Chiara Buoncristiani, Libero 17/11/2009, 17 novembre 2009
EFFETTO FECONDAZIONE I GEMELLI SONO RADDOPPIATI
«Mi confonde con un altro, quello non ero io. Era mio fratello». Di fronte a una situazione imbarazzante, sempre più italiani potranno giustificarsi così. Perché l’Italia di oggi si scopre paese di gemelli. Nello Stivale i parti plurimi ormai non sono più una rarità. Anzi. Dal 1982 sono raddoppiati e su 570mila nati nel 2008 il 3% (17.100) sono gemelli. Complici la fecondazione medicalmente assistita e le trasformazioni sociali che portano le donne a rimandare la gravidanza dopo i 35 anni, dal 1990 il fenomeno è in crescita costante. Con un aumento anche delle ”triplette”, che oggi rappresentano il 4% dei bambini nati da parto gemellare. I dati sono stati rivelati ieri durante il convegno organizzato a Roma dal Registro nazionale gemelli dell’Istituto superiore di sanità in collaborazione con l’unità di neonatologia, patologia e terapia intensiva neonatale del Policlinico Umberto I e università La Sapienza. PREMATURI La percentuale di parti plurimi è molto più alta nelle gravidanze ottenute attraverso la procreazione assistita e raggiunge un valore nazionale pari al 18,4%. «L’aumento dei parti gemellari è legato al maggior ricorso alla fecondazione assistita », spiega Mario De Curtis che dirige l’Unità di neonatologia dell’Umberto I. «Ma bisogna tenere in considerazione anche l’aumen - to medio dell’età materna, fattore che favorisce la nascita di gemelli». All’inizio degli anni Ottanta, infatti, solo il 9% delle donne che partoriva aveva un’età superiore a 35 anni, nel 2007 si è passati al 35%. Dal punto di vista degli esperti, il problema con i gemelli è costituito dalle nascite premature. Un quarto dei parti pretermine è infatti rappresentato proprio dai parti gemellari che nel 6,5% dei casi si verificano prima 37esima settimana. «I gemelli rappresentano un importante problema medico e sociale», chiarisce De Curtis, «perché rispetto ai nati singoli sono a maggiore rischio di morte e di malattia per la loro prematurità». PI CURE I gemelli prematuri, soprattutto quel 10-15% che nasce con un peso molto basso (inferiore a 1 chilo e mezzo), hanno spesso bisogno di cure particolarmente impegnative e costose. «Le unità di neonatologia », hanno notato ieri gli specialisti, «presentano una grave carenza di posti di terapia intensiva neonatale, ancora più evidente nelle regioni centro meridionali». Molti gemelli prematuri non possono dunque essere curati dove nascono, ma vengono trasferiti nelle prime ore di vita da un ospedale ad un altro con un «sicuro peggioramento della loro prognosi». Ma gli esperti hanno anche rassicurato anche i genitori. «I gemelli hanno uno sviluppo normale, uguale a quello degli altri bambini, dopo il primo periodo ». I’MAMMI” Chi subisce una vera e propria metamorfosi, secondo i ricercatori, sono i papà: diventano ”mammi”. Il 90% dei padri di gemelli, infatti, assume sin dall’inizio un ruolo anche ”materno”, contro meno del 50% dei altri papà di figli singoli. Ad affermarlo, questa volta, è uno studio sulle condotto dal Dipartimento di psicologia dell’università di Torino. «Nelle famiglie in cui arriva una coppia di gemelli», ha spiegato Piera Brustia, docente di psicodinamica della vita familiare all’uni - versità di Torino, coordinatrice dello studio ”Progetto gemelli”, «il padre assume un ruolo molto più significativo, affettivamente, sin dai primi giorni. Sviluppa una sorta di ruolo più ”materno”, prendendosi responsabilità anche pratiche in modo più efficace». E questo non solo perché costretto dalla necessità di badare a due bambini, ma anche perché si sente meno ”minac - ciato”. «La disponibilità di due bambini», continua Brustia, «non fa sentire che il nuovo arrivato assorbe tutta l’energia materna», e quindi anche il padre diventa più attivo. Ma attenzione. La cosa importante da evitare in questi casi - avverte la psicologa - è che «un gemello diventi della mamma e l’altro del papà».