Mario Gerevini, Corriere della Sera 15/11/2009, 15 novembre 2009
MILANO
Sos da San Marino. La Repubblica del Titano si sta avviando verso un fine anno tra i più difficili della sua secolare storia. Il pressing sull’Italia per firmare gli accordi di collaborazione fiscale e finanziaria è ormai asfissiante. Lo scudo fiscale drena preziosissima liquidità. Il salvataggio del gruppo Delta potrebbe avere un impatto devastante sulla Cassa di Risparmio di San Marino, la banca- Stato, anche perché ci sarebbe un imprevisto «buco» di bilancio. L’agenzia di rating Fitch ha declassato lo Stato. Negli uffici giudiziari giacciono inevase 4.000 pagine di una rogatoria dei pm di Forlì Fabio Di Vizio e Marco Forte che fa paura e chiede conto, con nome e cognome, di centinaia di posizioni bancarie. Nel frattempo il prezzo di una delle merci più preziose, la società anonima di diritto sammarinese, è crollato: da duecentomila euro a poche migliaia. Tra tutti è forse il segnale più allarmante. Il dubbio che sia in pericolo la stabilità stessa del piccolo Stato (31 mila abitanti) comincia a farsi strada. Ecco il punto: c’è il rischio di un «Titano-Crac»?
L’ipotesi non è nemmeno presa in considerazione dal segretario (ministro) alle Finanze, Gatti, politico di lungo corso e uomo forte del governo: «Non abbiamo debito pubblico e i deficit 2009 (43 milioni, ndr ) e 2010 ce li ripaghiamo senza accendere mutui: il rischio default semplicemente non esiste. Certo, sappiamo che da questa situazione usciremo più poveri di prima».
La sindrome da assedio si è diffusa a San Marino più del virus A. questione di punti di vista capire chi siano i «buoni» e i «cattivi»: gli accerchiati sammarinesi che hanno prosperato per anni sull’evasione fiscale italiana o gli accerchiatori italiani che sembrano giocare al gatto col topo? Dice una fonte ad altissimo livello della Banca Centrale di San Marino (Bcsm): «I depositi delle nostre banche provengono in larga misura dall’evasione fiscale italiana».
Per questo lo scudo fa paura, molta paura. L’altro ieri la Bcsm ha diffuso alcuni dati ufficiali: al 10 novembre sono stati scudati 995 milioni, il 7,3% della raccolta totale pari a 13,6 miliardi. Probabilmente la corsa agli sportelli avverrà a ridosso della scadenza, anche perché le banche locali prendono tempo nella speranza che la firma degli accordi con l’Italia trasformi il Titano in Paese collaborativo dove lasciare i patrimoni regolarizzati.
Pochi giorni fa Valerio De Molli, partner dello Studio Ambrosetti (organizzatore di un attesissimo «San Marino Forum» il 20-21 novembre), confermava le previsioni di un rimpatrio di capitali in Italia tra 2,2 e 4,5 miliardi. Secondo De Molli sul Titano un punto percentuale di raccolta in meno corrisponde a un analogo calo del pil. Se così fosse, in poche settimane di scudo se n’è andato il 7,3% del pil sammarinese. Del resto il 40% degli introiti dello Stato arrivano dal sistema bancario e finanziario che nel 2010 sarà inevitabilmente e drasticamente ridimensionato.
Le banche sono dodici ma non bisogna dimenticare che la Cassa di San Marino da sola vale la metà del sistema ed è controllata da una Fondazione pubblica. La Procura di Forlì a maggio aveva azzerato il vertice della banca che controllava occultamente il gruppo italiano Delta, un colosso del credito al consumo e della finanza. Intesa Sanpaolo sta trattando l’acquisto di Delta ma a quanto pare starebbe emergendo un’esposizione inattesa: si parla, senza conferma, di 1,5-2 miliardi di euro. Insomma la trattativa sembra arenarsi e Intesa per andare avanti potrebbe chiedere alla Cassa cioè alla Fondazione cioè allo Stato di San Marino di coprire il «buco» se davvero c’è o comunque una manleva (garanzia) da eventuali sorprese di bilancio e giudiziarie. Queste ultime tutt’altro che escluse. Dunque Delta e la Cassa rischiano di diventare una zavorra troppo pesante per la barca sammarinese che già fatica a stare a galla. Anche per questo i ministri Giulio Tremonti (Economia) e Franco Frattini (Esteri) sarebbero stati direttamente contattati nelle ultime ore dal governo del Titano per una firma che assomiglia sempre più a una scialuppa di salvataggio.
«Siamo pronti da luglio – aggiunge Gatti ”. E su Delta, che è un gruppo italiano, è interesse di tutti arrivare a una soluzione: a me risulta che la trattativa sia in fase avanzata, comunque è una questione privata e il governo non scende in campo. Ma a parte tutto, il problema, mi dispiace dirlo, è che a San Marino sta montando un odio della nostra gente contro l’Italia. una cosa terribile, si sentono aggrediti » .
Non ha mai smesso di circolare negli ultimi giorni la voce che il governo sammarinese possa saltare da un momento all’altro. L’opposizione per bocca di Fiorenzo Stolfi, il «Bersani» sammarinese, dice: «La Cassa di San Marino non può essere lasciata sola, non si devono sottovalutare i problemi, basta minimizzare, ci vuole un governo di emergenza, loro da soli non ce la fanno».
Dietro l’angolo c’è una cosa che fa paura, anche all’Italia: il Titano-crac.
Mario Gerevini