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 2009  novembre 20 Venerdì calendario

Antonio Pascale, Qui dobbiamo fare qualcosa. Sì, ma cosa?, Laterza, 2009, 144 p

Notizie tratte da: Antonio Pascale, Qui dobbiamo fare qualcosa. Sì, ma cosa?, Laterza 2009, pp. 144, 9,50 euro.

Parole amebe (o magiche). Per il troppo uso hanno perso il significato originario e come amebe inglobano tutto quello che si muove vicino a loro (definizione del linguista Uwe Porksen). Come un sasso lanciato in una conversazione, producono onde ma non colpiscono nulla. Basta pronunciare ”energie pulite, decrescita felice, bei tempi di una volta, allevamenti biologici, coltivazioni biodinamiche, sinergiche, no rifiuti, no Tav” e tutto si risolve. «Le parole amebe fagocitano l’analisi grammaticale poi quella logica… inglobano tutto e rendono possibile l’impossibile».

Spettro. Pascale chiama così il giovane laureato, in genere umanista, molto attivo nel sociale, ricco o comunque di buona famiglia, che ritenendosi dalla parte degli umili, prende le loro parti per contestare tutti (o quasi tutti) i processi d’innovazione tecnologica - in agricoltura, biotecnologia, ingegneria, nucleare e non. Perché sono pericolosi, soprattutto per la gente umile.

Ipse dixit. Quelli che dicono no all’inceneritore perché «Inquina, emette diossina. In tutta Europa li stanno chiudendo» (tra loro lo ”spettro”). Ma chi l’ha detto? «Grillo!».

Tecnici. Per vincere l’argomento ”Grillo”, un bel giorno Pascale telefonò all’amico ingegnere chimico, che gli rispose, pressappoco: «Se una puttana brucia un copertone in mezzo alla strada produce più diossina di un inceneritore». E ancora: la percentuale di rifiuti che va all’inceneritore in Italia è inferiore al dieci per cento, in Germania superiore al venticinque. Superiore al trenta per cento in Olanda, Belgio e Francia, al quaranta in Svezia, al cinquanta in Danimarca.

Famiglia. «Il familismo è amorale solo al Sud, al Nord diventa utile strategia di potere. Ma ditemi voi, perché poi le famiglie del Sud sono amorali e quelle del Nord sono potenti?... Ma è questo il punto? Non sarà piuttosto atavica sfiducia nelle nostre potenzialità individuali? Abbiamo bisogno di una famiglia di riferimento (che sia abbastanza potente)».

Vancouver. La città dove il governo regala a fondo perduto quarantamila dollari a ogni studente che vince il dottorato per festeggiare un giovane ricercatore che entra nel mercato del lavoro.

Oscurantismo bucolico. «Ma, mi chiedo, perché noi usiamo (o abusiamo di) tutti i prodotti della modernità, poi rimpiangiamo quello che è stato? Detta in breve, e semplicemente, credo sia colpa anche della cultura di sinistra […]. Negli ultimi anni ha sostituito l’idea di progresso (allora marxista) con il sapere nostalgico o nel peggiore dei casi con il revival. riuscita a vincere là dove non avrebbe dovuto vincere. Ha sfondato e occupato il territorio che apparteneva alla destra, quello della tradizione e del mito. E del creato incorruttibile».

Ingegneria genetica. La praticavano già gli indiani d’America. Per far crescere il granturco fertilizzavano ogni pianta mettendo polline di grano sulle sue barbe. Prendendo il polline di una varietà di granturco e fertilizzando le barbe di un’altra varietà, davano origine a un tipo di granturco con le caratteristiche combinate di entrambi i genitori (ibridazione).

Renette. Il prof. Francesco Sala, laurea in Farmacia e Scienze biologiche, che si fece venire in mente di salvare la produzione di mele renette, tipiche della Valle d’Aosta, dalla Melolontha melolontha, il coleottero che, attaccando le radici degli alberi di melo, rimane immune agli antiparassitari (rimedio attuale: i comuni pagano bambini ed extracomunitari che scavano nella terra per trovare le larve). Sala escogitò di introdurre nel portainnesto del melo una sequenza genetica presa dal batterio Bacillus thuringiensis (quindi un organismo naturale), che produce una tossina letale solo per gli insetti con il risultato di ottenere una coltura che si protegge da sola (costo: diecimila euro). Apriti cielo: un verde fa un’interpellanza comunale e blocca il progetto. Paradosso: «Da un lato dichiariamo il nostro amore per i prodotti tipici, dall’altro non siamo in grado di proteggerli utilizzando strumenti moderni. Tanto ci sono quei contadini che curvi sulla schiena scavano per cercare le larve della melolonta».

Speculazioni. Pier Paolo Pasolini, che (come racconta Antonio Pennacchi), si lamentava della speculazione edilizia a Sabaudia (facendo un sopralluogo per un film sulla spiaggia non sapeva dove puntare la cinepresa), salvo avere una villa, insieme a Moravia, proprio a Sabaudia.

Peer review. Sistema adottato nei Paesi anglosassoni per decidere i finanziamenti delle ricerche scientifiche (lo studio viene giudicato da un gruppo di scienziati di provata autorevolezza in base ad indici predeterminati, indipendenti dalla fonte di finanziamento e non in conflitto d’interesse). Secondo il Prof. Gilberto Corbellini in Italia solo il dieci per cento dei finanziamenti devoluti alla ricerca passa attraverso un metodo di revisione alla pari (a suo dire perché l’Italia è un Paese cattolico e la scienza è portatrice di pensiero critico, mentre gli anglosassoni, essendo protestanti, tengono a fare le cose per bene, anzitutto a evitare il conflitto d’interessi).

Organico. Il report commissionato dalla Food Standards Agency alla London School of Hygiene & Tropical medicine per capire se i cibi coltivati con metodo ”organico” siano superiori a quelli convenzionali dal punto di vista nutrizionale. Dei 52.471 studi, pubblicati in varie lingue dal 1° gennaio 1958 al 29 febbraio 2008, ne furono selezionati soltanto undici in base ad indici di autorevolezza ed attendibilità, che, riesaminati, fecero concludere nel senso che non ci sono dati reali per sostenere la superiorità dei cibi organici.

Ricerca. Convegno Scienza e agricoltura tenuto a Roma il 15 luglio 2009. Interviene Mariastella Gemini, ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica, concludendo che essendoci la crisi non ci sono soldi per la ricerca, e se ne va. Dopo di lei l’intervento del prof. Edgar Krieger, che dopo aver chiesto al pubblico se ha capito bene o se c’erano problemi di traduzione, dice: se mi posso permettere, è sbagliato. In America o in Giappone, quando si entra in fase di recessione si triplicano i soldi per la ricerca, s’investe nel futuro. Magari qualche ricerca va a buon fine, si ottiene una nuova tecnologia, e la si introduce nel ciclo produttivo. E dire che gli italiani producono ottime ricerche in gran quantità, ma in una scala da uno a dieci, la capacità di sfruttarle è pari a uno (gli olandesi producono poche ricerche, ma con capacità di sfruttarle pari a sette).