Mario Gerevini, Corriere della Sera 14/11/2009, 14 novembre 2009
MILANO
La storia borsistica di Fmr-Art’è si sta chiudendo con il ritiro del titolo e un finale a sorpresa. Per pochi un affare, per molti una beffa. Assemblea straordinaria convocata per il 30 novembre a Villanova di Castenaso (Bo), ordine del giorno: fusione di Fmr-Art’è in Codex srl. Che operazione è? Indossiamo i panni di un piccolo azionista e partiamo.
Quarantacinque euro: è il prezzo di collocamento in Borsa di Art’è nel maggio 2000. Due anni dopo la società di Marilena Ferrari acquisisce da Tonino Perna la casa editrice Franco Maria Ricci (Fmr) che il prossimo dicembre pubblicherà l’ultimo numero della sua storia. un’attività, riviste d’arte, che si salda con quella tradizionale di Art’è, cioè la vendita di opere d’arte in forma di libro, con prezzi dai 1.000 ai 15.000 euro. L’azienda va benino (50 milioni i ricavi a fine 2008) ma i dividendi arrivano solo tre volte in nove anni. Il titolo va giù giù fino ai minimi di questa primavera, sotto i 4 euro. E qui sboccia il piano finanziario. Caro socio, dice a maggio 2009 il solito prospetto informativo che sembra una Treccani, siccome la Borsa non valorizza la nostra azienda, l’azionista di riferimento (40%) ha deciso di abbandonare il listino e ti offre 5 euro per ogni azione. La signora Ferrari usa un veicolo societario, Codex srl, finanziato dalla Popolare di Lodi (Banco Popolare). un’offerta pubblica d’acquisto. Ed è pubblica davvero perché il flottante è il 59% del capitale.
Cinque euro. Sarà un prezzo giusto? Giudica il consiglio di Fmr-Art’è. In cda ci sono quattro indipendenti, chi lancia l’Opa ovviamente si astiene. Banca Akros è l’advisor indipendente e suggerisce: 5 euro è ok. Il cda delibera: 5 euro è un prezzo congruo. E pazienza se è inferiore del 65% al patrimonio netto per azione. Il piccolo socio si fida. Del resto gli hanno fatto una testa così con la governance, i consiglieri indipendenti, gli advisor, il codice di autodisciplina ecc.
L’Opa va ma non raggiunge il 90% per il delisting. Scatta il piano B: fusione di Fmr-Art’è in Codex e addio al listino. Ma ci vuole un concambio: azioni Codex in cambio di titoli Fmr. E dunque bisogna valutare ancora Fmr. Il 20 ottobre il cda dopo «ponderate valutazioni», escludendo «criteri di mercato» (nonostante il titolo sia quotato), applica il metodo dei «flussi di cassa scontati» e dal cilindro spunta una cifra di 15,4 euro, confermata da Ernst & Young l’esperto del Tribunale. Ma come? A maggio il cda consigliava 5 euro e ora dopo «ponderate valutazioni » stabilisce un prezzo triplo? Se non fosse tutto formalmente ineccepibile l’ex socio sarebbe indotto a pensar male perché, guarda caso, allora l’esborso era a carico della signora Ferrari mentre ora si crea contabilmente nella Codex (titolare del 44% di Fmr, unico asset) una grande plusvalenza: infatti valgono 15,4 euro i titoli che pochi mesi fa aveva acquistato a 5 euro con l’Opa. E quel 12% ancora in Fmr? Ha diritto di recesso. Il prezzo è stato comunicato ieri dal cda: 4,96 euro.
Mario Gerevini