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 2009  novembre 19 Giovedì calendario

LA RISCOSSA DEI VINI ITALIANI. ORA I GRANDI VANNO ALL’ASTA


I francesi ci guar­dano ancora un po’ di traverso, ma se ne fanno una ragione: era cominciata con l’ingresso trionfale dei nostri stilisti nel­l’empireo della moda; adesso è l’ora dei vini, anzi dei grandi vi­ni: smessi i panni degli eterni secondi, i prodotti eccellenti del made in Italy si sono impo­sti con identità e immagine vin­cente. Dice Gelasio Gaetani Lo­vatelli D’Aragona, fondatore dell’ International wine Aca­demy of Roma : «Fino a poco tempo fa, nelle grandi aste in­ternazionali, che si tengono pe­riodicamente a Londra, Gine­vra e New York, il 100 per cento di bottiglie battute erano fran­cesi. Oggi, invece, almeno il 30 per cento riguarda i nostri rossi importanti, soprattutto toscani e piemontesi». Buon segno. Ec­co, allora, il mix delle due ban­diere nazionali, per citare un esempio di casa nostra, nel­l’evento che si svolge domani a Roma, a Villa Aurelia, dove, sot­to l’egida di Gelardini&Romani (Wine Auction) e nell’ambito della presentazione dei Grand Cru d’Italia, si svolgerà la prima asta italiana interamente en pri­meur (per i profani, si tratta del­la vendita di bottiglie alcuni an­ni prima che queste siano offer­te sul mercato) di grandi eti­chette, dai più famosi «Chate­au » (Lafite Rothscild, Latour) agli italiani Masseto, Amarone Dal Forno, Messorio.

Ancora: il meglio della produ­zione tricolore, e soltanto que­sta, domina oggi la scena dell’al­tra capitale, Milano. Con un’asta benefica (alle 18,30, nel­la Sala Buzzati del Corriere del­la Sera , in favore di Doppia Di­fesa, l’associazione di Michele Hunziker e Giulia Bongiorno) battuta da Sotheby’ s per il comi­tato Grandi Cru d’Italia (in tan­dem con la Camera della Mo­da), presieduto dal marche­se- viticultore Vittorio Fresco­baldi. Assente giustificato, poi­ché sarà a Londra per la presen­tazione del nuovo ristorante e wine bar «Dei Frescobaldi», al­l’interno dei magazzini Harro­ds: alta cucina italiana e vini ita­liani. «Nei Paesi stranieri, so­prattutto in quelli emergenti, è fondamentale legare i nostri vi­ni alla nostra gastronomia, che si è affermata sulla scena mon­diale – osserva Marco Caprai, autore del lancio del Sagranti­no di Montefalco, attraverso l’esemplare recupero di un anti­co vitigno ”. Oggi l’Italia anno­vera molti piccoli produttori di vini di alta qualità, ma per tene­re il mercato occorre fare siste­ma. Sennò, è boomerang». Cer­to, l’allarme non riguarda i col­lezionisti di etichette, disposti a spendere fortune per aggiudi­carsi le bottiglie super. Gelasio Gaetani ricorda di aver aiutato Angelos, il butler di Valentino, nel metter su la cantina della re­sidenza francese di Chateau de Wideville : «Lo stilista chiese di acquistare rossi importanti per gli ospiti di riguardo. Rigorosa­mente italiani». Nell’asta mila­nese, sfileranno 130 etichette, che rappresentano il meglio dei prodotti vinicoli di tutto il Pae­se. Ci sarà un discreto numero di bianchi, bollicine comprese, solitamente tagliati fuori. «Ciò significa – dice Marcello Lunel­li (cantine Ferrari) – che i bian­chi di alta qualità hanno final­mente fatto breccia, come si me­ritano, anche tra i cultori del vi­no più esigenti».