Luigi Grassia, La stampa 9/11/2009, 9 novembre 2009
PRESSING DI SCAJOLA "LA BANDA LARGA VALE 50MILA POSTI"
Dopo giorni di incertezza e di polemiche il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, prova a sbloccare l’imbarazzante impasse sulla «banda larga», cioè sul progetto strategico di sviluppo delle reti di comunicazione con Internet veloce che rischia di rimanere senza finanziamenti. Scajola ha consegnato al premier Berlusconi un documento in cui chiede di mettere sul piatto i previsti 800 milioni di euro pubblici che di recente sono stati dirottati, o almeno congelati, per privilegiare altre spese. Il ministro valuta che l’iniziativa per la banda larga si possa concretizzare in 33 mila cantieri con 50 mila posti di lavoro in più, che diventerebbero 60 mila grazie a un provvedimento congiunto a favore di alcune zone industriali, con un beneficio diretto pari a un +0,2% del prodotto lordo, e un risultato finale molto più incisivo perché la disponibilità della Rete veloce in tutta Italia renderà più efficienti le pubbliche amministrazioni e più competitive le aziende.
solo un appello che attende risposta, quello di Scajola, o il suo pressing è stato seguito da una decisione? Secondo un altro ministro, il responsabile della Funzione pubblica Renato Brunetta, Berlusconi avrebbe già risposto positivamente: «Nell’ultima riunione del Comitato per la programmazione economica, su indicazione di Scajola, il presidente del Consiglio ha confermato che quest’anno si avvierà la complessa macchina degli investimenti per la banda larga, gli 800 milioni di euro». Brunetta ha però ammesso che qualcosa, nei giorni scorsi, non ha funzionato a dovere: «Sono corretti i richiami sul ritardo di questo investimento. Ma abbiamo dovuto mettere risorse sugli ammortizzatori sociali» (pescando dai fondi per la banda larga). «Le risorse sono state semplicemente congelate. Bisogna definire i tempi nel quadro delle risorse necessarie per uscire dalla crisi. Ma il prossimo Cipe approverà anche i fondi per la banda larga. In ogni caso i soldi saranno sbloccati entro l’anno».
Obiettivo è anche fare dell’Italia un Paese più omogeneo: va superato il cosiddetto «digital divide» fra le zone ben collegate alla Rete e le meno sviluppate, quindi meno connesse perché meno remunerative, e dunque destinate (in mancanza di interventi) a vedere perpetuato lo svantaggio.