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 2009  novembre 14 Sabato calendario

La Nasa ha trovato l’equivalente di 24 galloni di acqua congelata, mischiata alla roccia e alla polvere quando, il mese scorso, un missile-proiettile partito dalla speciale sonda L-Cross è stato fatto impattare nel cratere Cabeus, vicino al polo sud lunare

La Nasa ha trovato l’equivalente di 24 galloni di acqua congelata, mischiata alla roccia e alla polvere quando, il mese scorso, un missile-proiettile partito dalla speciale sonda L-Cross è stato fatto impattare nel cratere Cabeus, vicino al polo sud lunare. 2209476167_c9494c4c37moon1L’analisi spettrografica della nuvola di detriti provocata dall’impatto, ha confermato la presenza significativa di acqua allo stato ghiacciato. Gli scienziati sospettavano da molto tempo che ci fosse presenza di acqua sulla luna, ma non erano mai riusciti a dimostrarlo. I sensori di un satellite artificiale messo in orbita, avevano individuato tracce di idrogeno sulla superficie lunare, ma le quantità erano troppo piccole. Poi lo scorso settembre, l’ India annunciò che la sua sonda Chandrayaan-1 aveva rilevato la presenza di idrogeno e individuato la possibilità che sulla superficie lunare avvenisse ancora la reazione chimica in grado di produrre acqua. C’erano già due teorie che ammettevano la possibilità della presenza di acqua. Una sosteneva che l’ idrogeno rilasciato dal Sole con i venti solari, reagendo con l’ossigeno delle Montagne lunari, potesse produrre piccole quantità di H2O. Un’ altra teoria invece ipotizzava che l’ acqua provenisse dai vapori prodotti dall’ impatto di comete e meteoriti contro la superficie lunare. Dunque la Nasa sperava di trovare l ”acqua sulla luna. E se ora, come fanno presagire i dati delle analisi compiute, ne esiste una così grande quantità, essa potrebbe essere utilizzata dagli astronauti in missione e trasformata in ossigeno per rendere vivibili le stazioni spaziali, oppure convertita in carburante. In tal modo la Luna potrebbe diventare l’ equivalente di una base spaziale dove fare tappa per le prossime missioni verso Marte. Sebastiano Adernò