Gabriele Zanatta per Identità golose, blog di Paolo Marchi 19/11/2009, 19 novembre 2009
OT, il supertuscan di Oliviero Toscani - Arriva il comunicato e uno pensa d’istinto: ecco il solito nome noto che si mette a fare il vino
OT, il supertuscan di Oliviero Toscani - Arriva il comunicato e uno pensa d’istinto: ecco il solito nome noto che si mette a fare il vino. Ma poi non è che noi si debba sempre ragionare assecondando i pregiudizi. E allora eccoci al Superstudio di Milano per capire cos’ha combinato il fotografo «immaginatore» Oliviero Toscani, in via Forcella a esibire le prime (12mila) bottiglie in assoluto del suo rosso OT, http://www.otwine.com, da vendemmia 2006. Prima sorpresa: la serata, con piatti in accompagnamento preparati dall’amico Fulvio Pierangelini («stasera almeno mangerete bene…») è stata piacevole, soprattutto per l’aria fresca instillata da mondi altri rispetto a quelli spesso paludati del giornalismo del vino nostrano (tipo «ohibò, al naso avverto del cavallo sudato»). Seconda sorpresa: il vino è buono. E come poteva essere altrimenti se il deus ex machina è Angelo Gaja, l’enologo Attilio Pagli e l’agronomo Federico Curtaz? Trattasi di un supertuscan da uve syrah (50%), cabernet franc (35%), petit verdot (15%) vinificate separatamente e passate 14-16 mesi in barrique: ciliege, pepe e una lodevole freschezza. Come quella sfoggiata nella serata dal neo-winemaker. Com’è nata l’idea? «All’inizio volevo solo appagare il mio senso estetico con una vigna ad anfiteatro fuori dalla finestra di Casale Marittimo (nel Pisano, ndr), ma oggi ho capito che la mia vera vocazione è questa», ha scherzato Toscani. Attenzione, le etichette sono 3 (rossa, gialla, blu) ma il vino è uno «e meno male», sospirano i 3 figli Rocco, Alì e Lola, tutti lì sorridenti come mamma Kirsti. Le mani in vigna e cantina ce le hanno messe anche loro.