Angela Frenda, Corriere della Sera 12/11/09, 12 novembre 2009
Quel colpo di fulmine 30 anni fa, poi la «scelta irrevocabile» - ANGELA FRENDA PER IL CORRIERE DELLA SERA 
La richiesta di separazione non sarà consensuale, come avrebbe desiderato Silvio Berlusconi, ma con addebito: quella «colpa» che il pomeriggio del 28 aprile lei ha deciso di rendere pubblica nelle poche righe inviate all’Ansa, bollando come «ciarpame senza pudore» le indiscrezioni sulle veline candidate e sull’apparizione del premier alla festa di 18 anni di una ragazza napoletana, Noemi Letizia, che ha poi raccontato di chiamarlo «papi»
Quel colpo di fulmine 30 anni fa, poi la «scelta irrevocabile» - ANGELA FRENDA PER IL CORRIERE DELLA SERA 
La richiesta di separazione non sarà consensuale, come avrebbe desiderato Silvio Berlusconi, ma con addebito: quella «colpa» che il pomeriggio del 28 aprile lei ha deciso di rendere pubblica nelle poche righe inviate all’Ansa, bollando come «ciarpame senza pudore» le indiscrezioni sulle veline candidate e sull’apparizione del premier alla festa di 18 anni di una ragazza napoletana, Noemi Letizia, che ha poi raccontato di chiamarlo «papi». Una scelta elaborata in solitudine, mettendo su carta – con la sua penna stilografica e quella calligrafia in corsivo di cui va tanto fiera – pensieri e rabbia.

 Poi, l’intervista di maggio con la quale Veronica Lario ha detto definitivamente basta a un rapporto nel quale, per lei, era rimasto ben poco amore: «Dopo 30 anni chiudo il sipario sulla mia vita coniugale, ma voglio farlo da persona comune e perbene, senza clamore. Vorrei evitare lo scontro». l’annuncio del divorzio.

 Da quella sera di aprile sono trascorsi sei mesi e quindici giorni. E al puzzle si sono aggiunti altri tasselli: il caso D’Addario - Tarantini. Un finale che mai, probabilmente, Veronica avrebbe immaginato per una storia cominciata una sera del 1980 al Teatro Manzoni, con un colpo di fulmine tra l’imprenditore di successo e la giovane attrice e finita con la presentazione dell’istanza di separazione.

 Mentre l’atto veniva depositato in Tribunale, nel tardo pomeriggio di ieri Veronica raggiungeva in auto, assieme alla figlia Eleonora, la sua casa in Svizzera. A chi l’ha sentita è apparsa tranquilla, serena, di certo non preoccupata. Ma è chiaro che questa scelta di andare avanti con la separazione non consensuale non renderà le cose più facili. Chi conosce Silvio Berlusconi sa che un gesto del genere potrà solo contribuire a farlo indispettire. Meglio sarebbe stato, per lei, se le vicende private fossero rimaste fuori dall’aula di tribunale. quello che ha cercato di fare finora Veronica Lario, interessata più a un buon accordo che assegnasse ai suoi figli i ruoli adatti nelle aziende di famiglia che a una guerra mediatica. Ma è una soluzione che hanno caldeggiato anche gli unici due amici della coppia che sono rimasti, fino ad oggi, davvero vicini ad entrambi: Fedele Confalonieri e Gianni Letta. Con loro, soprattutto con il sottosegretario, Veronica si sarebbe sfogata nei mesi scorsi, anche prima della sua uscita sul «ciarpame», per tentare di aiutare il marito a ritrovarsi e allontanare quelli che lei stessa ha definito «i cattivi consiglieri». Mentre al presidente di Mediaset avrebbe ribadito più volte che la sua scelta di separarsi era da considerarsi irrevocabile. «Non ne posso più», gli avrebbe detto in una delle ultime telefonate. Per lei sono stati mesi complicati. Ogni mattina la lettura dei quotidiani era una sofferenza. Al punto che quando lo scorso giugno è andata assieme alla mamma Flora e al nipotino Alessandro a Castellaneta Marina, in Puglia – un giorno in cui i giornali riferivano una nuova puntata della vicenda legata alla sua vita privata – aveva chiesto al personale della struttura di far sparire tutte le copie. Non ha potuto evitare, invece, gli sguardi, le frasi delle persone presenti nel resort. Come una signora di una certa età che quasi ogni mattina le chiedeva lumi e le esprimeva la sua solidarietà. «E tu che hai risposto?», le hanno domandato gli amici al suo ritorno a Milano. Veronica ha sorriso: «Nulla, non si può essere scortesi con chi ti dimostra simpatia».

 Se si va alla separazione con addebito è anche perché a nulla sono valsi i tentativi fatti dagli avvocati del premier in questi mesi per trovare una soluzione. Da loro sono stati presentati diversi «pacchetti », ma nessuno sarebbe stato ritenuto adatto. Il nodo irrisolto riguarderebbe soprattutto il futuro dei tre figli della coppia. Tra loro e il padre, dopo i primi mesi, è tornato un clima di pacificazione. Prova ne è che Barbara da un paio di settimane ha ricominciato ad andare ai pranzi del lunedì ad Arcore. Ma sarebbe proprio il futuro della primogenita ad aver logorato, definitivamente, le trattative. Per Eleonora e Luigi il quadro definito dagli avvocati sarebbe già chiaro: la prima in Endemol, il secondo in Mediolanum. Ma Barbara non avrebbe ricevuto l’offerta che aspetta da tempo, e che proprio il padre le aveva prospettato: la Mondadori. Al contrario, con sua grande delusione, le sarebbe stata offerta la Medusa.

Adesso la palla torna agli avvocati. Ma anche per i tre ragazzi la vicenda si complica di nuovo. questa, forse, più di tutte, la cosa che addolora Veronica Lario. Che in questi mesi, però, non ha mai tentennato: «Io vado avanti», ha ripetuto alle persone care. E per un attimo è ricomparsa Lella, la bambina di 7 anni con le trecce bionde e il cappottino blu, che un giorno decise di sfidare mamma Flora, aprì la porta e avviandosi da sola verso casa della nonna disse: «Io vado».