Giampaolo Visetti, la Repubblica 10/11/09, 10 novembre 2009
La lunga marcia dell’esercito del sangue (riassunto) - In Cina, dal 2005 oltre 20.000 contadini poveri della Cina hanno venduto il proprio sangue per ricavarne un po’ di denaro
La lunga marcia dell’esercito del sangue (riassunto) - In Cina, dal 2005 oltre 20.000 contadini poveri della Cina hanno venduto il proprio sangue per ricavarne un po’ di denaro. Si dona il sangue ogni due settimane, e 600 cl di sangue vengono pagati 168 yuan (16 euro). Nell’ultimo anno, sono stati fatti 60.000 prelievi di sangue ufficiali e pagati 10 milioni di yuan (978.991 euro). Il fenomeno dei venditori di sangue, in Cina, esiste da 10 anni. Una delle province più attive è lo Hubet, dove più di 6.000 contadini vivono della vendita del proprio sangue. I destinatari sono i ricchi locali, che possono permettersi i costi della sanità nazionale, ma anche gli stranieri. Esistono anche le donazioni di sangue gratuite: i cittadini cinesi dai 18 ai 55 anni, in buona salute, possono donarlo liberamente. Alla fine degli anni Novanta, in Cina ci fu un grande scandalo di sangue infetto: molti contadini della provincia dell’Henan contrassero l’Hiv per aver donato il sangue in pessime condizioni igienico-sanitarie. Il governo è sotto accusa: «Se un Paese ha bisogno di un serbatoio di affamati per avere il sangue che gli serve, nessuna delle autorità lotterà mai davvero contro la povertà» (Tan Xiaodong, docente di Medicina all’Università di Wuhan). STORIE Chen Wenfen vende il proprio sangue da 3 anni. Ogni giorno, si alza alle 4 del mattino, risale a piedi 2 montagne, naviga sul fiume Han e, 8 ore dopo, arriva al laboratorio per donare il sangue. Ne riparte 2 ore dopo. Lo fa per curare suo nipote, affetto da anemia plastica.