Anais Ginori, la Repubblica 20/11/2009, 20 novembre 2009
dal nostro inviato Il pubblico va di fretta, guarda distrattamente. Gli applausi sono una rarità. «Eppure c´è sempre un momento magico in cui qualcuno rallenta e si fa catturare dalla musica», racconta Elsa Siugo, una cantante folk che sta passando il provino per l´undicesima volta
dal nostro inviato Il pubblico va di fretta, guarda distrattamente. Gli applausi sono una rarità. «Eppure c´è sempre un momento magico in cui qualcuno rallenta e si fa catturare dalla musica», racconta Elsa Siugo, una cantante folk che sta passando il provino per l´undicesima volta. Chitarra in mano, una ballata dolce in inglese. Dieci minuti in tutto, avanti il prossimo: un quartetto che canta a cappella e si fa chiamare "Amacande". Le selezioni per avere un posticino al sole nel sottosuolo di Parigi sono appena incominciate. Nella sala audizioni di rue de Charonne, vicino Bastille, c´è la fila. Si sono iscritti duemila candidati, alla fine ne rimarranno meno di quattrocento. La "Metro Academy" non è mica uno scherzo. I cinque funzionari della giuria Ratp - la società pubblica che gestisce la metropolitana parigina - mettono i voti in funzione di testi, musiche ed esecuzione. Il responso finale sarà comunicato tra una settimana. «Con la crisi, le richieste sono aumentate», spiega Antoine Naso, il responsabile artistico della Ratp. «Purtroppo non possiamo aumentare le autorizzazioni, provocherebbe il caos e potrebbe diventare molesto. Siamo pur sempre al servizio dei viaggiatori». La musica nel metrò è sempre esistita. Già negli anni Settanta la Ratp aveva cercato di legalizzare i cantanti improvvisati tra i binari creando un´apposita struttura, "Métro Molto Allegro". Ma è solo dal 1997 che esiste un casting, organizzato due volte l´anno, con degli speciali pass che danno accesso per sei mesi alle 380 stazioni della metropolitana della capitale. I musicisti ufficiali della Ratp possono suonare nei corridoi, facendo ovviamente attenzione a non intralciare il passaggio. Non hanno invece il permesso di andare sui vagoni dei treni, che sono il regno di mendicanti e artisti abusivi. Molti sono ormai dei veterani. Il gruppo di jazz manouche "Sautere" che ha passato la selezione mercoledì si esibisce a Chatelet dal 2006. Cerca una riconferma anche Elsa Siugo, da quattro anni habituée di République e Bastille. «C´è una concorrenza feroce - racconta Siugo - se vuoi avere i posti migliori devi presentarti già alle sei del mattino». «In termini quantitativi, offriamo a questi artisti lo stesso pubblico di uno stadio come Bercy», ribatte il direttore artistico della Ratp. La rete metropolitana di Parigi è frequentata ogni giorno da quasi 5 milioni di persone. I guadagni non sono clamorosi. Tra i trenta e i sessanta euro al giorno, calcola Antoine Noso. Spesso gli spettatori più generosi sono i turisti. Hanno meno fretta e più voglia di ascoltare. Nella scelta degli artisti la giuria cerca di rappresentare i vari generi musicali (rock, classica, jazz, world music) e le diverse nazionalità. «Vantiamo anche diversi tentativi di imitazione», aggiunge Noso. Le metropolitane di Londra, Rotterdam e Osaka hanno adottato un sistema di selezione per i busker simile a quello di Parigi. La "Metro Academy" ha anche lanciato qualche artista famoso. Cantanti come Ben Harper o Alain Souchon sono passati per l´audizione in rue de Charonne. «La maggior parte dei nostri musicisti sono dei semi-professionisti in cerca di pubblico più che di soldi». C´è sempre la speranza che tra le migliaia di pendolari si nasconda anche un produttore talent scout. Sulla sua pagina di MySpace, Elsa Siugo si presenta come "Subway singer", quasi fosse un titolo di merito. Ha già inciso un paio di album e tre volte a settimana insegna musica ai bambini sordomuti. «Sentono attraverso le vibrazioni». Il successo non è ancora arrivato. Forse domani, con l´ultimo metrò.