Luca Iezzi, la Repubblica, 13/11/2009, 13 novembre 2009
LA CRISI RILANCIA I MONTI DEI PEGNI
ROMA - Facce sorridenti, giovani, persino un sito internet, www.inpegno.it, dietro una delle attività più antiche della banca: il prestito su pegno. Tutt´altro che relegata a tempi di altra miseria, l´attività dei Monti dei pegni torna rafforzata dalla crisi e dalle moderne armi del marketing e della tecnologia. A ottobre i muri di Roma sono stati animati dalle foto di trentenni evidentemente sollevati dalle scadenze più pressanti grazie a qualche gioiello di famiglia. Oro, argenteria, gioielli, orologi, pellicce, tutto può essere utilizzato per avere soldi in contanti con la speranza di riscattarlo dopo tre o sei mesi. La capitale, una della piazze più importanti per questa pratica, vede l´arrivo di un nuovo "competitor", il Credito siciliano, terza banca in Italia per operatività, è pronto a sfidare UniCredit, grande dominatore del settore che ha ereditato le attività della Cassa Risparmio di Roma (che gestisce lo storico Monte di Pietà) e del Banco di Sicilia.
Il Creval, gruppo credito Valtellinese, proprietario del Credito Siciliano (anche lui erede del Monte di Sant´Agata di Catania) ha aperto una filiale che lavora solo con il credito tramite i pegni rilevando un operatore locale. « sempre stata un´attività con un certo margine - spiegano da Creval - e pur non facendo parte del nostro core business abbiamo deciso di rilanciarlo».
Lontana dalla pubblicità, l´attività continua ad essere fiorente in tutta Italia. Assopegni riunisce anche Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, Carige, Banca del Monte di Lucca, Cassa di Risparmio di Savona, Banco di Sicilia, Cassa di Risparmio di Viterbo, Banca Regionale Europea, Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno, Cassa di Risparmio di La Spezia.
In realtà proprio dal Monte di pietà di Roma emerge che la corsa a liberarsi dei gioielli di famiglia non è così forsennata: la crescita dell´attività nel 2009 è del 3-5% per un totale di 300 mila polizze l´anno. Ad ogni polizza corrisponde un oggetto impegnato e il valore medio è di 5-600 euro. Il 96% degli oggetti viene riscattato anche se non necessariamente dal primo proprietario visto che per le polizze esiste un fiorente "mercato secondario". Gli oggetti non riscattati vanno all´asta, anche on line. La tecnologia per ora ha cancellato le distanze, non la povertà.