Marco Zatterin, La stampa 19/11/2009, 19 novembre 2009
DOMANDE E RISPOSTE CHE COSA CAMBIA IN EUROPA?
Il Trattato di Lisbona ridisegna il vertice dell’Unione europea.
In che modo?
Per il nuovo assetto istituzionale dell’Unione europea, che scatta col primo dicembre, sono state create due nuove figure. Una è il presidente stabile del Consiglio europeo, il cosiddetto Mister Ue. L’altra è l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza comune, che tutti chiamano Mister Pesc.
Da chi sono eletti?
La nomina spetta al Consiglio europeo, ovvero ai capi di stato e di governo dell’Unione che lo compongono, dunque Berlusconi per l’Italia, Merkel per la Germania, Sarkozy per la Francia e così via. La procedura prevede che si possa esprimere un voto a maggioranza qualificata, ma tutto lascia immaginare che i leader cercheranno di evitarlo. In genere, quando si profila la soluzione, si proclama il consenso.
Come mai?
Perché un conclave che ha la responsabilità di lottare contro la crisi economica e di arginare il cambiamento climatico non può farsi vedere come una scolaresca litigiosa che non sa nominare il capoclasse. La prova del nove questa sera a Bruxelles dove è convocata una riunione del Consiglio con all’ordine del giorni proprio il pacchetto nomine.
Cosa fa «Mister Ue»?
Il suo ruolo è quello di dare continuità e stabilità ai lavori del Consiglio. Attualmente le redini del massimo organismo comunitario passano di sei mesi in sei mesi da uno stato all’altro. Succede che alcune presidenze siano forti (Francia, secondo semestre 2008), disastrose (Repubblica Ceca, primo semestre 2009), così-così (Svezia, in carica). Il presidente funziona da raccordo politico e come gran ciambellano organizzatore. Deve essere la memoria e il motore delle strategie europee ai più alti livelli.
Si può dire che è la «faccia dell’Europa»?
Quando Henry Kissinger era segretario di stato, a metà anni Settanta, spiegava la sua convinzione che l’allora Cee fosse debole perché non aveva un numero di telefono che lui potesse chiamare. Mister Ue è nelle intenzioni il numero di telefono auspicato da Kissinger. Ma le grandi capitali faranno di tutto per non concedergli troppo potere.
In che modo?
Evitando di scegliere un politico tropo forte e influente. Il rifiuto di sostenere un big come l’ex premier inglese Tony Blair in cambio di un possibile, ma ancora incerto, consenso sul premier belga Van Rompuy, politico esperto ma non certo di fama internazionale, la dice lunga sull’intenzione di mantenere il controllo covata dai governi.
E Mister Pesc?
il ministro degli Esteri dell’Unione, l’uomo responsabile che coordina e imposta gli orientamenti europei nei confronti del resto del mondo. una formula che rafforza i compiti che da dieci anni sono svolti da Javier Solana, segretario del Consiglio con la delega all’estero, attribuendogli una più ampia visibilità. Per questo è stato deciso che Mister Pesc sarà anche vicepresidente della Commissione, cioè uno dei 27 del braccio esecutivo Ue che per i prossimi cinque anni sarà ancora guidato dal portoghese José Manuel Barroso.
Avrà un suo servizio diplomatico?
una delle novità del Trattato. Sta nascendo un Servizio europeo per l’azione esterna che sarà composto per un terzo da rappresentanti dei governi, per un terzo da funzionari della Commissione e per un terzo da personale del Consiglio. A regime, saranno diverse migliaia di persone: tutti insieme gestiranno anche i 7 miliardi annui di aiuti umanitari.
Tutto ciò implica una limitazione della capacità degli Stati di condurre una politica estera autonoma?
Per nulla. Bruxelles interviene soltanto quanto serve un approccio coerente sulla scena internazionale, cioè per le questioni che possono essere affrontate meglio da un’azione comune degli Stati membri dell’UE. L’alto rappresentante ha il compito di completare e non di sostituirsi alla politica estera o agli sforzi diplomatici degli Stati membri.
Nell’estate 2008 la questione del conflitto georgiano l’ha risolta Sarkozy quale presidente di turno. Adesso a chi toccherebbe?
A Mister Ue e Mister Pesc in coordinamento con la presidenza rotante che comunque avrà voce in capitolo. Anche se i governi più forti e pesanti non esiteranno a dire la loro.
Se scoppia un conflitto, rischiano di esserci 3-4 negoziatori. L’America ha un uomo solo. Non è penalizzante?
un pericolo, ma quello delle duplicazioni è una possibilità che minaccia tutti i condomini. Se vogliono contare, gli europei devono essere compatti.