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 2009  novembre 12 Giovedì calendario

Rai, nuove regole C’è «l’obbligo del contraddittorio»- ROMA – Obbligo di «rispetto dei principi di completezza e cor­rettezza, obiettività, lealtà impar­zialità, pluralità dei punti di vista e osservanza del contraddittorio da raggiungere prioritariamente nelle trasmissioni di informazio­ne quotidiana e nelle trasmissio­ni di approfondimento, data la ri­levanza che assumono nella for­mazione dell’opinione pubblica»

Rai, nuove regole C’è «l’obbligo del contraddittorio»- ROMA – Obbligo di «rispetto dei principi di completezza e cor­rettezza, obiettività, lealtà impar­zialità, pluralità dei punti di vista e osservanza del contraddittorio da raggiungere prioritariamente nelle trasmissioni di informazio­ne quotidiana e nelle trasmissio­ni di approfondimento, data la ri­levanza che assumono nella for­mazione dell’opinione pubblica». Non ci sono giri di parole, al punto 21 delle linee guida per il nuovo contratto di servizio tra lo Stato e Rai. La tv pubblica ottiene il canone grazie a quell’accordo rinnovato periodicamente. E og­gi l’Autorità per le Telecomunica­zioni, dopo una prima intesa con il ministero per lo Sviluppo eco­nomico (e il viceministro Paolo Romani, responsabile della Co­municazione) varerà quelle li­nee- guida che serviranno al mini­stero per il definitivo contratto. Romani avrà ora in mano uno strumento operativo per un patto con la Rai più efficace sul piano del pluralismo nelle trasmissioni di approfondimento. La novità è nell’ «osservanza del contraddit­torio ». Più neutro il precedente contratto di servizio, che scadrà il 31 dicembre e venne firmato nel 2007 dall’ex presidente Clau­dio Petruccioli e dall’ex ministro per le Comunicazioni Paolo Genti­loni: «La Rai riconosce come com­piti prioritari la libertà, la comple­tezza, l’ obiettività e il pluralismo dell’informazione». La «osservan­za del contraddittorio» diventerà norma. Facile immaginare le con­seguenze sulla programmazione, soprattutto dopo l’apertura (da parte di Romani) di una indagine sulla prima puntata di «Annoze­ro » di Michele Santoro. Novità. Tra gli obiettivi affidati alla Rai c’è quello di «rispecchia­re la diversità culturale e multiet­nica nell’ottica dell’integrazione e della coesione sociale». Si insi­ste molto sull’«orizzonte interna­zionale, la completezza e la deon­tologia professionale» che deve offrire un’informazione Rai «aper­ta sul mondo, pluralistica, equili­brata e diversificata». Dunque «sprovincializzare l’informazio­ne ». La Rai deve ricordarsi che la completezza è importante «poi­ché, nella percezione diffusa, la tv ha funzione di validazione del­la realtà e, conseguentemente, i fatti esclusi dall’agenda televisiva vengono dequalificati nell’opinio­ne pubblica». L’antico «lo ha det­to la Rai» ha insomma sempre il suo peso. L’Italia è una Patria e le trasmis­sioni devono essere caratterizza­te da «canoni di correttezza, leal­tà e buona fede ed essere rispetto­se dell’identità valoriale e ideale del Paese». Nella delibera 19 del 2009 l’Autorità per le Telecomuni­cazioni parlò di «informazione detrattiva» e di telespettatori che percepivano «un di­svalore delle istitu­zioni » per le criti­che rivolte al Quiri­nale da Beppe Gril­lo nella puntata di «Annozero» del 1 maggio 2008. In quanto al contrad­dittorio, quella deli­bera rimproverava «Che tempo che fa» per non averlo assicurato con Mar­co Travaglio che at­taccava Schifani il 10 maggio 2008. Poche novità per il Qualitel, vecchio organismo già esistente (presieduto da Giu­seppe Sangiorgi). Conferma (pun­to 31) i suoi scarsi poteri di colle­gio «composto da esperti scelti dall’Autorità d’intesa col ministe­ro e nominati dalla Rai» che do­vrà «vigilare sulla qualità» della programmazione (non dell’infor­mazione) senza alcun effetto ope­rativo, tantomeno politico o cen­sorio, come fa sapere con energia il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò. La novità è che i mem­bri sono nominati solo da Agcom e ministero, non più dalla Rai. Al­l’Agcom fanno notare che nella vecchia commissione i membri Rai quasi mai ponevano questio­ni sulla qualità dei prodotti del­l’azienda. Ovviamente la Commis­sione di Vigilanza parlamentare sulla Rai mantiene intatte tutte le prerogative.