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 2009  novembre 11 Mercoledì calendario

GRANDE CORSA CINESE AL PETROLIO AFRICANO


Accra, la capitale del Ghana, da al­cune settimane è un crocevia di di­rigenti petroliferi. Exxon Mobil, Bp, Chevron, Total: le principali fra le ex sette sorelle fanno la fila per una quota di un gia­cimento ’ gigante’ scoperto nel 2007 di fronte alla costa, nelle profondità del Golfo di Guinea. Il primo nella storia del Paese e una delle maggiori scoperte petrolifere de­gli ultimi anni. Le ’ major’ se la dovranno vedere con la concorrenza cinese, rappresentata in que­sto caso dalla China National Offshore Oil Corporation (Cnooc), ma anche con l’or­goglio della locale azienda petrolifera, la Ghana National Petroleum Corporation (Gnpc), che afferma di avere i fondi neces­sari per tentare il colpo. Sul piatto c’è la par­tecipazione del 23,5% messa in vendita da una società texana, Kosmos Energy. Le al­tre quote appartengono alla britannica Tul­low Oil, che gestisce il progetto, all’ameri­cana Anadarko e in misura minore alla stes­sa Gnpc. Kosmos è in parte controllata dal colosso del private equity Blackstone. In prima fila c’è Exxon Mobil: la maggiore a­zienda petrolifera mondiale ha trovato un primo e parziale accordo con i connazionali di Kosmos per 4 miliardi di dollari. Ora si at­tendono le controfferte.
Nel giacimento, chiamato Jubilee, vi sono riserve stimate in 1,8 miliardi di barili. Se­condo fonti locali, potrebbero essere addi­rittura 6 miliardi. Ecco spiegata la corsa del­le compagnie internazionali per aggiudi­carsi la quota di Kosmos. Per il Ghana in­vece si tratta di una scoperta senza prece­denti, che dall’oggi al do­mani potrebbe catapultare il Paese nel club degli e­sportatori petroliferi.
Un’occasione da non per­dere: il Ghana infatti, ben­ché sia già ricco di materie prime, è ancora costretto a rincorrere sul piano dello sviluppo economico: una situazione purtroppo co­mune ad altri Paesi africani. Le aziende petrolifere affi­nano le loro strategie. La ci­nese Cnooc, dopo l’accordo raggiunto dai rivali americani di Exxon, intende presen­tare una controfferta e mira a coinvolgere la compagnia locale, la Ghana National Petroleum. Si è parlato di una proposta congiunta, ma per il momento i ghanesi hanno respinto questa ipotesi, sostenen­do che ce la possono fare da soli. Total e Chevron, almeno ufficialmente, hanno gettato la spugna.
La gara è soprattutto fra Stati Uniti e Cina e sarà decisiva per capire quale sia la strate­gia più efficace per aggiudicarsi lo sfrutta­mento delle risorse africane. L’approccio a­mericano si basa essenzialmente sulle mi­gliori tecnologie e quindi sulla possibilità di sviluppare i giacimenti più rapidamen­te. I cinesi, anche per colmare il divario, ne­gli ultimi anni hanno lanciato una vera of­fensiva di charme, offrendo in cambio del­le concessioni la costruzione di infrastrut­ture vitali come strade, ponti e aeroporti.
In seguito alla firma di diversi accordi com­merciali, merci cinesi di ogni genere han­no inondato i mercati africani, a prezzi an­che più bassi delle manifatture locali. Pa­rallelamente, sono state lanciate iniziative per scambi culturali, mettendo l’accento sui sempre più solidi legami di amicizia fra il Paese asiatico e il Continente nero.
Un approccio, a sentire i cinesi e i governi africani che stringono accordi con loro, più paritario. Anche questa strategia però ha comincia­to a dare segni di cedimen­to: negli ultimi mesi società di Pechino si sono viste re­spingere proprie offerte in Angola e in Libia. Per que­sto, in Ghana, la compagnia cinese ha deciso di andare oltre, proponendo all’a­zienda locale di partecipa­re direttamente all’offerta e promettendo di aiutare il Paese africano a mettere in piedi una propria industria petrolifera. L’e­conomia ghanese, con un tasso di crescita superiore al 6%, è fra le più promettenti del­la regione. Tuttavia ci vorranno anni per rag­giungere l’obiettivo del reddito pro capite medio auspicato dalla Banca Mondiale.
Anche il presidente americano Barack O­bama è stato ad Accra, nel luglio scorso, fa­cendone l’unica tappa di una visita nell’A­frica subsahariana. La scoperta e lo sfrut­tamento del giacimento Jubilee, che sarà o­perativo fra un anno, offrono al Paese l’op­portunità di uno scatto in avanti. La Ghana National Petroleum è determinata a pre­sentare una propria offerta. Dopodiché, ha fatto sapere una fonte dell’azienda, la Gnpc valuterà la partnership con una società stra­niera. Recentemente pure l’italiana Eni ha fatto il suo ingresso nel Paese, ottenendo due permessi esplorativi a poche decine di chilometri da Jubilee. La corsa al petrolio del Ghana è soltanto all’inizio.