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 2009  novembre 10 Martedì calendario

Il giudice: arrestate Cosentino- Ancora domenica mattina, riunendo i suoi, ha continuato a ruggire, a mostrare le unghie, a combattere disperatamente: «Non c’è motivo per cui debba fare un passo indietro»

Il giudice: arrestate Cosentino- Ancora domenica mattina, riunendo i suoi, ha continuato a ruggire, a mostrare le unghie, a combattere disperatamente: «Non c’è motivo per cui debba fare un passo indietro». Tramortito, Nicola Cosentino non si è reso conto che i suoi - quei «frocetti romani che pensano di poter determinare i destini della Campania» (così si espresse alla ripresa settembrina) - gli avevano già da tempo scavato la fossa, aspettando soltanto che la giustizia facesse il suo corso. E stamani che il «pacco» arriverà a Roma, destinatario quel presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ancora l’altra sera ha ripetuto che non c’era spazio per candidati chiacchierati, il suo destino sarà compiuto. Concorso esterno in associazione mafiosa. E’ questa l’accusa per la quale il gip di Napoli, Raffaele Piccirillo, ha chiesto l’autorizzazione alla Camera per eseguire l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del sottosegretario all’Economia, coordinatore regionale del Pdl, candidato in pectore per le Regionali di marzo. Naturalmente, il suo passo indietro non sarà una scelta indolore. In questi mesi, Cosentino ha costruito la sua candidatura partendo dal «territorio». «Se fosse rimasto nelle retrovie, se non si fosse candidato alla Regione Campania - spiega un suo avversario interno - la vicenda processuale avrebbe trovato un esito meno cruento. Con la Camera che respingeva l’autorizzazione a procedere al suo arresto, cosa che prevedibilmente accadrà comunque. Ma dal punto di vista politico, la sua candidatura è ormai bruciata, la sua poltrona a sottosegretario all’Economia traballa, il suo ruolo di coordinatore regionale è in discussione». E a questo punto, il candidato per le Regionali dovrebbe essere il socialista ex ministro del governo Berlusconi, Stefano Caldoro. Una candidatura tutta in salita, soprattutto se il Pd e l’Udc troveranno l’intesa sulla scelta del nome, che potrebbe essere Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno. Concorso esterno in associazione mafiosa. Proprio in una intervista alla «Stampa», il 4 giugno del 2008, Nicola Cosentino ammise le sue colpe senza rendersene conto: «Escludo che Michele Orsi mi abbia chiesto aiuto per la certificazione antimafia, non che lo abbiano fatto imprenditori che avevano il problema di dover spiegare le loro lontane parentele con i malavitosi. Al massimo, posso aver fatto delle segnalazioni a Orsi di nominativi per le assunzioni del Consorzio Caserta 4, che si occupa di rifiuti. Su 24 Consorzi in Campania, quello di Caserta 4 è uno dei pochi in cui i sindaci fanno riferimento al centrodestra». Michele Orsi, gli imprenditori imparentati con i casalesi, le assunzioni clientelari, il business dei rifiuti. Sì, sempre quella maledetta storia dei rifiuti. Consorzio Caserta Eco4. Anche Mario Landolfi, attuale coordinatore regionale vicario del Pdl, c’è rimasto impigliato, e la sua posizione è sospesa in attesa che la Corte costituzionale si pronunci sull’utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche che lo vedono coinvolto. Michele Orsi, l’imprenditore che fu ammazzato perché ritenuto un pentito. Orsi gestiva la «Rifiuti spa» per conto dei casalesi. Certificati antimafia, assunzioni. Bisognerà aspettare di leggere le «carte» per capire il livello di compromissione del sottosegretario. Le accuse non dovrebbero essere quelle «antiche» dei pentiti dei Casalesi, che sono state ampiamente pubblicizzate. Strana storia, questa di Cosentino. Una richiesta d’arresto annunciata da tempo. E non per colpa delle «toghe rosse». Megafoni dell’accusa sono stati i suoi avversari interni al partito, al Popolo delle libertà.