Francesco Manacorda, La Stampa 20/11/2009, 20 novembre 2009
La Ferrero è troppo forte e lavora troppo bene per fare degli errori». E che lo dica Nicoletta Miroglio, dinastia di industriali albesi e presidente di Confindustria Cuneo, ci sta
La Ferrero è troppo forte e lavora troppo bene per fare degli errori». E che lo dica Nicoletta Miroglio, dinastia di industriali albesi e presidente di Confindustria Cuneo, ci sta. Ma se anche Andrea Brignolo, sindacalista Uil del settore, dichiara «piena fiducia nella famiglia Ferrero», se il sindaco Maurizio Marello dal suo ufficio dove troneggia la medaglia d’oro per la Resistenza e su un vassoio sopravvivono due Mon Cheri, dice convinto che l’azienda «farà la scelta giusta», allora è evidente che - comunque andrà a finire l’avventura inglese - Alba tifa compatta per la Ferrero. Trentamila abitanti, quattromila dipendenti nello stabilimento più grande del gruppo, non c’è famiglia che sfugga - Sindaco anche lei ha qualcuno? «Sì mio cognato» - a stretti rapporti con il gigante del cioccolato che ora potrebbe tentare per la prima volta un’acquisizione sull’inglese Cadbury. «Io ci credo e mi piacerebbe che ce la facessero». Bruno Ceretto, gran ”barolista” , come si chiamano qui, ed eccelso rappresentante del binomio vino&tartufo che fa Alba famosa ben oltre i suoi confini, riceve al bar: lascia intatto il marron glacé che accompagna il caffè, ma confessa una passione per i Rocher. «Penso che il fondatore Michele sia allergico all’idea di comprare qualcosa, ma credo anche che i figli Giovanni e Pietro siano tentati dall’idea di diventare il secondo gruppo al mondo, forse il primo». Cadbury o non Cadbury? Alle 14, cambio di turno, davanti alla fabbrica che muta profumo a seconda delle lavorazioni - questo pomeriggio è cioccolato - la prospettiva dell’Opa più dolce del mondo è vista con prudenza, ma la musica non cambia. «Dipende tutto dal signor Michele», spiega il magazziniere Luigi, appena uscito dal primo turno. Qui ad Alba, infatti, alla tesi di un dissidio in famiglia - il patron contro i figli scalpitanti - in molti non vogliono credere. Famiglia o gruppo, i Ferrero appaiono sempre come un monolite. Pochi dubbi e tante certezze, anche per quel che riguarda il lavoro : «Mai stata cassa integrazione - spiega ai cancelli Gianni, dell’ufficio tecnico - e anzi adesso fino a Natale in alcun reparti si lavorerà anche il sabato». Pochi passi più avanti la Fondazione Ferrero - ci sono anche l’Auditorium Ferrero, il Centro sportivo Ferrero, la mensa Ferrero con menù completo a un euro e cinquanta, il Centro ricerche Ferrero, ossia quanto di più vicino in natura esista alla fabbrica di Willy Wonka - dove il pensionato Michele, 38 anni in contabilità, è scettico sull’espansione «perché non vedo grandi possibilità di joint venture o acquisizioni in un’azienda che è sempre cresciuta da sola». Quel che conta e conterà, dice, «è la creatività del signor Michele, i prodotti che nessuno ha saputo copiare». Non la pensa così Ceretto: «Il langarolo è giocatore d’azzardo: basta leggere Fenoglio, Pavese, soprattutto Arpino. Gioca d’azzardo ma poi è bravissimo in bottega. Io dico che lo faranno - e tutti d’accordo - se il signor Michele sarà convinto dei prodotti che trova, e potrà aggiungere i suoi, e se riusciranno a ridurre la forza lavoro degli inglesi: 40 mila contro i 21 mila Ferrero». Paura che un’avventura inglese possa strappare il gruppo alle sue terre? Davanti allo stabilimento gli operai glissano e saltano sui bus aziendali con i nomi delle destinazioni: Saliceto, Canelli, San Benedetto Belbo, Bossolasco... «Sono proprio le corriere uno dei segreti del successo - spiega il sindaco Marello - perché fin dall’inizio Michele Ferrero ha avuto l’intuizione di prendere la manodopera in Langa e nel Roero, ma senza portarla via dalle sue terre. Per questo il benessere si è diffuso e la gente non è stata sradicata». La paura che l’azienda andasse via «c’era 25 anni fa - spiega Marello - quando il gruppo cominciò a produrre all’estero. E poi nel ”94 quando l’alluvione invase anche lo stabilimento. Il giorno dopo gli operai erano lì a spalare il fango. Un mese dopo la fabbrica riapriva. Ora non siamo preoccupati, l’azienda investe, apre anche nuove linee». Del resto non di sola Ferrero è fatto il modello albese: qui c’è il tessile Miroglio, qui le piste per atletica e i campi sintetici di tutte le Olimpiadi targati Mondo Rubber, qui multinazionali ”tascabili” come la Corino o la Bianco, che hanno cominciato facendo macchinari per le aziende locali e adesso vendono in mezzo mondo. Si guarda all’estero e si è parecchio guardati - e visitati - dall’estero. In città stasera c’è Francis Ford Coppola per ricevere il Tartufo dell’anno. «Gli addetti al turismo sono passati in dieci anni da 600 a 6000», spiega Ceretto. Così se la campagna d’Inghilterra andrà avanti, la città si dice già al fianco dei Ferrero. «Essere imprenditori significa pensare al mondo intero come mercato - dice Nicoletta Miroglio - e vedo che questa è una mentalità che hanno sempre più associati. Ho vissuto negli Usa e a Parigi e là Alba è conosciuta come Portofino per almeno due motivi: i tartufi e la Nutella. La Ferrero ci ha già reso internazionali». Continua in maniera serrata il lavoro di banche d’affari e altri consulenti sul dossier Cadbury per conto di Ferrero. Un’iniziativa che, a dispetto di quanto riferito da alcuni media ieri, non vedrebbe una divisione in famiglia tra il padre Michele, ieri al lavoro ad Alba e i figli Giovanni e Pietro ma sarebbe stata intrapresa «di comune accordo», spiegano fonti finanziarie. Un lavoro avviato all’inizio della settimana scorsa per la parte preliminare e proseguito fino a ieri per la valutazione di diverse opzioni, mentre nel fine settimana potrebbero proseguire i contatti tra i consulenti delle varie parti. Per Ferrero sarebbero al lavoro Mediobanca e Rothschild, con lo studio legale Allen & Overy. Jp Morgan starebbe invece fornendo appoggio a Hershey, candidato a presentare un’offerta con il gruppo italiano, anche se al momento sono allo studio varie possibilità. Di certo, riferiscono le stesse fonti, un’eventuale offerta Ferrero sarebbe «amichevole» e potrebbe coinvolgere anche altri soggetti. Alla finestra sarebbe anche il produttore della Gomma del ponte, la Perfetti Van Merle, secondo quanto riferito dall’agenzia Adn Kronos. /