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 2009  novembre 13 Venerdì calendario

LE SCARPE DI OTERI AI PIEDI DI BARILLA

La crisi, per molti ma non per tutti, crea opportunità. I più avveduti, animati da spirito imprenditoriale e risorse a disposizione hanno capito che questo è il momento giusto per mettersi in gioco. La sfida è stata raccolta da Emanuela Barilla, un nome simbolo del made in Italy. Da qualche mese, oltre a sedere nel consiglio di amministrazione del gruppo di famiglia, la più giovane della famiglia Barilla ha acquisito una quota del 20% della casa di moda Alessandro Oteri Srl, dal nome del designer di calzature esclusive e per questo paragonato allo stilista spagnolo Manolo Blahnik, idolatrato dal serial televisivo – Sex & the City”.
Una scelta inconsueta per i Barilla, nome da sempre associato al core business della pasta e che soltanto due anni fa ha festeggiato 130 anni dalla fondazione. Sportiva come i fratelli Guido, Paolo e Luca, pilota di elicotteri, Emanuela Barilla non si può cer-to definire una fashion victim, come spiega lei stessa al Sole 24 Ore: «Cercavo un prodotto rappresentativo del made in Italy, così come lo è l’azienda di famiglia, un gruppo da lanciare all’estero e farlo conoscere per il suo valore artigianale, la cura del dettaglio utilizzando un approccio imprenditoriale e non finanziario, come nostro padre ci ha insegnato».
Nessun fondo di private equity per raccogliere risorse, ma un investimento imprenditoriale in equity. La società si è costituita lo scorso luglio dopo il passaggio dell’intero pacchetto azionario dallo stesso Oteri che resta proprietario del marchio, ai nuovi soci che annoverano oltre Barilla anche il manager Galvano Landi Di Chiavenna, una lunga esperienza nel gruppo parmense, spesa nella divisione «Le tre marie». Landi oltre a controllare il pacchetto di maggioranza, ricoprirà il ruolo di amministratore unico. A seguire il marketing, la comunicazione e la distribuzione è stato chiamato Francesco Poggesi, ex direttore marketing di Ferragamo. «L’obiettivo è rilanciare il marchio in Italia e all’estero dove le scarpe firmate da Oteri sono già conosciute negli Usa, in Giappone e a Hong Kong», spiega Landi. Il primo passo è stato rinnovare l’atelier e lo show room di Milano, nella centralissima via Cerva, raddoppiando gli spazi dove Oteri accoglie le sue clienti. Conosciuto per l’attenzione ai materiali, lavorati ad arte secondo le tecniche dell’alta tradizione calzaturiera italiana, Oteri dal 2005 si è messo in proprio e ora si sente pronto ad ampliare la distribuzione in Italia e all’estero in templi commerciali come Neiman Markus, Saks Dubai e aprire uno showroom a New York.
«Ci rivolgiamo a un mercato internazionale ma restiamo fedeli al principio di scostarsi dai canoni globalizzanti per riconfermare lo spirito di esclusività di un prodotto internamente fatto a mano e in Italia - ha spiegato Oteri- . La crisi ha reso la clientela più selettiva, come il fenomeno del bespoke insegna: scarpe personalizzate su misura con colori e materiali scelti».
Ogni scarpa è un piccolo capolavoro di artigianalità, realizzata dai maestri calzaturieri di Parabiago che impiegano per produrre la calzatura ben 310 passaggi. Con questa filosofia la produzione è inevitabilmente limitata e di nicchia. Oggi la griffe realizza 2.500 paia di scarpe a stagione, destinate a raddoppiare entro il 2010. «La produzione - aggiunge Oteri - non può superare le 10mila paia a stagione altrimenti perderebbe la sua caratteristica di unicità e artigianalità », quella unicità e artigianalità che ha reso famoso il made in Italy nel mondo.