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 2009  novembre 13 Venerdì calendario

SCOMPARIRE DAL WEB PARIGI GUIDA LA CROCIATA PER IL "DIRITTO D’OBLIO" - PARIGI - E

poi arriva il momento in cui si vuole scomparire. Dopo la sovraesposizione telematica su Facebook, Twitter e ogni tipo di social network, può scattare la voglia di riappropriarsi di un rassicurante anonimato, di ritrovare un po´ di privacy. Che fare di foto, commenti, racconti intimi che abbiamo consegnato al grande flusso di Internet? «Il diritto all´oblio telematico deve esistere» dice convinta Nathalie Kousciusko-Morizet. "Nkm", come è chiamata l´ambiziosa sottosegretario all´economia telematica, vuole semplificare le procedure per cancellare le informazioni personali che altrimenti resterebbero quasi in eterno sul web. «Il 71% dei francesi è preoccupato dalla protezione dei dati privati» ha spiegato Kousciusko-Morizet durante una conferenza di esperti dedicata proprio al "diritto all´oblìo telematico".
I timori riguardano soprattutto i giovani. «A 15 anni non si ha lo stesso concetto di privacy che a 30 o a 60 anni» ricorda il sottosegretario. Crescendo, alcune frasi o fotografie possono diventare imbarazzanti e compromettere la futura vita professionale o famigliare. Due senatori hanno appena presentato una proposta di legge per mettere "in sicurezza" i dati personali sul web, chiedendo un obbligo di certificazione, di tracciabilità e un aumento delle sanzioni fino a 600mila euro per eventuali abusi. Kousciusko-Morizet promuove invece una carta di buona condotta, che limiti la conservazione dei dati e crei formulari online per un facile "delete". A Bruxelles, il Commissario europeo all´Informazione, Viviane Reding, ha aperto una trattativa con Google. «La legge europea è chiara - dice Reding - non si possono usare dati personali senza il consenso dell´interessato». L´Ue vorrebbe fissare un tempo massimo per la conservazione dei dati, il gigante americano avrebbe proposto un periodo di un anno.
In realtà, la Francia già offre una procedura per cancellare informazioni personali sul web ma è complessa, scoraggia molti e non garantisce successo. Due anni fa, una donna si era rivolta a un giudice per eliminare messaggi su un forum che contenevano dettagli sul suo stato di salute. I testi comparivano tra i primi link di Google con il suo nome. La richiesta è stata respinta perché il motore di ricerca è negli Usa, così come Facebook. Inoltre, osservano gli esperti, le informazioni cancellate da una parte possono essere state "incollate" su altri siti: impossibile controllare tutta la rete. Un grattacapo giuridico, ammette Kousciusko-Morizot. Le resistenze, poi, sono molte. «Siamo contrari a ogni tipo di censura» avverte il responsabile di Google, Peter Fleisher. Altri difendono anche il diritto all´informazione e il lavoro di memoria degli storici. La battaglia per l´oblio è appena cominciata.