Barbara Romano, Libero 8/11/2009, 8 novembre 2009
Intervista a Carlo Rossella di Barbara Romano per Libero (ESTRATTO) - [...] Lei è il principe della mondanità, mentre di sua moglie non si sa niente
Intervista a Carlo Rossella di Barbara Romano per Libero (ESTRATTO) - [...] Lei è il principe della mondanità, mentre di sua moglie non si sa niente. Che tipo è? «Il contrario di me: io abito a Roma, lei a Pavia. Io sto sempre in giro e sui giornali, lei è un medico pediatra, insegna all’università e passa il tempo a studiare. Io oggi sto qui a cazzeggiare, lei è a un convegno a Napoli». Vi vedete mai? «Nel week-end». Dove vi siete conosciuti? «A una conferenza dell’organizzazione giovanile del Rotary, nel 1971, io ero relaore in quanto inviato di Panorama. Fu subito colpo di fulmine». [...] Cosa ricorda degli anni in cui militava in Lotta Continua? «Non ho mai militato, ero à-cotés. Quando scoppiò il ”68 entrai in crisi. Fino ad allora avevo fatto politica universitaria nell’Unione goliardica italiana. Mi accostai al movimento studentesco. Stavo con una ragazza di Lotta Continua, che mi fece incuriosire. Ma non mi piaceva quel crima di violenza, quindi entrai nel Pci». però firmò l’appello dell’Espresso contro il commissario Mario Calabresi. «Lo feci perchè firmavano tutti negli ambienti intellettuali di sinistra e se non lo facevi ti sputavano in faccia. Fu un gravissimo errore. l’unica cosa di cui mi vergogno del mio passato comunista. Anche nel Pci mi dissero tutti che avevo fatto una grande stronzata a firmare l’appello». Sono tanti i firmatari di quell’appello che oggi occupano posti di potere in Italia. «Dovrebbero abiurare tutti come ho fatto io, ma quasi nessuno finora l’ha fatto. Calabresi... Vede, mi commuovo. Io ero in questura a Milano come inviato di Stampa Sera quando l’anarchico Piero Pinelli cadde dalla finestra. Andai in bagno perchè avevo avuto un attacco di diarrea. Uscii e non c’era più nessuno nel salone dei cronisti. Li trovai tutti nel cortile attorno al corpo di Pinelli. Io ed Enzo Passanisi del Corriere andammo subito a casa della vedova. Ci raggiunsero anche Camilla Cederna e Corrado Stajano». Ha detto che frequentava gli ambienti extraparlamentari perché trovava splendide fidanzate. «Si, mi sono fatto delle gran scopate, erano donne libere». Lei era comunista di famiglia? «No, i miei erano cattolici. Mio padre aveva un laboratorio di confezioni sartoriali dove lavorava con mia madre. Anch’io sono cattolico, praticante. Seguo la messa in latino, secondo il rito di San Pio V, tutte le domeniche alle 9,30, nella Chiesa di San Giovanni Domnarum, a Pavia».