Gian Antonio Orighi, La stampa 13/11/2009, 13 novembre 2009
NOZZE NEI CIELI FRA BRITISH E IBERIA
Sì alle nozze tra Iberia e British Airways (Ba). Dopo 16 mesi di fidanzamento ufficiale (comunicato il 29 luglio 2008), i cda straordinari delle due compagnie aeree, riunitisi ieri a Madrid e Londra, hanno deciso la fusione. Nasce il terzo vettore d’Europa (dopo Air France-Klm e Lufthansa), con una flotta di 428 aerei, 60 mila dipendenti e un fatturato annuo di 14 miliardi di euro. In particolare il nuovo gruppo sarà leader nei collegamenti fra Europa e Sud America (tradizionale appannaggio di Iberia) e molto forte verso il Nord America (con il contributo di entrambi i vettori).
Il presidente della «Top Co», società holding depositaria delle azioni delle due linee aeree, sarà il presidente di Iberia, Antonio Vázquez, l’ad sarà il «Ceo» di Ba, Willie Walsh, la sede finanziaria a Londra, quella operativa a Madrid. Il matrimonio prevede che Iberia controllerà il 45% della nuova Top Co, e Ba il 55%. Ognuna delle compagnie, che avranno un numero paritario nel cda, manterrà il proprio brand e la propria gestione.
Le due linee aeree avevano già scambi incrociati: il principale azionista di Ba, con il 9,07%, è infatti Iberia (controllata dalla pubblica Caja Madrid, quarto istituto di credito spagnolo, guidata dai popolari di centrodestra, al contempo primo azionista della linea aerea spagnola col il 22,95% e della Top Co con l’11,5%), mentre Ba è il terzo socio della compagnia spagnola con il 13,15%, dopo il 13,37% della holding di grandi magazzini El Corte Inglés. Il governo del premier Zapatero ha già assicurato che venderà il suo 5,16%.
Il sì di entrambi i partner era nell’aria da tempo, sia per le sinergie che per la complementarietà delle due reti di trasporto. Il problema della complessa trattativa derivava dal fatto che Ba è continuata a scendere in borsa, mentre Iberia ha scalato sempre più posizioni, per cui la differenza di capitalizzazione delle due compagnie si è sempre più accorciata (ieri era di 2,79 miliardi di euro per gli inglesi e 1,9 miliardi per gli spagnoli, nonostante Ba sia molto più grande di Iberia). Non a caso, all’annuncio del fidanzamento l’ipotesi per la Top Co» era del 60% per Ba, il 40% per Iberia mentre, prima della scorsa estate, in piena crisi e con i titoli di Ba in picchiata, Iberia pretendeva il 60%.
Poi c’era da superare lo scoglio del debito contratto dagli inglesi (tra i cui principali azionisti sono i fondi Usa Standard Life, con l’8%, e Invesco, con il 4,3%, oltre che le banche Barclays e Lloyds Banking rispettivamente con 6,9% e il 5,3%) con il piano pensioni dei loro ex lavoratori, pari a 3,3 miliardi di euro. Un buco che gli spagnoli non volevano caricare sulle loro spalle (infatti si riservano il diritto di veto alla fusione se Ba non risolve la questione entro la primavera del 2010). Infine pesano i risultati negativi di Iberia e Ba nonostante gli esuberi (solo nel secondo trimestre 2009, 1.450 dipendenti in meno per Ba, 1.740 per Iberia): il passivo è stato di 231 milioni di euro nei primi 6 mesi fiscali di quest’anno per gli inglesi e di 165 milioni di euro nei primi 9 mesi 2009 per gli spagnoli.
Il fidanzamento sembrava così logoro che Iberia, mentre continuava a trattare, cominciava a guardarsi attorno e la stampa parlava di possibile fusione con Lufthansa. A decidere di convolare a nozze è stato Vázquez, presidente dal luglio scorso. Le due riunioni straordinarie, svelate già in prima mattinata dalla tv inglese, hanno subito fatto schizzare i rispettivi titoli alla Borsa di Madrid e a quella di Londra. Alla chiusura del listino, la compagnia spagnola registrava più 11,8%, quella inglese più 7,5%.