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 2009  novembre 22 Domenica calendario

ANGELO AQUARO

DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK - Dicono che non è finita qui, che questo è soltanto l´inizio, che il movimento si è appena svegliato. Ma come? L´aumento delle tasse resta, il 32 per cento in più. E l´università è già stata liberata... «Non tutte le conquiste sono materiali», dice Ianna Owen, 23 anni, «questa volta crediamo davvero di avere smosso la gente».
Questa volta? Dici Berkeley e pensi subito alle rivolte anti-Vietnam che hanno fatto la storia. Da qui partì la protesta studentesca che infiammò il mondo negli anni Sessanta. Da qui partì la rivoluzione di Mario Savio e Art Goldberg. Esattamente 45 anni fa. Un 20 novembre. Si mosse perfino Joan Baez: concerto gratuito e poi in marcia con gli studenti. Migliaia di studenti.
Questo 20 novembre è andata diversamente. I ragazzi giovedì scorso si erano preparati per bene. «Staremo dentro il più a lungo possibile», aveva promesso Andi Walden, 21 anni. Cibi e sacchi a pelo. La polizia è arrivata alle 7 di venerdì mattina. Gli occupanti erano una quarantina. Sono rimasti fino alle 5 del pomeriggio: la polizia ha fatto irruzione, gli studenti sono usciti tra gli applausi della folla. Tre arresti.
No, non è finita. L´aumento delle tasse sta infiammando tutte le università d´America. Il caso californiano è il più eclatante e non solo per quel nome: Berkeley. La California da febbraio a luglio ha tagliato 30 miliardi tra sanità e salute. Il Golden State è condannato a farlo: per far passare nuove tasse ci vuole una maggioranza super dei due terzi. E nel budget delle dieci università statali manca un miliardo di dollari.
«Le nostre mani sono state forzate a farlo», ha detto Mark Yudof, il presidente dell´università della California. «Quando non hai un dollaro, non hai un dollaro». Intanto agli studenti si chiede di scucirne 2.500 in più. Un aumento che porta a 10mila dollari la retta annuale: il triplo di dieci anni fa. Escluso ovviamente vitto e alloggio: che fanno la bellezza di altri 16mila dollari. Ayanna Moody, che frequenta il secondo anno, teme di non farcela: «Ho lavorato così sodo per arrivare in una delle università più prestigiose. E ora che faccio? Tornare indietro sarebbe deprimente: piuttosto perché non tagliano i loro stipendi?».
Neppure il governatore Schwarzenegger sa come uscirne. « tempo di rivedere tutto il nostro sistema di spesa e di raccolta delle tasse». E intanto? «Intanto gli studenti devono soffrire per un po´». Ma l´invito non è stato accettato. La rivolta ha creato un vero e proprio assedio per tutta la settimana. I ragazzi sono partiti allargando subito la lotta e chiedendo il reintegro di 38 dipendenti sacrificati sull´altare dei tagli. «Fee hike! We strike»: tasse alle stelle, e noi scioperiamo. Ma non è un problema solo locale. Almeno 35 sono gli Stati con problemi di budget scolastico. Dalla Florida a New York le tasse sono aumentate del 15 per cento. Michigan e New Mexico tagliano corsi e alzano i contributi. Forse ha ragione Ianna: la protesta è appena cominciata.