Alessandra Da Rold, il Riformista 17/11/2009, 17 novembre 2009
VERONICA E LA GABANELLI CERCANO I FONDI ALL’ESTERO
Niccolò Ghedini, avvocato del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, lo ha ripetuto due giorni fa in una lettera a Libero: «Si ricordi che proprio dalle centinaia e centinaia di rogatorie disposte in tutto il mondo è risultato in modo incontrovertibile che non vi è alcuna disponibilità finanziaria estera a favore della famiglia Berlusconi», Il punto, infatti, è sempre lo stesso. Il medesimo su cui lavora da anni la procura di Milano: l’esistenza di fondi neri, società off shore o trust in paradisi fiscali in capo al Cavaliere o al gruppo Fininvest, cassaforte di famiglia. Il cosiddetto «comparto societario estero», che in quel famoso rapporto della Kpmgnel 2001 veniva definito «group B very discret» della Fininvest. Vicenda su cui si sviluppò la riapertura del processo Alllberian, unito alle relative smentite del Biscione che ha sempre ribadito come «in tali operazioni regolarmente appostate nella contabilità non è rilevabile alcun falso nel bilancio della società o del gruppo». Lo stesso Berlusconi fece questa dichiarazione all’Ansa il 3 maggio del 2001: «Le società estere sono cose assolutamente legittime che il mio gruppo ha poi abbandonato, ma che in un certo momento, affidandosi alla responsabilità di chi gestiva il sistema estero, si facevano perché si doveva trovare un modo in Europa per pagare tasse più convenienti».
La questione è particolarmente delicata, perché riguarda la tenuta del patrimonio del Cavaliere. Si va avanti per ipotesi. L’argomento, oltre a essere al centro dei procedimenti penali in corso a Milano, potrebbe diventare spinoso nella «causa civile di separazione con addebito» intentata dalla moglie Veronica Lario contro il marito. Anche se, secondo l’avvocato Annamaria Bernardini De Pace, in casi come questi il giudice «non può dividere patrimoni, assegnare aziende, imporre consiglieri di amministrazione o riconoscere risarcimenti». L’intricata matassa legislativa che regola le possibilità di scoprire in giudizio la portata patrimoniale della famiglia Berlusconi non è di facile soluzione. Per ora, secondo le visure camerali, il piatto da spartire sarebbe di sette miliardi di euro. Alla Lario, spetterebbe la metà (3,5), anche se su questo punto peserebbe, oltre alla sentenza sul lodo Mondadori, pure l’esito dei pro cessi, tra rogatorie e quant’ altro. lecito pensare che Ma ria Cristina Morelli, legale della Lario, abbia valutato questa possibilità. Opportunità che però potrebbe rive larsi controproducente, perché andrebbe a incidere sul lo stesso patrimonio di famiglia che Miriam Bartolini vuole sia meglio ridistribuito tra i figli: il 25 per cento per Barbara, Eleonora e Luigi anziché il 50 per cento già assicurato a Marina e Piersilvio. E’ forse errato no tare qualche possibile parallelismo con il caso della fa miglia Agnelli, con la figlia Margherita che chiese alla magistratura, nel 2007 , il rendiconto completo dei beni riferibili al padre? L’Agenzia delle entrate e la Guardia di Finanzia stanno indagando su un patrimonio di circa 2 miliardi di euro trasferito all’estero da Gianni Agnelli per evadere il fisco. Un’opinione a riguardo se la saranno fatta pure le sorelle Ghedini, Ippolita e Nicoletta, che seguono il premier nel causa di separazione. E’ ammesso pensare poi che un’idea sulla fac cenda se la sia fatta pure Fedele Confalo nieri, presidente di Mediaset, forse l’ulti mo "ponti ere" rimasto tra i due coniugi. Sulla posizione di Fidel nel processo sulla compravendita dei diritti televi sivi, dovrà pronunciarsi il 30 no vembre il tribunale di Milano in udienza. La richiesta è del pm Fabio De Pasquale, che ha chiesto di unire Confalonieri alle altre posizioni degli imputati.
Nel frattempo, è tornata in questi giorni sotto i riflettori dei media, la Amer Bank, banca d’affari di Lugano implicata in vicende giudiziarie di riciclaggio di capitali mafiosi tramite il suo ex direttore Nicola Bravetti, con sedi a Nassau, Dubai e Milano. Uno dei fondatori della Amer, Paolo Del Bue, è anch’egli indagato per riciclaggio nel processo sui diritti televisivi Mediaset. La puntata di Report sulla "banca dei numeri uno" è stata ripresa persino dal Financial Times, ma non ha tirato fuori rivelazioni clamorose. Semmai, da evidenziare è l’appello di Milena Gabanelli, che riferendosi al premier, ha chiesto che quei sessanta milioni depositati nella «controversa Amer Italia» già commissariata e sotto indagine, siano spostati una banca italiana più trasparente. Ma un occhio alle cosiddette società off shore, Report l’ha dato, riportando un conto alla Amer riferibile alla Flatlimited Antigua che sta costruendo ville sull’isola. Ville che si starebbe costruendo pure Berlusconi. Il Partito democratico ha annunciato un’interrogazione al ministro dell’Economia in merito ai rapporti tra la Amer e il presidente del Consiglio.