Rossella Bocciarelli, Il Sole-24 Ore 11/11/2009;, 11 novembre 2009
FAMIGLIE ITALIANE POCO INDEBITATE
«Le famiglie italiane che hanno contratto un finanziamento rappresentano circa il 26% del totale, con un valore medio del debito per famiglia di circa 10mila euro ». Lo ha spiegato ieri il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, nel corso di un’audizione alla commissione Finanze della Camera, rilevando come nonostante il fenomeno del credito al consumo abbia registrato in questo decennio una tendenza media in crescita, e sia apparso in ripresa nel 2009 dopo un rallentamento nel 2008, «il livello di indebitamento delle famiglie italiane è ancora notevolmente basso rispetto a quanto registrato nei principali Paesi europei».
Se si esamina la composizione dei finanziamenti erogati alle famiglie – ha sottolineato il dg dell’Abi – risulta che il 62,8% dei prestiti è costituito dai mutui immobiliari, per un ammontare delle consistenze pari a circa 239,9 miliardi di euro. Il 10,3% è rappresentato invece dal prestito personale, per un ammontare stimato pari a circa 39,4 miliardi, mentre l’11,2% dal prestito finalizzato, ovvero il credito al consumo erogato tramite dealer per l’acquisto, ad esempio, di beni mobili (per un ammontare pari a circa 42,7 miliardi). Il 2,6% dei prestiti complessivi è costituito poi dalla cessione del quinto dello stipendio/ pensione (per un ammontare che sistima pari a circa 9,8 miliardi), il 4,6% dalle carte di credito revolving (l’ammontare è di circa 17,5 miliardi),e l’8,6%da altri prestiti, ossia crediti che non sono riconducibili nè al credito al consumo nè ai mutui ipotecari per comprare casa (ammontare stimato paria 32,7 miliardi). In complesso, a fine 2008 il debito delle famiglie italiane pesava per il 57% sul reddito disponibile, a fronte del 93% dell’area euro. Ancora più significativo il dato sul credito al consumo in rapporto al Pil, con l’Italia che si colloca al 3,5%, più o meno la metà del 6,9% della media comunitaria. Intanto, la crisi ha già prodotto anche un aumento del tasso di default che si è portato dal 2,1% dell’inizio del 2008 al 2,7%del marzo 2009. Nella sua audizione, Sabatini ha rimarcato anche che le aziende di credito sono vittime di un aumento delle frodi che si realizzano attraverso il furto di identità, e sopportano un costo compreso fra 1,6 e 2 miliardi. Da segnalare, infine, che in tema di un particolare tipo di credito al consumo, vale a dire la "cessione del quinto" Bankitalia ha rivolto ieri un secco richiamo a banche e finanziarie per un «pieno rispetto» delle regole. Palazzo Koch ha emanato infatti «una comunicazione, indirizzata a tutti gli intermediari bancari e finanziari, che richiama al pieno rispetto delle norme che regolano il settore della cessione del quinto dello stipendio/pensione e all’adozione di adeguati e penetranti controlli sulle reti di vendita esterne.
Prendendo spunto da anomalie e irregolarità riscontrate nell’azione di vigilanza«la comunicazione individua best practices che gli operatori sono chiamati a perseguire e sollecita l’introduzione dei correttivi atti a rimuovere eventuali prassi non conformi». Via Nazionale ribadisce poi «la piena responsabilità del soggetto erogante sulla complessiva attività di collocamento posta in essere dalla catena distributiva, diffusamente rappresentata da agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi».