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 2009  novembre 10 Martedì calendario

Il chirurgo fuggito, all’Austria un «regalo» da 120 milioni- MILANO – Centoventi mi­lioni di euro in otto anni

Il chirurgo fuggito, all’Austria un «regalo» da 120 milioni- MILANO – Centoventi mi­lioni di euro in otto anni. il guadagno netto realizzato dal­l’ospedale St. Elizabeth di Vienna da quando, nel 1999, il governo austriaco ha chiama­to Antonio Longo, un chirur­go siciliano, a dirigere il De­partment of Coloproctology and Pelvic Diseases . Una cifra alla quale il servizio sanitario italiano ha rinunciato (se lo può permettere?), così come l’università di Palermo che, senza batter ciglio, non si sa­rebbe nemmeno preoccupata di sfruttare i brevetti chirurgi­ci che hanno poi portato Lon­go ad espatriare. Così almeno racconta lo stesso «cervello in fuga». Anomalo, perché chi­rurgo. Anomalo, perché le sue tecniche oggi sono utilizzate in tutto il mondo, Italia in pri­mis. Ma il siciliano Longo, na­to a Tusa nel 1953, e già inseri­to nella carriera universitaria palermitana (dal 1982 al 1999 ha lavorato presso il Diparti­mento di scienze chirurgiche ed anatomiche), all’Austria porta soldi e onori. E a un’azienda americana ha dato i brevetti. Eppure quei 120 mi­lioni avrebbero fatto comodo all’asfittica sanità dell’isola. I conti li hanno fatti gli au­striaci. «Longo ha rivoluziona­to l’approccio alle malattie del pavimento pelvico mettendo a punto due interventi mi­ni- invasivi praticamente indo­lori, uno per la cura chirurgica delle emorroidi e l’altro per quella delle gravi forme di sti­psi, che in pochi giorni pongo­no fine a questi disturbi mol­to diffusi in tutto il mondo’ dice Martin Glöckler, diretto­re sanitario del St. Elizabeth ”. Il chirurgo italiano ha idea­to anche tre diversi strumenti per la chirurgia colon-procto­logica, cioè due suturatici usa e getta ed uno strumento dia­gnostico: la video-rettoscopia dinamica». In effetti, il mana­ger austriaco, oltre alle lodi («Longo ha contribuito a con­solidare il prestigio e la legitti­mazione a livello internaziona­le del nostro ospedale»), mo­stra soddisfazione per i «gua­dagni » indotti, non solo eco­nomici. «Da quando Antonio Longo opera nella nostra strut­tura », ribadisce. Chiamato dal governo austriaco, che è l’uni­ca autorità competente per i «cervelli d’importazione». Martin Glöckler tira le som­me per il Corriere della Sera: «Solo negli ultimi otto anni, da noi sono arrivati quasi 3.000 medici per partecipare ad uno degli 82 workshop spe­cialistici promossi dalla strut­tura diretta da Longo, e 22.000 pazienti provenienti da tutto il mondo (il 25 per cento stranieri, anche dal Nord America) per farsi visitare ed operare da lui. Gli in­terventi di chirurgia colonproctologica a St. Elizabeth sono pas­sati da 500 a 3.500 al­l’anno, con un guada­gno aggiuntivo an­nuo per l’ospedale (il Drg, cioè il rimborso da parte del servizio sanitario, per que­sti interventi è pari a 3.500 eu­ro), di circa 1.500.000 euro: 13.500.000 totali». Non solo. l’aumento del carico di lavoro ha portato all’assunzione di al­tre 8 persone nel reparto gui­dato da Longo. Per dare un’idea di quanto perso dall’università e dal ser­vizio sanitario italiano, con gli strumenti e le tecniche inven­tate dal chirurgo siciliano (tec­nica Longo per le emorroidi e Starr per la cura della stipsi) sono stati eseguiti fi­no ad oggi oltre 3 mi­lioni di interventi nel mondo. Ma allora per­ché Longo non viene richiamato in Italia? Per ora è un cervello dimenticato da 120 milioni di euro. E i pa­zienti italiani? Nessun problema. Le sue tec­niche sono adottate in nume­rose strutture pubbliche di tut­te le Regioni. E Longo opera comunque in tre cliniche. Ma non può nel pubblico, né in università.