Patrizia Caraveo, Il Sole-24 Ore 8/11/2009;, 8 novembre 2009
LUMINOSE CONFERME - I
lampi gamma sono i fenomeni celesti che meglio illustrano il legame tra il macrocosmo, popolato da stelle e galassie, con il microcosmo delle particelle elementari. Nel corso di pochi secondi, a volte anche solo frazioni di un secondo, un evento catastrofico distrugge una stella molto più grande del nostro sole per trasformarla in un buco nero.
Durante l’esplosione viene liberata una immane quantità di energia che viene incanalata in un getto dove si verificano le condizioni estreme che rendono possibile l’accelerazione delle particelle fino a velocità molto vicine a quella della luce.
Queste particelle producono radiazione molto energetica, i fotoni gamma, che i nostri strumenti in orbita sono in grado di rivelare permettendoci di vedere, anche solo per pochi secondi, esplosioni che hanno avuto luogo quando l’Universo era molto più giovane e il nostro Sole (con il suo sistema planetario) non si era ancora formato.
I fotoni prodotti dalle esplosioni viaggiano per miliardi di anni e offrono una splendido banco di prova per uno dei cardini della relatività generale: la costanza della velocità della luce.
Einstein dice che ogni tipo di radiazione viaggia alla stessa velocità mentre altre teorie sostengono che i fotoni più energetici dovrebbero essere rallentati da una ipotetica struttura spugnosa dello spazio-tempo. Visto che i lampi gamma producono fotoni su un vasto intervallo di energia, è stato possibile fare un test semplicissimo utilizzando un evento brevissimo registrato il 10 maggio diquest’anno da Swift, Agile e Fermi, tutte missioni che portano in orbita tecnologia italiana. Supponendo che tutti i fotoni siano partiti nello stesso momento, 7 miliardi di anni fa, siè sfruttata la differenza tra il tempo di arrivo dei fotoni meno energetici rispetto a quello di gran lunga più energetico per distruggere la teoria della schiuma cosmica.
La velocità dei fotoni è risultata la stessa all’interno di una parte su 100 milioni di miliardi. Siamo sicuri che Einstein stia ringraziando l’astrofisica gamma per il gentile interessamento.