fori Imperiali, la Roma affacciata sullo scorcio più bello della città, ieri mattina, si è svegliata con una notizia a cui nessuno poteva credere: una vera e propria esecuzione a due passi dal Colosseo, in largo Corrado Ricci, all´una della notte precedente
Sconcerto. Sgomento. Incredulità. La Roma dei Fori Imperiali, la Roma affacciata sullo scorcio più bello della città, ieri mattina, si è svegliata con una notizia a cui nessuno poteva credere: una vera e propria esecuzione a due passi dal Colosseo, in largo Corrado Ricci, all´una della notte precedente. Un uomo di 27 anni di origine calabrese e residente a Bologna, Vincenzo Sestito, aveva sparato un colpo alla nuca a un pensionato di 64 anni, Mario Benassi, anche lui di Bologna. Dietro al delitto una storia fatta di giochi d´azzardo e bische clandestine, criminalità organizzata e ’Ndrangheta. Un paio di anni fa la polizia, durante un´operazione, aveva chiuso a Bologna una bisca clandestina: Benassi ne era, insieme ad altri, il gestore. Sestito invece era stato processato e assolto per associazione a delinquere di stampo mafioso in un´inchiesta della Dda di Bologna. Gli esercenti di bar, ristoranti, negozi, tutti chiusi all´ora del delitto, sono stati accolti al loro arrivo dalle strisce di plastica bianca e rossa dei carabinieri che ancora sventolavano intorno al punto in cui Mario Benassi era caduto in terra e dal rosso del suo sangue, spruzzato sull´asfalto. Il racconto è rimbalzato di bocca in bocca, non si parlava d´altro: i due sono arrivati insieme a bordo di una Volvo grigia. Sono scesi. Hanno discusso animatamente. Sestito ha poi tirato fuori dalla macchina un borsone, ha preso in mano una pistola calibro 6,35, ha sparato alla nuca dell´altro ed è salito a bordo di un taxi. Tutto in un attimo. «Ho visto una macchina della polizia che inseguiva uno scooter in via Cavour, ieri notte (venerdì notte, ndr)» racconta Alessandro, proprietario di un pub irlandese e che quando è avvenuto il delitto lavorava. «Siamo usciti per vedere cosa fosse successo. Poi ho girato la testa: non ci potevo credere, non capivo. C´era il corpo di un uomo in mezzo alla strada. Due vigili che cercavano di bloccare la gente che si avvicinava incuriosita. Era l´una e venti» continua Alessandro. «Era ancora vivo, quell´uomo buttato in terra come uno straccio. Qualcuno ha chiamato l´ambulanza. arrivata in codice rosso. Poi lui è morto durante il trasporto». Il tassista che venerdì notte si è trovato a caricare Mario Benassi, racconta ancora sotto shock che «quella corsa non la dimenticherò mai. Rimarrà indelebile nei miei ricordi. Mi ha chiesto di portarlo alla stazione dei carabinieri più vicina. Nonostante la distanza fosse di poche centinaia di metri, mi sono sembrati chilometri. Una corsa interminabile. Ricordo pochissimo. Avevo paura, tanta. Credo di essere anche passato davanti ad un posto di blocco di via dei Fori Imperiali senza avere il coraggio di fermarmi. Osservavo gli occhi di quell´uomo che aveva appena tolto dal mondo un altro essere umano. Non mi pareva possibile». Una scena da film, un episodio che riporta la mente alle strade insanguinate degli anni Ottanta, quando Roma era stritolata tra le mani della criminalità organizzata e grondava delitti. La gente, raccolta a gruppetti intorno al luogo del delitto, non parla d´altro: «L´hanno ucciso come un cane», «Magari era un delinquente: però, morire così... «, «Pare si tratti di gioco d´azzardo». Le voci corrono, qui, in largo Ricci, mentre scende la sera e il vento trascina via i pezzi di plastica rossa e bianca e il buio cancella le macchie. (22 novembre 2009)