Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  novembre 09 Lunedì calendario

MIROGLIO, CARLO E I FIGLI RESTANO SOLI AL COMANDO


Cambia il controllo di Miroglio, il gruppo di Alba (Cuneo) cui fan­no capo marchi come Motivi, Caractère, Elena Mirò. Secondo indiscrezioni, Carlo Miroglio e i figli Giuseppe, am­ministratore delegato della so­cietà, Elena ed Elisa, compo­nenti del consiglio di ammini­strazione, diventano gli azioni­sti di maggioranza assoluta. Mentre Edoardo, il figlio di Franco Miroglio che per anni era stato alla guida del gruppo, si concentra definitivamente sulle attività tessili in Bulgaria, mantenendo in Miroglio solo una quota di minoranza. Resta azionista con l’attuale 15% Ni­coletta, sorella di Edoardo.

L’acquisto

Ad Alba, dunque, sarebbero in corso cambiamenti impor­tanti, nell’accordo tra tutti i membri della famiglia. Il pri­mo passo è, d’altra parte, già stato compiuto tra settembre e ottobre con la decisione di Mi­roglio spa di acquistare azioni proprie, in due tempi e propor­zionalmente dai soci, pari al 23%. La società ha risorse im­portanti: come è scritto nella relazione degli amministrato­ri, al giugno scorso la posizio­ne finanziaria netta era positi­va per 336,2 milioni di euro. «Pertanto – spiega la relazio­ne – anche nell’ipotesi di ac­quisto di azioni proprie per l’in­tero controvalore di cui si chie­de l’autorizzazione, la posizio­ne finanziaria netta del gruppo rimarrà comunque positiva». Il business plan relativo al 2010-2012 prevede investimen­ti annui per 65 milioni di euro «per la cui copertura residue­ranno risorse finanziarie più che adeguate». Il gruppo, in­somma, fortemente patrimo­nializzato, non intaccherà la sua possibilità di sviluppo futu­ro.

Questa mossa consente ai membri dei due rami familiari, in quanto porta le risorse ne­cessarie, di compiere il passo successivo: l’acquisto da parte di Mirfin, la holding di Carlo Miroglio e figli, di gran parte della partecipazione di Edoar­do: il 23% circa. Con questa operazione Mirfin, che già de­teneva il 50% di Miroglio, di­venta, dunque, azionista di maggioranza assoluta della so­cietà sfiorando il 73% del capi­tale. Nello stesso momento Edoardo Miroglio rileva dal­l’azienda di Alba la quota che ancora gli mancava per arriva­re al 100% della E Miroglio Ad, la società di produzione e com­mercializzazione di tessuti e fi­lati di lana in Bulgaria.

Il peso del retail

Se il progetto si concretizze­rà, così come alcune fonti vici­ne alla trattativa indicano, si definiscono i destini dei due ra­mi familiari che controllano Miroglio, ciascuno concentran­dosi sul proprio business.

L’azienda, oggi uno dei princi­pali gruppi italiani della moda con un miliardo di euro di fat­turato, è nata come tessile ed è stata fondata da Giuseppe Mi­roglio. A svilupparla sono stati i figli maschi di Giuseppe, Car­lo e Franco (50% del capitale ciascuno). Negli ultimi anni, con la crisi che ha colpito il tes­sile, nella famiglia si era aperta una discussione sull’indirizzo strategico da dare al gruppo.

Da una parte Edoardo, convin­to sostenitore del tessile, dal­l’altra il cugino Giuseppe, fi­glio di Carlo, deciso a puntare sulla moda e in particolare il cosiddetto fast fashion , abiti e accessori a veloce riassorti­mento e prezzo contenuto su modello di Zara ed H&M. Il dia­logo tra i due cugini è prosegui­to per lungo tempo. Poi, l’ac­cordo con più passaggi inter­medi: prima l’arrivo di Giusep­pe come amministratore dele­gato a fianco di Edoardo, poi l’uscita di Edoardo dalla gestio­ne di Miroglio per concentrar­si sulle attività tessili in Bulga­ria da lui rilevate. Ancora, l’uscita dall’azionariato di Bep­pe Miroglio, fratello di Edoar­do e Nicoletta. Per concludersi con i movimenti che si registra­no in queste settimane.

Lo scorso anno la società di Alba ha superato il miliardo di euro di ricavi, quasi il 77% dei quali generati dalla moda. In flessione, invece, il tessile. Par­lando la scorsa settimana al convegno di Pambianco «La moda oltre la crisi», Giuseppe Miroglio ha detto che «questa che stiamo vivendo è già la nuova realtà, si potrà avere cre­scita in futuro ma sarà flebile. Per questo abbiamo rivisto il nostro modello di business e abbiamo posto fine ad aree di produzione che non erano più sostenibili. Siamo sempre stati un’azienda industriale, oggi il 50% dei nostri ricavi vengono dal retail. Il mondo cambia e dobbiamo farlo anche noi».