Luca Telese, il Fatto Quotidiano 13/11/2009;, 13 novembre 2009
LE TRE VITE DI MARGHERITA - E
così, mettendo il suo sigillo sulla nuova proposta di per l’i mmunità parlamentare, Margherita Boniver arriva alla sua quarta vita. La prima, ormai dimenticata, la vede esordire sulle passerelle, da indossatrice. Lei, ragazza di buonissima famiglia, erre moscia e capelli biondi, faceva dire a suo cugino Paolo Scaroni (futuro presidente Eni): ”Era così bella che in famiglia ci metteva in soggezione”. Si avvicinò al socialismo per via parentale, sposando Massimo Pini. E al craxismo per via carismatica, da musa di Bettino Craxi. Ispirò anche Umberto Bossi, ma in modo molto più prosaico: ”Siamo armati... Boniver, bonazza... Armati sì, ma di manico!” levando su il braccio ad ombrello (indimenticabile). La terza vita ricomincia con Forza Italia, quando Silvio Berlusconi la resuscita dall’oblìo. Una signora di settant’anni ben portati, una professionista della politica, sottosegretario agli Esteri: piglio tecnico, come altri potrebbero fare il dirigente d’azienda. Curioso che proprio lei, che aveva votato a favore del nuovo articolo 68, in prima battuta (e che in seconda si era astenuta), firmi oggi la proposta di legge per reintrodurlo. Ma anche in questo, è coerente. Coerentemente mutante, come molti altri ex socialisti della diaspora, a cavallo fra la Prima e la Seconda Repubblica.