il Riformista 13/11/2009, 13 novembre 2009
BANCHE. ECCO COME STANNO
FINANZA. Il Centro studi R&S di Mediobanca ha presentato un’analisi sullo stato delle banche e degli istituti finanziari in Europa e negli Stati Uniti. A un anno dalla bancarotta di Lehman Brothers, fallita con un passivo da 691 miliardi di dollari, non è finita l’abitudine di utilizzare il trading come strumento di profitto. Gli istituti di credito europei nel primo semestre 2009 hanno realizzato un utile complessivo di 28 miliardi di euro, a fronte di una perdita di 61 miliardi nel settore creditizio, che ha visto aumentare la propria incidenza operativa del 138 per cento sul 2008. Positiva la performance delle banche italiane, rispetto ai concorrenti anglosassoni. Negli istituti di credito italiani la percentuale di operazioni di trading è risultata minore. La conseguenza è che la leva finanziaria, cioè il rapporto fra indebitamento finanziario netto e patrimonio netto, è aumentata nelle banche statunitensi, ma non da noi. Lo studio conferma i dati Call Reports sull’andamento degli strumenti finanziari derivati negli Stati Uniti, che hanno ripreso la loro corsa arrivando in alcuni punti a livelli superiori a quelli del 2007, anno dello scoppio della bolla speculativa del mercato immobiliare americano. A rischio è il leverage di Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Bank of America e Citibank. L’analisi di R&S vede inoltre un aumento semestrale del 15 per cento degli accantonamenti bancari a fondi particolari, contro l’esposizione ai subprime. Salgono anche i crediti dubbi, più 25 per cento, presenti nel settore italiano, con valori superiori a quelli europei, che sono cresciuti del 22 per cento nello stesso periodo. Patisce anche il segmento della raccolta interbancaria, che diminuisce del 17 per cento su base annua. Questo indicatore è fondamentale per analizzare la fiducia fra i singoli istituti di credito, impegnati nell’ambito dei finanziamenti overnight. Sotto il profilo delle perdite ascritte a bilancio a seguito della crisi subprime, il sistema italiano si è confermato solido. di Hsbc il primato delle perdite negli ultimi sei mesi, con 9,9 miliardi di dollari in meno e un’incidenza sui ricavi del 40 per cento. Ancora più alto il valore per Lloyds (87 per cento dei ricavi), che ha bruciato 9,5 miliardi di sterline. In Italia UniCredit ha registrato perdite sui crediti per 4,1 miliardi di euro con un’influenza sui ricavi del 28,5 per cento. Migliore il risultato di Intesa Sanpaolo, grazie a perdite per 1,8 miliardi di euro, pari al 21 per cento del totale.