Enrico Franceschini, la Repubblica 10/11/2009, 10 novembre 2009
E LA GRAN BRETAGNA "RISCOPRE" I PRECETTORI
Conversazione udita a un recente party londinese. Noto cardiologo di Harley street (la strada degli ambulatori medici privati di lusso): «Come va tuo figlio in matematica a scuola?» Noto avvocato della City: «Piuttosto bene, grazie». Cardiologo: «Fa lo stesso, prendigli un insegnante che gli dia almeno una lezione privata alla settimana. Andrà ancora meglio e il massimo dei voti in matematica è la chiave per essere ammessi a qualsiasi università di elite. E´ un consiglio da amico. Mi ringrazierai per tutta la vita». Sono in tanti oggi in Gran Bretagna a seguire consigli del genere. Le lezioni private stanno attraversando un boom, riporta il settimanale Economist. Nessuno conosce le statistiche esatte, perché è un business non regolato da strutture ufficiali, condotto spesso in «nero», con pagamenti in contante, ma un sondaggio della Sutton Trust, un´associazione di carità che si occupa di problemi scolastici, indica che il 22 per cento di tutti i genitori britannici con figli tra gli 11 e i 16 anni d´età hanno pagato per lezioni private nell´ultimo anno. Nel 2005 la percentuale era del 18 per cento. E la percentuale reale è probabilmente assai più alta di quella dichiarata.
L´aumento degli studenti che vanno «a ripetizione», come si dice in Italia, non è l´unica novità legata al fenomeno. Un secondo aspetto è che il «tutoring», come si chiama in Inghilterra, comincia più presto, a un´età in cui, un tempo, si riteneva che gli scolari potessero e dovessero cavarsela da soli. La ragione è che i primi esami iniziano a sette anni, ovvero in seconda elementare, determinando il proseguimento degli studi: in una scuola sempre più competitiva, in cui fin dall´asilo e dalle elementari si lotta per essere ammessi a una scuola media che apra la strada a una scuola superiore che apra la strada all´università che porterà a uno strapagato lavoro di prestigio, le famiglie in grado di permetterselo e talvolta anche quelle che non potrebbero permetterselo considerano arruolare un istitutore privato come un investimento utile o addirittura necessario, obbligatorio, se non vogliono che i propri figli rimangano indietro. E una terza notizia è che le lezioni private non riguardano più soltanto i classici «somari», ma anche studenti che ottengono buoni voti e frequentano le migliori scuole nazionali, che nel Regno Unito (diversamente che da noi) sono quasi sempre scuole private, a un costo esorbitante che si aggira attorno ai 20 mila euro di retta all´anno. Charles Bonas, direttore di un´agenzia di lezioni private di Londra, la Bonus MacFarlane, afferma che la maggior parte dei suoi clienti sono appunto ragazzi e ragazze che studiano in prestigiose scuole private.
La figura del tutore, precettore, istitutore privato, comunque lo si voglia definire, non l´ha inventata l´Inghilterra: esisteva nell´antichità, tutte le corti del Rinascimento ne erano fornite per i figli della nobiltà. Ma si può dire che sia stata l´Inghilterra a reinventarla nell´era moderna. Il terreno su cui questo paese mantiene la supremazia in Europa, e nel mondo, a esclusione degli Stati Uniti, è l´istruzione; e un fattore fondamentale di questa eccellenza è la presenza di «tutors» nelle scuole medie superiori e nelle università. In generale, il rapporto insegnanti-studenti è qui numericamente più basso che altrove: a Oxford e Cambridge, le due migliori università del regno e d´Europa, ci sono incontri settimanali «one-on-one» tra il tutore e lo studente, e sono quelle conversazioni, più delle lezioni collettive (dove pure vige spesso una media di 10-12 studenti per ogni professore), a fare la differenza.
Ma ora il boom delle lezioni private rappresenta qualcosa di diverso. Se è necessario mandare i figli «a ripetizione» fin dalla più tenera età, se tocca farlo anche quando si spendono 20 mila euro l´anno per iscriverli a un´elitaria scuola privata, come valutare il reale valore della scuola britannica? Se perfino la «Good School Guide», la guida alla scelta delle migliori scuole private, bibbia dell´istruzione secondaria superiore, ha iniziato a dedicare un capitolo a come trovare buoni tutori per lezioni private extra-scolastiche, come dare retta alle classifiche sulle medesime scuole? Il sospetto, scrive l´Economist, è che quelle graduatorie non riflettano tanto la qualità di una scuola, quanto la determinazione dei genitori che ci hanno mandato i figli a ottenere il massimo dei voti. E così, come se non bastassero sette ore di tempo pieno al giorno, più le attività extra-scolastiche, più lo sport, le lezioni di pianoforte o la danza, tocca anche trovare il tempo (e i soldi) per le lezioni private. Poveri studenti.